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"Mi dica..." mi avvicinai alle sue labbra.

"Cosa posso fare per lei?" Sollevai leggermente la maschera e gli morsi delicatamente il mento.
La mia mano passò sul cavallo dei suoi pantaloni, iniziando a massaggiare il suo membro gonfio.

"U-un...lavoretto di bocc-a ah!." Sussultò al mio improvviso stringere.

Rinfilai la maschera.
"Come desidera."

"Posso essere tutto ciò che vuole, chiunque le crei un piacere che non può controllare."

"Non mi è permesso parlare durante l'atto, ma lei può dire tutto ciò che vuole."

Osservai l'uomo sdraiato.
Respirava affannosamente stringendo le mani a pugno legate a delle manette.
Una benda copriva i suoi occhi e un'ulteriore maschera, copriva per gran parte del volto.

"S-o...come fun-zi...ona..." Tentennò mordendosi il labbro inferiore.

Slacciai i suoi pantaloni e gli sfilai accuratamente assieme ai boxer.

"Le faccio i miei complimenti..." sussurrai vicino al suo pene.
Tolsi a poco a poco la maschera appoggiandola affianco a me.

D'ora in poi non potevo più parlare.

Infilai il preservativo di spessore sottile, così da poter far provare la massima eccitazione.
Passai la lingua lungo tutta la sua lunghezza per poi inglobarla in bocca.
Iniziai a succhiare voracemente sotto i gemiti del mio cliente.
Sollevai le sue gambe e le strinsi attorno alle mie braccia, per evitare un eventuale stringersi involontario.

Continuavo senza sosta cambiando il ritmo dopo qualche minuto.

Percepivo del tremore lungo il suo corpo.
Accarezzavo le sue cosce e delineavo con le dita il suo pube.

Tutti venivano sotto il mio tocco.
Nessuna usciva di qui senza essere soddisfatto, senza un orgasmo completo e l'ammontare di sperma nel preservativo.

I tremori aumentavano e accelerai ancora le spinte.
La voce dell'uomo tremava e gemeva con una certa ritmicità alle mie orecchie.
La sua schiena si stava inarcando e le gambe erano sempre più rigide.

Fermai il mio lavoro di bocca per poi passare ad usare la mano.
Rinfilai con l'altra la maschera.

"Sento il suo corpo rabbrividire al mio tocco." Commentai sistemandomi per bloccare le sue gambe.

"Venga e urli, si senta libero."

Del sudore colava dalla mia fronte e ansimavo pesantemente.

"No-n...control...lo ah! Il mio corpo..." disse con un filo di voce.

"Non si deve vergognare, sono qui per questo."

"Venga, venga al mio tocco." Accelerai in maniera incontrollabile il ritmo.

Le sue urla si estesero per tutta la stanza.
Il suo capo era completamente all'indietro e potevo solo immaginare gli occhi, posizionati in maniera poco aggraziata, per via del piacere imminente.

Del caldo colava lungo il preservativo bagnandolo quasi completamente.

Ed eccolo l'orgasmo finalmente raggiunto da un suo urlo conclusivo.
Rallentai le spinte e pian piano levai la mano.

Sospirai e asciugai del sudore lungo il mio collo.

Il corpo del cliente sfinito emetteva ancora dei piccoli spasmi.
Slacciai le manette e lo vidi togliersi la benda.

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