Rivoglio la scuola vera

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[Se Jiāng decidesse di farsi un selfie sarebbe più o meno così. L'immagine è stata rivoluzionata dall'epidemia. Pensate alla Roma deserta, ai piccioni di Firenze, ai vicoli di una Venezia apocalittica. Un immaginario divenuto realtà. Le mascherine le vedevamo usare in Giappone o in Cina e ci chiedevamo se era per lo smog o che altro. Adesso le usano tutti. E voi? Indossate una mascherina usa e getta? Una lavabile con baby Yoda? Sono le domande che mi faccio mentre scrivo. Vivo il presente, immagino il futuro. È questo che fa uno scrittore]


Cap. QUATTRO - Jiāng Li

All'inizio la quarantena sembra una figata.

Non ci pensi che sono arresti domiciliari. Okay, per il tuo bene, ma sempre arresti sono. Una limitazione della libertà. Però subito ci rimani presa sotto, da tutto quel tempo libero. Me compresa.

Per esempio ho fatto binge watching di serie TV.

Mi sono sparata tutte le stagioni di Riverdale, Vikings e I am not okay with this. Ho persino recuperato The Haunting Of Hill House. Lobotomizzata, tipo. Il divano stava prendendo la forma del mio corpo. Con Alex ci vedevamo su Skype, finché la rete reggeva. Lui non sembrava patire molto la quarantena. Mai visto così rilassato in vita mia.

«L'unica cosa che mi manca sei tu» mi diceva.

«Ci stai provando con me, Alex?»

Di colpo si innervosiva, balbettava.

«Dai, non essere timido.»

«Non sono timido, cerco soltanto...»

«Aspetta, ti manco io o ti mancano i miei squarci?»

«Questa allusione è troppo persino per te!»

Comunicazione interrotta. Probabilmente doveva correre in bagno a sciacquarsi la faccia e calmare i bollenti spiriti. Diciamo così.

E insomma di videochat ne abbiamo fatte fino alla nausea, e ogni tanto mi dicevo: «Che stronzata, le amicizie online. Sono fighe solo se il mattino dopo ci si può strusciare addosso o cose così.»

Non so se mi spiego. Però meglio di niente, no? Una volta abbiamo riso e tremato allo stesso tempo immaginando cosa sarebbe accaduto se avessimo perso la connessione internet. Solitudine a palla.

E vogliamo parlare della sensazione di vacanza?

Dopo un mese avrei sbattuto la testa contro il muro pur di tornare a scuola e alzare un terzo dito di fronte a un commento depravato o insultare un tipo con la maglietta fradicia di sudore e persino ascoltare una lezione dell'orribile mate. Non 'sta merda di didattica a distanza. Tutta "Prof, non va la webcam" e "Vado in bagno, prof" e "Io non ho ricevuto niente, s'è persa la mail". Rivoglio la scuola vera.

A costo di farmi interrogare ogni settimana!

Che poi si poteva uscire, eh. Uno per volta. Ma solo per fare la spesa o casi di estrema necessità. Che io dico: più vaghi non potevate essere. Che le necessità estreme sono diverse per ognuno e ve lo dovevate immaginare che poi scattava il prima-io-gli-altri-fotte-niente.

Ah, dimenticavo. Uno per volta e... a un metro di distanza.

Tipo che se incontri uno sul marciapiedi ti devi buttare in strada perché è troppo stretto. O devi usare un bastone per misurare. Come in quel film dove se i due innamorati si toccavano lei moriva. A un metro da te.

Io mai e poi mai, anche nei peggiori incubi me lo credevo di finire ridotta tanto male. Croce sul cuore. Mai e poi mai.

E il peggio doveva ancora venire.


[Vi lascio il trailer di "A un metro da te". Guardatelo: ci ritroverete mascherine e distanze sociali che ora non sembrano più le rare sfighe della vita. No, sono la quotidianità. Un titolo così non poteva che ispirarmi. Il punto è: come si fa a tenere lontani due ragazzi che si piacciono? Un metro diventa come da qui alla Tour Eiffel]


Cap. UNDICI - Alex

Prendo le chiavi e pochi spiccioli dal mobile dell'ingresso.

Li ha lasciati la mamma? Chissene. Ora sono miei.

Tipo i forzieri delle mappe online. Apri. Prendi. Usi.

Controllo il resto dell'equipaggiamento: mascherina e guanti. L'App del tracciamento la scarico per strada. Se non esco subito scoppierà la bomba. Verrò investito dall'onda d'urto delle punizioni.

Bon. Vado. E good luck!

Apro la porta il più silenziosamente possibile. Esco sul pianerottolo. Poi ascensore, tre piani, atrio. E luce che quasi mi acceca.

Come chiudo il portone alle spalle, sento uno schiaffo di adrenalina così calda che mi manda in fiamme le guance. Resisto all'impulso di tornare indietro. Guardo con sospetto la strada: oltre la bassa ringhiera che circonda il condominio... il deserto.

Pare uno scenario di Red Dead Redemption.

Mancano solo i cespugli rotolanti. Me li aspetto da un momento all'altro. Ma colpo di scena: di nuovo i macigni sul petto.

Ansimo peggio di un asmatico. Che mi prende??

È l'ansia? Non esco da... Tre mesi? No, di più. Ho perso il conto dei giorni. Il tempo si è arrotolato su se stesso fino a sfilacciarsi.

Devo studiare una strategia. O qui finisce male.

Allora mi invento un cheat code per fermare i battiti accelerati. Prima che il cuore mi esca a razzo dal petto e game over. Che qui non posso rilanciarmi. Ho una vita sola. E il rischio è dietro l'angolo.

Okay, mi concentro. Sostituisco l'asfalto con strade polverose. I giardini con verdi praterie. Le auto parcheggiate con cavalli purosangue. Appaloosa. Fino a trasformare il quartiere nell'open world più denso e immersivo che mi sia mai capitato di giocare.

Non male AlexGamer05. Riecco il controllo...

Respiro a pieni polmoni l'aria calda del pomeriggio. Muovo i primi passi. Mi atteggio. Quasi avessi il cinturone con le Colt. Fiammanti, pronte all'uso. Sollevo il foulard/mascherina davanti alla bocca.

Ah, la luce del sole. Mi fa sentire meravigliosamente bene.

E chi se lo aspettava? Io no. Proprio no. Invece.

Strizzo gli occhi e vedo lo scintillio di un'insegna stradale. Lontano. Al crocevia, tipo. Dov'è che dovevo andare? La piazza. Già. Be', da che parte era? Devo pensarci un attimo perché il quartiere in cui cammino sembra un altro. È diverso. L'epidemia lo ha rimasterizzato.

In lontananza una sagoma attraversa l'incrocio.

Sento rumore di zoccoli. Porto una mano alla fronte e vedo un palco di corna. Sbatto le palpebre pensando a un problema di flickering. Per i profani: lo sfarfallio delle luci da video. Ma l'immagine non cambia.

È reale. Non è un bug. O la mia immaginazione.


[Ho un passato da gamer: Final Fantasy, God of War, Resident Evil, The last of us e via dicendo. Col tempo gli Open World si sono fatti sempre più dettagliati e hanno finito per replicare o migliorare quello in cui camminiamo con le nostre gambe. Ecco che ci voleva per Alex! Un mondo altro che rendesse meno spaventoso il suo. Date un'occhiata a Red Dead Redemption II e preparatevi: non c'è West senza banditi]

*FINE QUARTO EPISODIO*

QUEL CHE RESTA SIAMO NOIWhere stories live. Discover now