26 ~ Montagne russe

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Dalla porta socchiusa della camera da letto non sembrava giungere alcun rumore, perciò Mauro si muoveva nella cucina cercando di fare il meno casino possibile, con la speranza di mettere in atto il suo piccolo piano prima che Vinicio si svegliasse. Si morse un labbro e scosse la testa sentendosi arrossire come un ragazzino mentre fissava il vassoio con la torta che si era fatto consegnare il giorno prima; tra una cosa e l'altra, lui e Vinny avevano finito per non consumarla. Ne tagliò una fetta con estrema cura, trasferendola su un piatto, e afferrò un cucchiaino.

Aveva visto scene di colazioni a letto all'interno di alcuni film, ma non ricordava bene se ci fossero delle regole base da rispettare affinché quella diventasse un gesto carino. Sperava soltanto che Vinicio avrebbe gradito. Entrò in camera e trovò il giovane ancora addormentato, rannicchiato verso la zona del letto in cui avevano dormito insieme; gli era rimasto abbracciato per tutta la notte, come per paura di sentirlo svanire da un momento all'altro.

L'uomo sorrise scrutando i suoi lineamenti nella penombra: sembravano così distesi e rilassati nel sonno. Adagiò il piatto su uno dei due comodini e si chinò su di lui, premendo un ginocchio sul materasso. Baciò la fronte del suo mulo e prese a solleticargli una spalla, cercando di svegliarlo. Vinny emise qualche mormorio indistinto, spostandosi un po', ma non aprì gli occhi.

L'uomo ridacchiò e intrufolò le mani sotto la maglia del pigiama che gli aveva prestato per la notte. Gli solleticò i fianchi e gli morse delicatamente un angolo del collo.

«Mhh, Mauro?» chiamò con voce un po' impastata il giovane, aprendo finalmente gli occhi e sorridendo sereno. «Ciao.»

«Buongiorno, principessa!» lo canzonò Mauro, correndo a palpargli il sedere e facendolo voltare completamente nella sua direzione. «La colazione» aggiunse, rivolgendo uno sguardo in tralice al comodino dove aveva poggiato il piatto con la torta.

Il volto di Vinicio si illuminò ancora di più, quindi il giovane si tirò a sedere e rispose con entusiasmo: «Che bello! La famosa torta. Hai proprio deciso di viziarmi... Non vedo l'ora di assaggiarla», quindi si sporse per cercare le sue labbra per un breve bacio.

Il suo amante ricambiò il bacio e poi annuì piano, allungando un braccio per recuperare il piatto. Prese un po' del contenuto con il cucchiaino, accostandolo alle labbra dell'altro, fissandolo con estrema intensità, come se stesse studiando ogni sua più piccola reazione ai suoi gesti.

Vinicio si morse le labbra e strinse un po' gli occhi, quasi brillanti di gioia, poi aprì la bocca e senza aspettare l'altro si spinse in avanti per assaggiare quella delizia; che poteva farci se il cioccolato lo faceva impazzire?

«Mhh!» commentò mentre il piacere legato a quel sapore meraviglioso lo travolgeva. «Devi dirmi in quale pasticceria l'hai presa, poi. Ma non esagerare coi vizi: devo mantenermi in forma. Quel culo che ti piace tanto è frutto di anni di fatica!»

«Ma anche no. Primo: io ti vizio quanto cazzo voglio, finché posso e non ti dico dove l'ho comprata. Solo io posso comprartela lì. Secondo: preferisco i tuoi fianchi» lo provocò mordendogli un labbro per poi spalancare appena gli occhi nel gustarsi il sapore della torta fuso a quello del suo amante.

«Ti piaccio dolce?» sussurrò Vinny.

«Mi piace come sei, in tutti i gusti che sei» ribatté Mauro, cercando di approfondire il loro bacio.

«Che ore sono? Devi andare a lavoro? Mi sta venendo voglia di te» disse emozionato il giovane, avvertendo già una certa fretta.

Mauro strofinò la punta del naso contro quella dell'altro, schiocchiandogli l'ennesimo bacio sulle labbra.

INDISPONENTEWhere stories live. Discover now