6 ~ Intensità

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Come Mauro aveva preventivato, Vinicio non si fece attendere molto: arrivò in anticipo di ben dieci minuti e, anche se varcò la porta di casa sua con un'espressione che all'uomo parve alquanto indisponente, non si tirò indietro e subito rispose alle sue avances, stando al suo gioco.

Mauro lo punzecchiò un po', cercando di suscitare in lui alcune di quelle piccole reazioni istintive che tanto gli piacevano, ma sembrava che l'altro non fosse totalmente coinvolto. Nel rendersene conto, Mauro incominciò a indispettirsi e divenne più molesto del solito: iniziò a stuzzicargli i fianchi, pizzicandoli da sotto i vestiti con la punta delle dita, quasi a volergli fare il solletico.

«Ma che fai?» si lamentò Vinicio.

«Sto cercando di accendere lo stoppino» rispose prontamente Mauro: la manifesta ritrosia dell'altro stava incominciando a infastidirlo.

«Spiritoso» disse freddamente il giovane, senza quel tono piccato che aveva caratterizzato i loro battibecchi precedenti; in realtà si stava rimproverando duramente per l'ansia che lo stava attanagliando dal giorno precedente.

Mauro tentò ancora una volta di approcciarsi a lui e Vinny parve iniziare a rispondere ai suoi stimoli: l'uomo gli sfiorò le labbra con le proprie, sorrise e gli morse delicatamente il labbro inferiore. Gli piacevano le sue labbra, il loro sapore.

«Andiamo in camera?» propose Vinicio, deciso a distrarsi definitivamente dalle proprie angosce, sperando di non risultare troppo sfacciato; quel rapporto era iniziato già in maniera abbastanza squilibrata ma, del resto, se come immaginava Mauro l'avrebbe sbattuto fuori da casa sua e dalla sua vita dopo quella scopata, quella breve parentesi nella sua vita non avrebbe avuto alcuna importanza.

«Il letto è per gli innamorati. Non ti illudere, ragazzino: dobbiamo solo scopare.»

«Voglio solo stare comodo» chiarì Vinny.

Mauro sorrise beffardo e lo spinse verso la cucina.

«Puoi sempre appoggiarti al tavolo» rispose tornando a cercare un contatto diretto con la sua bocca.

«Almeno potremmo andare sul divano» suggerì il giovane tra un bacio e l'altro, dal momento che non aveva nessuna voglia di spaccarsi la schiena o di fare il contorsionista; aveva dormito male e si sentiva un po' incriccato.

«Peccato che io non abbia un divano. Vuoi scopare o no?»

«Sì che voglio» confermò Vinny, tenendolo stretto; non si sarebbe certo fatto sfuggire quell'occasione per dei piccoli dettagli: aveva bisogno di sfogarsi.

«Perfetto. Allora andrà bene farlo anche qui, oppure la cosa ti crea problemi?» domandò Mauro irrigidendosi un po': non era un poveraccio, ma non navigava di certo nell'oro.

La sua vita, in verità, era abbastanza mediocre e ordinaria e il fatto che al suo possibile amante quel particolare di lui potesse creare dei problemi lo indispettì. Era uno schianto, ma all'uomo parve che il giovane iniziasse a muovere troppe pretese che lui non era disposto ad accontentare.

«Vado dove vuoi» sussurrò con voce roca Vinicio.

Quella risposta fece spuntare un sorriso sulle labbra di Mauro e tutte le paranoie che avevano preso a tormentarlo parvero spegnersi di colpo: finalmente, sembrava che l'altro iniziasse a capirlo. Stava cercando qualcosa di semplice, magari anche selvaggio. Qualsiasi cosa pur di mettere a tacere, anche soltanto per pochi secondi, i fantasmi del suo passato.

Vinicio, vedendolo un attimo distratto, ne approfittò per iniziare un piccolo assalto al suo collo, leccandolo e succhiando quella pelle con avidità, per nulla stupito di trovarla buona, leggermente salata e profumata, mentre le sue mani vagavano sulla schiena dell'uomo. Gli dava fastidio quella differenza di altezza, anche se allo stesso tempo lo eccitava; aveva sempre adorato gli uomini più alti e piazzati di lui, molto mascolini.

INDISPONENTEWhere stories live. Discover now