guess monster

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It's always have and never hold

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It's always have and never hold.
You have begun to feel like home.
- Look after you; The Fray

Volare è sempre stato uno dei desideri proibiti dell'uomo.
Quella sensazione dei tuoi piedi che fluttuano sopra al terreno, la pesantezza del tuo corpo che ti lascia e fare in modo che il vento faccia tutto il resto. Ma questo non era permesso agli uomini, rischiavano di avvicinarsi troppo al sole e di cadere come Icaro.
Sarebbe bello poter volare, vero?
Ma lei non ha voglia di volare.
Un tempo Yamashita amava volare, ma ora era tutto sfumato.
I suoi occhi vagano fuori dalla finestra della classe al terzo piano, la giornata è particolarmente soleggiata e non riesce ad aspettare per uscire.
Mentre guarda pigramente il cielo perfettamente azzurro, pensa ancora al volare e a quanto ne sia stanca.

"Perché sei qui?"

La ragazza volta lo sguardo ed incontra un paio di occhi che sembravano essere veramente stanchi.

"Che intendi?" gli chiede con voce neutrale.

"Dai su, è ovvio!" la incalza "perché sei qui in punizione?"

Oh giusto, è in punizione, se n'era quasi dimenticata.

"Perché sono una stupida e impulsiva stronza, e tu?"

"Perché sono uno stupido e impulsivo stronzo. E forse dovrei chiudere la bocca più spesso..."

E' la prima volta per lei in punizione, di solito era una ragazza rispettosa e che seguiva le regole senza alcun tipo di problema, ma ogni tanto esplodere è necessario.

"Tu sei Yamashita, non è vero?"

"Sì, sono Yamashita"

"E' facile riconoscere la migliore guardia tiratrice e schiacciatrice di pallacanestro della Shiratorizawa, ma non mi aspettavo di incontrarti qui!"

"Non mi definirei come la migliore guardia tiratrice e schiacciatrice"

Yamashita non vuole suonare come un'arrogante, è solo imbarazzata da tutte quelle attenzioni e quel ragazzo sembrava volesse dargliene molte.

"Oh avanti, nessuno riesce a fare tutte quei windmill* in una sola partita a parte te. Ti chiamano Aquila, dato che praticamente voli sul campo"

Le dita di lei picchiettano nervosamente sul banco di legno, i suoi occhi guardano insistentemente l'orologio, nella speranza che passino dieci minuti in due secondi in modo da far suonare la campanella in fretta ed evitare tutte quelle domande e affermazioni.
Ma forse spostare le attenzioni su un altro soggetto l'avrebbe aiutata di più che quel vecchio orologio.

"Tu sei Tendou Satori, giochi nella squadra di pallavolo, non è vero?"

Il ragazzo sussulta teatralmente a quell' improvvisa identificazione.

𝘣𝘭𝘰𝘰𝘮 𝘭𝘢𝘵𝘦𝘳 | 𝘵𝘦𝘯𝘥ō 𝘴𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪Where stories live. Discover now