Capitolo uno

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(Rachel)

"Ciao, io esco" dissi affacciandomi alla camera dei miei genitori. Poi scesi le scale e attraversai il salotto, dove salutai con un bacio sulla guancia il mio fratello maggiore.

"Dove stai andando?" mi chiese preoccupato.

"Vado al lago con Tamara e Milo" lui con fare protettivo mi rispose di non rientrare troppo tardi. Gli feci un ampio sorriso, uscii di casa e presi la bicicletta. Iniziai a pedalare verso il lago il più in fretta che potevo. Non vedevo l'ora di rincontrare i miei due migliori amici dopo le lunghe vacanze estive.

Quando arrivai erano entrambi già arrivati e seduti sulla coperta stesa in riva al lago. Appena mi videro si alzarono entrambi e mi vennero incontro. Tamara, era la mia migliore amica da praticamente sempre. Ci conoscevamo dalle elementari ed eravamo sempre state inseparabili. Tamara aveva dei capelli mossi lunghi poco più delle spalle di colore castano scuro e dei grandi occhi marrone scuro di cui andava molto fiera, infatti, diceva che gli occhi chiari erano sopravvalutati. Di corporatura era magra e non molto alta e con il suo portamento elegante la mia migliore amica aprì le braccia e aspettò che mi fiondai tra le sue braccia.

"Ciao love! Quanto mi sei mancata" mi disse.

"Anche tu mi sei mancata un sacco" le risposi.

In effetti, non ci vedevamo da settimane perché ogni volta che lei era a casa io ero in vacanza e così anche viceversa. Quindi ci eravamo sentite ogni tanto per telefono, ma nulla di più.

Mi girai verso Milo, un ragazzo con i capelli biondi e lisci che gli arrivavano quasi alle spalle, occhi azzurri e molto esile. Si avvicinò a me in modo più discreto e fui io a lanciarmi per prima in un abbraccio molto energico.

"Non fare il timido, lo so che ti sono mancata" gli mormorai nell'orecchio.

Lui chiuse gli occhi e sorridendo mi rispose che avevo ragione. Milo era stato per tutta l'estate in America, veniva da Santa Monica e quindi passava sempre quei due mesi e mezzo di vacanze estive dai suoi parenti al di là dell'Atlantico.

"Dai torniamo a sederci, è quasi il tramonto!" ci interruppe Tamara.

"Hai ragione è ora dei desideri" le risposi.

Come tutti gli anni il giorno prima dell'inizio del nuovo anno scolastico andavamo a guardare il tramonto al lago e seduti tutti sulla coperta esprimevamo i nostri desideri uno dopo l'altro mentre guardavamo il sole calare dietro l'acqua del lago. Quel tramonto era magico. Ogni volta mi ricordava la fine del mondo. Il sole calava fra le montagne e oltre il lago, il cielo si colorava di rosa e arancio, il tempo sembrava proprio per finire e un enorme senso di nostalgie si fece spazio nella mia mente. Il primo ad esprimere il suo desiderio fu Milo, che non stava più nella pelle! Milo desiderava di poter fare da DJ al ballo scolastico di Natale, un grosso evento che si teneva in una delle palestre. Voleva iniziare a farsi un nome nel mondo della musica e riuscire a farne il suo lavoro alla fine del liceo. Poi toccò a me. Io espressi di essere selezionata per il campionato europeo di hockey su prato. Lo sport per me era tutto, non c'era nulla che mi riempisse meglio le giornate. Potevano esserci alti e bassi, ma senza mi sarei sentita vuota. La nostra era infatti una scuola per talenti sportivi situata in un grosso centro sportivo in cui facevamo sia lezione che le sessioni di allenamento. Poteva anche fungere da internato, ma noi tutti andavamo lì la mattina e la sera tornavamo a casa. Infine, toccò a Tamara che espresse il desiderio di voler una storia d'amore stupenda visto che non aveva mai avuto una relazione e da brava secchiona che era di finire l'anno con una media impeccabile.

Ci godemmo la fine del tramonto in silenzio guardando verso l'orizzonte. Poi ci fermammo ancora un'oretta a chiacchierare sulle nostre vacanze e quando ormai era diventato buio e le stelle cominciavano a prendere spazio nella maggior parte del cielo, ci salutammo in un abbraccio a tre e prendemmo tutti strade differenti.

Un anno di conquisteWhere stories live. Discover now