3. Ritenta ancora Baker

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_JacquelineSparks_

Clark

Stanca morta arranco verso la confraternita dopo aver perso tutti i miei amici.
Ho passato il resto della serata con Adrian fin quando non abbiamo deciso entrambi di tornare a casa.
Tra due giorni cominciano le lezioni e domani ho intenzione di passare alla caffetteria e parlare con Lindsay.
Tre mesi fa mi ha detto che mi avrebbero rinnovato il contratto per quest'anno, è giusto quindi che io vada ad informarmi.
Apro la porta della confraternita da dove non si sente nemmeno un rumore.
Tutto è buio nella sala comune, mentre dalle scale proviene la luce del corridoio di sopra.
Non tutte sono andate a dormire.
Salgo le scale trascinando letteralmente le gambe e per un momento ho persino rischiato di inciampare in uno scalino.
Ora vorrei solo sprofondare nel mio letto, ma quando arrivo alla porta della mia camera questa sembra bloccata.
Riprovo un'altra volta capendo che è veramente chiusa.
Ma noi non la chiudiamo quasi mai e sono sicura che Jackie sia tornata prima di me...
Decido allora di bussare senza ricevere risposta.
Che strano.
Sto per inviare un messaggio a Phoebe quando lei stessa apre la porta interrompendo la mia azione.
Noto solo la sua testa e la sua espressione divertita.
"Ehm... Clark, so di non averti avvertita, ma ecco... Sono un po' impegnata" borbotta ridacchiando.
"Che vuol dire un po' impegnata?"
"Vuol dire che qui con me c'è Colin e che probabilmente sarebbe meglio che tu dormissi da un'altra parte" sussurra sotto voce per non farsi evidentemente sentire dal ragazzo dentro la stanza.
"Oh" dico allora io sorpresa.
Alla fine l'ha trovato eh...
Fortuna che non sapeva come comportarsi!
Rido tra me e me annuendo.
"Okay, okay, vado da Adrian non ti preoccupare" la rassicuro allora.
"Grazie, sei la migliore" mi lancia un bacio che mi fa scuotere la testa dal divertimento.
"Mi raccomando le precauzioni. Non vorrei diventare zia questa notte!" mi beffeggio di lei prima che chiuda la porta e torni dal suo uomo.
Sembra che io debba tornare dal mio ragazzo e rovinargli la serata ancora per un po'.
Esco dalla casa canticchiando una canzone di Dua Lipa prendendo a camminare per uscire dal campus diretta all'appartamento dei ragazzi.
Sono tre mesi che non ci metto piedi e un po' mi manca. Lì ho vissuto gran bei momenti, a partire dal pugno che ho tirato ad Adrian, le nostre ripetizioni...
Ricordo quando ho condiviso le mie insicurezze con Adrian, i litigi, le scene degne di Oscar quando abbiamo finto che fossi sua cugina e la mia prima sbronza.
Quell'appartamento ha visto parte degli eventi che hanno reso il mio primo anno indimenticabile.
Le strade di Los Angeles sono sempre illuminate, nonostante siano le due di notte. Le macchine transitano e la gente cammina sui marciapiedi, seppur in minoranza rispetto a tutto il resto della giornata.
Mi piace che le grandi città non dormano mai.
Potrei mangiare un hamburger anche ora, se lo desiderassi.
Cammino spensierata per le strade della città che mi toglie il fiato con la sua aria di estate perenne, di mare e spensieratezza.
La California non ha proprio niente a che vedere con la Pennsylvania.
Sembra un sogno.
Giungo al palazzo dove saluto il portinaio ormai abituato a vedermi qua e prendo a salire le scale gioiosa.
Sono contenta che Adrian viva a cinque minuti dal campus perché posso venire a trovarlo quando voglio.
Appartamento 409, eccolo qui.
Quattro piani di scale che sembrano sempre infiniti, ma non questa sera.
Sono davvero felice.
Busso al portone che oramai dovrebbe persino riconoscere la mia mano e il sorriso mi muore sulle labbra quando ad aprirmi è un ragazzo completamente sconosciuto.
Chi diamine è questo?
Lo osservo bene cercando di pensare se lo conosco o meno.
Ha dei capelli biondo cenere scompigliati e gli occhi verdi visibilmente assonnati che mi squadrano con sufficienza.
Noto subito il suo petto scoperto, anche se non vorrei che il mio sguardo cada proprio lì, ma è troppo tardi e devo dire che non è messo per niente male...
Clark, calmati.
Sei qui per il tuo ragazzo!
Cerco di ricompormi di fronte a tutto questo ben di Dio e alzo gli occhi verso quelli dello sconosciuto di fronte a me.
Ho sbagliato appartamento per caso?
"Chi diavolo sei tu?!" Sbotta maleducatamente facendomi aggrottare la fronte.
"Chi sei tu piuttosto!" Rispondo a tono incrociando le braccia al petto.
Non si risponde così a Clark Adams!
"Fino a prova contraria sei tu quella che ha bussato alla porta di casa mia" imita il mio gesto allora appoggiandosi allo stipite della porta.
Roteo gli occhi al cielo.
Ma tu guarda con che razza di idiota devo aver a che fare a quest'ora della notte!
"Senti, non so chi tu sia nè perché sostenga che questa sia casa tua, ma io sono qui per il mio ragazzo e sono stra sicura che viva qui" dico tranquillamente sfoggiando un sorriso falso che al ragazzo non sembra passare inosservato.
"Clark, che succede?" La voce del mio salvatore irrompe nella nostra conversazione e ora oltre a vedere il biondo noto anche il volto familiare di Baker.
"Adrian, menomale che sei arrivato. Questo stronzo sostiene che..."
Ma vengo interrotta prima che possa concludere la frase.
"Oh, hai ragione, mi sono completamente dimenticato di dirtelo. Lui è Owen, il nostro nuovo coinquilino." Mi indica lo sconosciuto che sorride scuotendo la testa.
"Piacere questo stronzo" ripete le mie parole porgendomi la mano.
"Clark Adams, ma per te non sono nessuno" mormoro diffidente stringendola.
"È lei la tua ragazza?" Domanda rivolto ad Adrian che alza gli angoli della bocca scrutandomi.
Sicuramente è divertito dalla situazione.
"È lei" risponde trattenendo una risatina.
"Allora sta attento, potrebbe sputare fuoco" conclude girandosi per andarsene.
Rimango a bocca aperta incapace di trovare insulti necessari a metterlo al suo posto.
Non vedendomi muovere nemmeno un muscolo Adrian mi suggerisce di entrare risvegliandomi dallo stato di trance.
"Mi spieghi perché adesso accettate coinquilini?" Borbotto dirigendomi subito in cucina a cercare il mio succo.
Adrian mi ha confessato che ha cominciato a comprarlo solo per me.
"Perché Barry se n'è andato"
Per poco non soffoco con il succo che mi va di traverso.
Barry cosa?!
"Perché?! Com'è possibile? Perché Barry e non magari... Daryl?!" Sparo una domanda dietro l'altra presa dal panico.
Barry era simpatico, dannazione.
"Suo padre ha capito che era inutile continuare a pagargli la retta dato che a Barry del college non è mai importato troppo" spiega il moro sedendosi sul bancone della cucina.
"E ora che fa? Non lo rivedremo mai più? Non so se riesco a immaginare un anno senza quell'idiota di Barry"
Eh sì, Clark dal cuore di ghiaccio si era
affezionata a quel ragazzo...
"Tanto per cominciare quell'idiota ci provava continuamente con te"
"E come biasimarlo?" Mormoro seguita da un'occhiataccia di Adrian.
"E poi credo che si farà vivo ogni tanto. Siamo stati coinquilini per tre anni, difficilmente ci dimenticheremo gli uni degli altri"
Con un muso lungo mi avvicino a lui trovando spazio tra le sue gambe.
"Dovreste fare dei colloqui per scegliere i coinquilini d'ora in avanti, sai, per evitare... Questo tipo di stronzi" sbuffo.
"Sai, mi preoccupa questo tuo accanimento verso Owen. È iniziata così anche con me" Adrian ride scherzoso lasciandomi un bacio tra i capelli.
"Tu basti e avanzi come eccezione"
Mi piacciono le sue mani attorno la mia vita e la testa appoggiata sopra la mia mentre bevo il mio amato succo e mi lamento come al solito.
"Come mai sei venuta? Non che non sia felice, che sia chiaro, ma non mi aspettavo di vederti"
"Phoebe e Colin hanno occupato la nostra stanza per fare le loro cose" gli spiego.
Da qui posso bearmi del suo profumo e della sicurezza delle sue braccia.
Gli lascio un bacio sul bicipite accanto al mio viso e alzo gli angoli della bocca.
"Facciamo anche noi le nostre cose?" Domanda allusivo ridacchiando.
"Intendi guardare un bel film d'animazione? Con molto piacere!" Mi volto con un sorrisone che fa sparire il suo.
"Con quello stronzo di là? Io voto per altre cose"
"E se poi piombasse in camera?"
"Andiamo a dormire che è meglio Clark" scuote la testa ilare scendendo dal bancone e afferrando la mia mano.
Abbandono il bicchiere sul tavolo della cucina e mi lascio trascinare nella sua camera dove la luce è ancora accesa da quando Adrian è venuto a salvarmi dalle grinfie di stronzo sconosciuto Owen.
Richiudo la porta mentre Adrian va verso il suo armadio per prendere una t-shirt e lanciarmela.
La avvicino al volto e inspiro il suo odore mischiato al detersivo della lavatrice.
Adoro le sue magliette.
A proposito, in valigia dovrei averne due o tre che devo ancora restituirgli.
Sfilo il vestito mentre lui si slaccia la cinta dei pantaloni e infilo la maglia quando lui si toglie la sua e la appoggia sulla sedia della scrivania.
Cammino a piccoli passi verso il suo letto tuffandomi ci sopra e lui mi raggiunge poco dopo aver infilato solo un paio di pantaloncini.
Grigi.
Mio Dio.
Non credo di poter soltanto dormire accanto a lui se indossa quelli.
Mi posiziono su un fianco cercando di allontanare lo sguardo da quella vista.
"Sei una pervertita" ride lui sotto i baffi.
Oh, beccata.
Certo che avere un ragazzo meno attraente sicuramente sarebbe stato più d'aiuto.
"Smettila" borbotto imbarazzata nascondendo il viso nel cuscino.
"Sono felice di essere qui con te, l'ho già detto?"
Si avvicina a me circondandomi il busto con il suo braccio caldo.
"Circa dieci volte" gli faccio notare allora io.
Mi piace, davvero davvero tanto.
Mi piace al punto che non riesco a ricordare com'era quando non mi piaceva.
Mi piace al punto che il sorriso vorrebbe andare in vacanza visto lo stress a cui è sottoposto in sua presenza.
Mi piace al punto che il mio cuore batte all'impazzata per semplici gesti come questo.
"Non mi importa, perché sono davvero felice. Lo sono sempre da quando ci sei tu" sussurra prima di lasciarmi un bacio tra i capelli.
"Buonanotte acido cloridrico"
"Buonanotte Baker" è l'ultima cosa che fuoriesce dalle mie labbra prima di cadere in un sonno profondo.

•••

La sveglia suona talmente insistentemente da farmi svegliare di colpo e sussulto quando sento un rumore secco.
"Clark cazzo, lo hai fatto di nuovo!"
Adrian si affaccia con l'aria corrucciata dopo essere caduto dal letto per l'ennesima volta a causa mia.
Non credo che vorrà più dormire con me di questo passo.
"Scusa, scusa, scusa!" gattono fino a raggiungere il lato del suo letto e mi affaccio per baciarlo.
Cerco di rimediare al danno beccandomi un'occhiataccia.
"Mi auguro che questa tua passione di farmi cadere dal letto passi al più presto" borbotta rimettendosi in piedi.
"È che il letto è troppo piccolo per entrambi!" Tento di giustificarmi invano.
"È un letto matrimoniale, Clark"
"Allora è perché sono così attratta da te che voglio dormirti appiccicata"
"Non se mi avvicino io a te" si catapulta di nuovo sul letto intrappolandomi tra le sue braccia.
"Allora è perché tu rotoli fino a cadere e poi dai la colpa a me" ridacchio dimenandomi.
"Oh no, non funziona così" dice lui divertito stringendo la presa.
"Aiuto!" Grido tra una risata e l'altra.
"Baker vuole stritolarmi!"
"Sveglierai Owen" mi avverte.
"Stronzo Owen... Se lo merita!" Faccio pet urlare ancora, ma Adrian mi tappa la bocca.
Gli lecco la mano sperando che la ritragga schifato, ma Adrian non demorde.
Piagnucolo ormai sconfitta e smetto di dimenarmi troppo stanca per continuare.
"Hai vinto tu" ammetto non appena il moro allontana la mano dalla mia bocca.
"Hai da fare oggi?" Chiede allontanandosi giusto per sdraiarsi su un fianco.
"Devo passare alla caffetteria"
"Allora per questa sera ti prenoto" dice assottigliando appena lo sguardo.
Chino la testa sorpresa.
"Non dirmi che..."
"Esci con me"
Ridacchio sotto i baffi scuotendo la testa.
"Ritenta Baker" rispondo come la prima volta che mi sono sentita dire la stessa frase.
"D'accordo, esci con me Clark" abbassa la testa giusto un momento per poi rialzarla e sorridere più di prima.
Io sento di poter cedere non appena lo guardo.
La situazione è esilarante dato che stiamo insieme da tre mesi e ancora non siamo abbiamo avuto un appuntamento senza insulti miei o sparatorie.
"A una condizione" dico.
"Che sia qualcosa di semplice e che ci sia la cioccolata calda"
"Queste sono due cose" evidenzia.
"Oh, erano due? Davvero?"
Fingo di non capire mentre mi alzo per potermi vestire.
"Quella la puoi tenere" mormora indicando la sua maglia ancora addosso a me.
Abbasso lo sguardo lanciando un'occhiata al tessuto nero.
"L'avrei tenuta anche senza il tuo permesso" prendo i lembi dell'indumento così da legarla sulla vita con un nodo.
"Di questo passo dovrò rifarmi l'armadio" si tira su dal letto anche lui.
Si stiracchia e nell'eseguire il movimento i suoi muscoli si tirano beandomi della vista.
"Puoi sempre girare nudo..." borbotto ancora inebetita dal suo corpo.
Non ci credo che sia solo mio.
Che abbia rinunciato a tutte le sue avventure per me.
Adrian si volta lanciandomi un'occhiata fulminea e confusa.
"Sicura di volerlo?"
Mi risveglio dallo stato di trance immaginandolo girovagare per il campus vestito solo coi suoi pantaloncini grigi.
"Assolutamente no!" Mi affetto a dire cercando di cancellare dalla mia mente quell'immagine.
"Lo senti quest'odore?" Cambia repentinamente discorso portandomi ad aguzzare l'olfatto per sentire che effettivamente la camera è stata invasa di un meraviglioso odore di pancakes.
"Dev'essere..." farfuglia abbassando la maniglia per aprire la porta e guardare in cucina dove un ragazzo biondo sta preparando qualcosa ai fornelli.
"...Stronzo Owen" concludo io alzando gli occhi al cielo.
"Ma non stava dormendo?" Domando probabilmente a voce troppo alta, dato che Owen si volta a rispondermi.
"Ho gli allenamenti presto. Buongiorno anche a te, Clark"
Il mio nome fuoriesce dalle sue labbra come se avermi parlato per dieci minuti questa notte gli abbia conferito l'idea di conoscermi.
Per me rimane ancora uno sconosciuto.
"Ti alleni per diventare più insopportabile? Perché fidati, sei davvero un professionista"
"Devo allenarmi molto per arrivare a battere la campionessa... Oh, nel caso non l'avessi capito la campionessa sei tu" Ribatte facendomi ribollire il sangue nelle vene mentre Adrian osserva la scena divertito.
"Me ne vado prima di commettere un omicidio" dico a denti stretti avvicinandomi al moro per scoccargli un bacio sulla guancia.
"Attenta a non odiarlo troppo" farfuglia in riferimento a ciò che mi ha detto la sera prima.
"Come odio te nessuno mai" lo rassicuro racimolando la mia forza di volontà per andarmene.
"A stasera" dice abbandonando un ultimo bacio sulle mie labbra.
"A stasera"
Concludo prima di aprire la porta e sparire oltre di essa.

Cinnamon Junks 2 (Beginningless story) Where stories live. Discover now