~nelsonlas~

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Le sue labbra sfiorarono delicatamente la pelle del collo, prima d'iniziare a baciarla.
Nicolas rimase di pietra a sentire quel contatto improvviso, e quel calore dato dalle sue braccia che lo avevano cinto da dietro mentre lui era intento a sistemare il tavolo della cucina.
Nelson?

Sospirò di piacere quando il riccio prese ad insistere in un punto ben preciso, alternando morsi a piccoli baci.

Che cosa stesse succedendo Nicolas non lo sapeva, la sua mente lievemente offuscata dal piacevole momento, non gli dava una risposta.
Riusciva solo a ripercorrere ciò che era accaduto quel pomeriggio, prima che Nelson arrivasse a casa sua per sistemare delle cose per i video.
C'entravano dei file...boh.

Quell'elisir comprato in tutta fretta, con poca coscienza e preda dell'emozione.
Un filtro d'amore, così la donna dietro al balcone aveva spacciato una bottiglia d'acqua colorata.
E lui come un cretino l'aveva presa.
Ormai era pazzo del riccio da almeno due anni, ma aveva perso le speranze già da un po' di tempo, e leggere quell'etichetta...semplicemente prima aveva dieci euro nel portafoglio, e dopo non più. Ma in compenso aveva preso una buona bevanda zuccherata e che profumava di rosa.
Aveva abbandonato la bottiglia sul piano della cucina.
Finché Nelson, una volta arrivato, non la vide e, vedendone il bizzarro colorito, ne chiede subito un bicchiere.
E mentre glielo versava un pensiero attraversò la mente: e se funzionasse.

Erano le 16 quando Nelson bevve il primo sorso, e alle 17 era tutto come prima, nonostante ne stesse bevendo diversi bicchieri.
E così alle 18, e alle 19, e alle 20, ora in cui Nicolas decise di ordinare due pizze, mangiarle in completa tranquillità, e poi sistemare l'insieme di posate lasciate a caso sulla tovaglia mentre Nelson raccoglieva le sue cose.

Ma non andò tutto secondo i piani.
Anzi.
Ora era lí, che gli faceva le coccole, come se fosse normale.

Il più piccolo si voltò, sperando di mettere fine a quella situazione già di troppo.
Ma le sue labbra erano così vicine alle sue, così belle e attraenti, sembravano chiamarlo.
Il cuore prese a battergli ogni secondo un po' più veloce di prima.
Si sfiorarono appena.

E fu in quel momento che Nicolas salutò l'autocontrollo e il buonsenso, dicendoli che si sarebbero rivisti al risveglio.
Non c'era spazio per loro.
Solo per una nutrita passione.

Non fu un bacio casto, ma proprio per niente: si catapultarono in uno scontro tra lingue, che non fece altro che alimentare il fuoco che si era acceso in loro.
Il moro voleva fermarsi, capire che cosa stesse succedendo, ma prima che potesse fare o dire qualcosa si era ritrovato con la schiena contro il materasso, e la gamba di Nelson che premeva sul cavallo dei suoi pantaloni.
Dei sospiri iniziarono a uscire dalle labbra gonfie e arrossate, il più grande se ne accorse e sorrise maliziosamente, tornando a torturare il più piccolo con baci lascivi sul collo, e dita che sfioravano la pelle sotto il tessuto della maglia.

Nicolas, ferma tutto adesso, questo è uno sbaglio, un terribile errore.
<Nelson, ti prego, aspetta un...ah>

Ma le parole gli morirono in gola quando la sua mano strinse con decisione l'evidente rigonfiamento nella parte bassa del suo ventre.
E diciamo con in quel momento, ogni briciolo di lucidità che era rimasto, sbiadì nel nulla.
Perché infondo a Nicolas piaceva.
Infondo lui lo voleva da due anni a quella parte.
Quindi che cosa c'era di sbagliato?
Stavano solo facendo sesso.

Erano nudi, che si toccavano ovunque, per sentire il corpo dell'altro.
Biascicavano parole confuse, alternate a baci e sospiri.
Finché Nelson non decise di passare al livello successivo, preparando Nicolas alla penetrazione effettiva.
Il moro chiuse gli occhi e strinse le coperte tra le dite, gli faceva male, e sapeva che quello non era niente in confronto a quello che avrebbe passato dopo. Un po' di paura c'era...
<Hey>

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