Capitolo 17

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Hayley si era addormentata ed io ero rimasta incollata a lei, con una mano a sorreggere la testa e con l'altra ad accarezzarle il braccio, mi girai, mi sdraiai e  tirai su il lenzuolo, ma ero preoccupata… Mike era ancora là fuori e armato, lo so che stesse pensando solo a me, ma mi preoccupavo per Hayley, non per qualcun altro, ad un certo punto lei iniziò a parlare nel sonno “Alex… so che sei sveglia” disse con la voce impastata, si girò e appoggiò la testa sul mio petto “cos’è che ti preoccupa?” domandò “stavo pensando a Mike… e il pensiero di non essere riuscita ad arrestarli non mi fa dormire la notte” dissi, mi strinse forte “vedrai che lo prenderai, stai tranquilla” disse dolcemente “lo spero, non voglio metterti in pericolo… ho promesso che ti avrei protetta” dissi, poi mi accorsi che aveva iniziato a russare leggermente e mi zittì, lasciandola dormire tra le mie braccia.
Finalmente chiusi gli occhi e riuscì ad addormentarmi anch’io, ma non durò molto… il mio cellulare iniziò a squillare e non voleva smettere, aprì gli occhi e misi giù la telefonata tornando a dormire, ma il telefono riprese a suonare “pronto!” dissi con la voce impastata dal sonno “Detective Miller, finalmente ha risposto alla chiamata” disse Mike dall'altro lato del telefono “vuoi sapere perché ce l'ho tanto con te? Incontriamoci all'entrata di Centrale Park, da sola e disarmata” disse staccando la chiamata, Hayley sbandò “ho sentito, Alex… non penserai che ti lasci andare davvero da sola?” disse nervosa “Hayley… se ho accettato… è per proteggerti” iniziai a dire “non posso permettermi di perderti, non di nuovo” disse, non sapevo che dire, ma sapevo di avere un lavoro da fare, il telefono riprese a squillare ed io risposi di nuovo “tik tok, coniglietto, il tempo scorre” disse per poi staccare “Alex.. so di non poterti impedire di andare, ma ti prego, torna da me” disse dandomi un bacio sulla guancia “tornerò sempre” risposi dandole un bacio sulle labbra. Mi vestì ed uscì di casa, presi le chiavi della macchina e salì e misi in moto. Arrivai a Central Park ed un ragazzo incappucciato era appoggiato all’entrata, appena vide la macchina fermarsi, venne verso di me a passo spedito, aprì la portiera e mi obbligò a scendere, mi perquisì “assurdo, di solito le faccio io” dissi ironica “beh, adesso non sei la detective” disse al mio orecchio. Mi girai e lo guardai negli occhi “perché mi odi tanto, Mike? Eh? PARLA CAZZO!” dissi “vuoi davvero saperlo, Alex? Ne sei tanto sicura oppure sai?” disse lui “sì, lo voglio sapere” dissi, ma lui cacciò una pistola dai pantaloni e la puntò contro “ti sei sempre lamentata della tua infanzia di merda, Alex ed io non ho mai potuto dire nulla, anche mio padre è stato uno stronzo ma non mi lamentavo così tanto” disse “lo sai quello che mi ha fatto, Mike” dissi “volevo che soffrissi, perché ero invidioso della tua felicità, hai tutto… hai m una moglie bellissima e io invece? Non ho nulla” disse. Lui continuò a puntarmi la pistola contro, ma in quel momento… arrivò una volante della polizia con le sirene spiegate, il sergente Collins uscì dalla macchina e lo bloccò “Michael sei in arresto, per minacce a pubblico ufficiale e per concorso in omicidio” disse, dalla macchina uscì anche Hayley che mi sorrise dolcemente “stavolta sei stata tu a proteggermi” dissi sorridendo, mi abbracciò forte e mi strinse come se non mi vedesse da tempo “anche io ho promesso che ti avrei protetta… e poi lo sai, non ti avrei mai lasciata andare da sola” disse senza interrompere l'abbraccio, poi mi afferrò la mano e mi portò a fare colazione in una tavola calda, il proprietario appena ci vide la salutò ed io non capì “lo conosci?” domandai confusa “ah, beh, sì… ho lavorato qui per qualche mese” disse “ma 6 anni fa… lavoravo qui per permettermi di venire a Londra e cercarti” disse quasi imbarazzata “tu sei pazza…” dissi sorridendo, lei arrossì “ma pensa positivo, mi hai trovata” dissi, accarezzandole la guancia, Hayley mi prese il braccio e alzò la manica della maglia “che cerchi?” domandai confusa “ho sempre amato i tuoi tatuaggi, ma non li ho mai visti da vicino” disse, tracciando con il dito la linea dell'inchiostro impresso sulla mia pelle “ti sei tatuata un'H?” domandò divertita “non eri quella del “e se dovesse finire”? Disse prendendomi in giro “speravo di potermelo tenere per me, ma… il giorno in cui entrasti nel salone di tatuaggi, quando ti dissi di aver voltato pagina, in realtà non l'avevo mai fatto.. in più, speravo nel fatto che tu non ti arrendersi e avevo ragione” dissi incrociando le dita della mia mano con le sue. Uno dei camerieri ci venne a servire i piatti e iniziò a parlare con Hayley “è da quando lavoravo qui… che ho sempre voluto chiederti una cosa” iniziò  a dire, io feci finta di mangiare per vedere fin dove si sarebbe spinto “vai, chiedi pure” disse Hayley, il ragazzo si schiarì la voce “non è che usciresti con me?” domandò, timidamente… mi faceva tenerezza rispetto ad altre persone gliel'aveva chiesto con gentilezza Hayley lo guardò dolcemente “mi dispiace dirtelo così… ma io sono sposata” disse, il ragazzo la guardò confuso “sposata? E chi è il marito?” domandò, io alzai la mano e sorrisi “io” risposi, il ragazzo mise su una faccia dispiaciuta “mi dispiace, non sapevo… ma sono contento che tu sia felice, davvero” disse poi mi tese la mano come per presentarsi “Io sono Gary” disse, io gliela strinsi e mi presentai a mia volta “Alex, piacere mio” risposi sorridendo, lui si morse il labbro e ancora dispiaciuto per la delusione ricevuta andò via “è sempre divertente” dissi “cosa?” domandò confusa “vedere la gente provarci spudoratamente con te nonostante ci sia io a guardarli male… però dai, lui è stato gentile” dissi iniziando a ridere “ah, sì… quando lavoravo qui, ho sempre pensato fosse gay… ma a quanto pare in quel periodo il mio gay radar era rotto” disse ironica, il mio sguardo cadde sul suo sorriso e venni sfiorata dall'idea di baciarglielo tutto “posso baciarti, Hayley?” domandai con un filo di voce “Alex… non c'è bisogno di chiedere il permesso, sei mia moglie” disse “dillo di nuovo” dissi “sei mia moglie” disse marcando l’ultima parola ancora di più.
Hayley's Pov
Eravamo ancora alla tavola calda, fin quando il suo cellulare iniziò a squillare, lei rispose preoccupata “che vuole?” domandò “perché vorrebbe parlare proprio con me?” continuò a parlare, il suo tono iniziava a scaldarsi “sì, arrivo” disse scocciata, mi guardò dispiaciuta “mi dispiace, Hayley” disse dolcemente “è il tuo lavoro, perché dovresti scusarti?” dissi “dai, vieni, prima ti accompagno a casa però” disse “cosa, non ti fidi?” domandai ironica “sì che mi fido, è che non mi azzardo a farti camminare per New York da sola” disse dolcemente “ma se ci sei tu a catturare i cattivi…” dissi ironica “ed è per questo che ti riaccompagno a casa” rispose.
Mi tese la mano ed uscimmo dalla tavola calda, mano nella mano camminammo verso la macchina, mi aprì la portiera e mi fece salire per prima. Appena mi accompagnò a casa, salì di sopra e si andò a cambiare, trasformandosi nella detective più sexy che avessi mai visto, neanche nelle serie TV “Hayley… ti esce la bava dalla bocca hahah” disse prendendomi in giro io risi e la salutai con un bacio “ci vediamo più tardi, okay?” disse dolcemente “resterò qui, non mi muovo” dissi. Mi diede un ultimo bacio per poi uscire di casa, salire in macchina e andare via, chiusi la porta e mi andai a sedere sul divano, accesi la TV e cercai di rilassarmi, ma proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta, sperai fosse Alex che si fosse dimenticata qualcosa… ma quando aprì, mi ritrovai davanti una donna della quale avevo completamente dimenticato l'esistenza: mia madre. “Ciao, Hayley” disse.

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