Capitolo 27

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Tornare a scuola non era mai stato così bello. Harry e Draco avrebbe potuto finalmente rivedersi, e da questo conseguiva anche il fatto che avrebbero dovuto capire bene come agire.

Per Draco gli ultimi giorni al Manor non erano stati molto facili, dal momento che pensava costantemente ad Harry e temeva che suo padre e il suo seguito avrebbero potuto anticipare le loro mosse. Ogni giorno era costretto a sedersi accanto a suo padre, al lungo tavolo della sala da pranzo, tra tutti gli ex mangiamorte, e sentire tutti i disgustosi piani che avrebbero messo in atto.

Oltre tutto, Draco aveva dovuto anche prestare molta attenzione a tutti quei discorsi così da riuscire a contrastarli più facilmente, anche se sapeva che sarebbe stato tutt'altro che facile.

Ciò che avrebbero fatto ormai era chiaro: il 14 febbraio, alle prime luci dell'alba, avrebbero fatto irruzione nel castello grazie alla metropolvere attraverso i camini che sarebbero stati abilitati dall'interno per il passaggio, con l'aiuto di alcuni infiltrati di cui Draco non riuscì a capire l'identità, e non gli fu rivelata nemmeno dopo averla espressamente chiesta a suo padre, che lo aveva congedato dicendogli che non gli sarebbe stato in alcun modo utile saperlo. Una volta entrati, avrebbero fatto strage di qualunque mezzosangue e non, eccetto i figli degli ex mangiamorte, dal momento che tutti gli studenti avevano aiutato nella Battaglia contro Voldemort.

Fin da subito, Lucius aveva messo in chiaro che per ultimo avrebbe ucciso Harry Potter, e lo avrebbe fatto Draco stesso, al cospetto di tutti, come una vera e propria rivincita per ciò che lui aveva fatto al Signore Oscuro.
Draco dovette mostrarsi più che felice di ciò, cosa che lo rese oltremodo nervoso ed agitato, nonché disgustato.

Ad ogni modo, le vacanze era finalmente terminate e  sia Harry che Draco si trovavano sul treno diretto ad Hogwarts, solo pochi scompartimenti a tenerli separati.

Con una fittizia scusa Harry se ne andò dal vagone che condivideva con i suoi amici per raggiungere gli ultimi, frequentati più o meno da nessuno, eccetto che da una persona dalla quale il Grifondoro desiderava andare più di ogni altra cosa.

Entrò nello scompartimento in cui si trovava Draco, chiuse la porta e subito si ritrovò la faccia del biondo incollata alla sua.

Adesso Harry poteva davvero dire di essere felice.

"Mi sei mancato." Gli sussurrò all'orecchio Draco, il quale aveva iniziato a baciargli il collo con foga, in modo tale da lasciare dei segni violacei, come a voler mettere un marchio su Harry.

"Anche tu. Da morire." Rispose Harry, gemendo, mentre si beava delle labbra di Malfoy sul suo collo.

Draco lo guardò negli occhi e sorrise, poi spostò lo sguardo, adesso diventato molto più malizioso, sui segni che aveva appena lasciato sul collo di Harry.

"Forse ci sono andato giù pesante." Asserì ammirando la sua opera.

"Cosa?" Harry si toccò il punto che l'altro stava guardando intensamente, poi si girò di scatto verso la porta dello scompartimento per vedere il suo riflesso sul vetro.

"Come pensi che riuscirò a coprili idiota?" Esclamò Harry, fingendosi irritato, anche se in realtà adorava avere addosso un marchio che lo facesse in qualche modo appartenere a Draco.

Draco ghignò. "E chi ha detto che devi coprirli?"

Poi, all'improvviso, prese Harry per la cravatta, lo avvicinò a sé e lo baciò ancora, ancora e ancora.

* * * * * * * *

Il treno stava per arrivare a destinazione ed Harry era ancora insieme a Draco. I due erano sdraiati su uno solo dei due divanetti ai lati del tavolo. Draco era appoggiato allo schienale, Harry gli stava davanti e il biondo lo teneva stretto a sé con un braccio, per non farlo cadere ad ogni minima curva del treno, e con l'altro gli accarezzava il volto e gli sistemava, di tanto in tanto, una ciocca di capelli ribelle dietro all'orecchio.

"Cosa diranno lenticchia e la Granger quando ti vedranno tornare dopo ore e ore?"

"Sinceramente non m'importa. Vorrei che potessimo rimanere così per sempre."

Draco annuì e gli baciò dolcemente la testa, stringendolo di più a sé.

"In realtà pensavo di parlargli di noi, sempre se sei d'accordo, e magari raccontargli tutta la storia di tuo padre. Di loro mi fido e sicuramente ci aiuteranno."

Draco odiava l'idea che qualcuno dovesse venire a sapere di ciò che condivideva con Harry. Era l'unica cosa bella che gli era successa negli ultimi anni e voleva proteggerla il più possibile. Ma sapeva anche che Harry aveva bisogno dei suoi amici, di renderli partecipi della sua vita, perché erano l'unica famiglia che aveva, anche se un giorno avrebbe tanto voluto diventare lui stesso la famiglia che Harry tanto desiderava. Perciò nascose la sua riluttanza e annuí.

"Certo che sono d'accordo. Se rende felice te, rende felice anche me."

"Grazie." Rispose Harry, girandosi per baciarlo sulla bocca, e strinse la sua mano in quella di Draco.

* * * * * * * *

Quando scesero dal treno, Ron ed Hermione non avevano chiesto ad Harry dove fosse stato, avendolo con ogni probabilità intuito dai succhiotti che il ragazzo aveva sul collo.

Riportarono i loro bauli nelle stanze, sistemarono le loro cose in silenzio, fin quando, poco prima della cena, Harry bloccò sulla porta i due amici che stavano per uscire dalla Sala Comune per recarsi nella Sala Grande.

"Ragazzi devo parlarvi."

Hermione subito gli sorrise, e insieme a Ron si misero seduti sulle poltrone, essendo ormai rimasti soli.

"Ti ascoltiamo." Gli disse l'amico.

"Credo che ormai abbiate capito che mi sto vedendo con qualcuno."

"L'avevamo intuito." Scherzò Hermione.

Harry le sorrise. Adesso doveva solo dire che quella persona era Draco. Erano semplicemente quattro parole. Quella persona è Draco. Harry se le ripeteva nella testa a raffica, ma dalla sua bocca non usciva niente.

Ron fece un segno d'assenso, come a invitarlo.

Harry aveva paura della loro reazione. Erano stati acerrimi nemici per così tanto tempo. Non sapeva nemmeno lui come era potuto nascere così tanto amore da un così grande odio. Anche se alla fine ormai Harry aveva capito che l'amore e l'odio non erano cose così diverse. Erano quasi due facce della stessa medaglia. E il moro era davvero contento di aver girato il lato di quella medaglia su cui era impresso l'odio per scoprire, sul retro, l'amore.
E con questi pensieri in testa, lo disse.

"Quella persona..." Respirò a fondo. "Quella persona è Draco."


MY SPACE!

Bonsoir! Mi rendo conto benissimo che questo capitolo presenta un'alta dose di dolcezza che non è molto da me, ma oggi sono particolarmente felice perché probabilmente il 18 potremo avere qualche libertà in più e mi sto sentendo con un ragazzo da quasi due mesi, praticamente dall'inizio della quarantena (grazie universo che mi remi contro!), e forse dopo il 18 potremo vederci e raga aiuto sclero perché non pensavo che mi sarebbe mai capitato AHAHAHHAHAH (viva l'autostima✌🏻). Adesso smetto di straparlare. Spero che il capitolo vi piaccia, l'ho scritto tipo in due ore perché mi avete chiesto in tantissimi di aggiornare e mi avete motivata tantissimo, vi amo♥️

Kiss, kiss,

Ginevra🌈

Dopo la Guerra |Drarry|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora