ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 5 𝑺𝒖𝒂 𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒂̀

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Le carrozze rallentarono gradualmente fino ad arrestarsi del tutto e per qualche secondo non si sentì altro che il suono picchiettante della pioggia sul tettuccio

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Le carrozze rallentarono gradualmente fino ad arrestarsi del tutto e per qualche secondo non si sentì altro che il suono picchiettante della pioggia sul tettuccio.

Poi gli sportelli si spalancarono, aperti dall'esterno, rivelando un largo tappeto scarlatto che si interrompeva ai piedi di un piccolo ingresso finestrato.

La principessa si apprestò a scendere, con non poche difficoltà dal calesse, venendo subito seguita dalle altre due donne che vi erano a bordo.

Quattro ombrelli si aprirono immediatamente per ripararla dal piovasco, sostenuti dalle esili braccia di cameriere in uniforme. Un grande fiocco bordeaux caratterizzava il vestiario della servitù, legato attorno alla vita con due lunghi nastri che si posavano sulla corta gonna di pizzo nero.

«Ben arrivate, Altezza, Madame di Grand Lumiere!» Intonò un coro di voci femminili in assoluta obbedienza.

Cecily le fece segno di proseguire, così Natalia avanzò a disagio su quel pavimento di stoffa, accompagnata dalle serve che reggevano i parapioggia. Stavano sempre ben attente a non avvicinarsi troppo alla voluminosa sottana del suo vestito.

Mise i piedi all'interno della soglia, trovandosi in un piccolo atrio marmoreo, sostenuto da sottili e slanciate colonne di diaspro lavorato con intarsi di quarzo e granito.

Il ricco mobilio richiamava i toni del cremisi. Il tessuto dorato dei cuscini posati sui divani luccicava alla luce dei due fastosi lampadari di cristallo appesi al soffitto.

Al centro della sala, con i piedi sopra un variopinto mosaico di minuscole tessere, una figura indubbiamente maschile le stava aspettando con l'immobilità di una statua.

Il re di Eniteo era in assoluto uno degli uomini più belli che avesse mai visto in vita sua. Alto e dalle spalle larghe, il cui fisico prestante non veniva celato nemmeno dalla costosa giubba aurea indossata in quel momento. I bottoni, lasciati aperti, davano uno scorcio sul farsetto rossiccio.

Le culottes in tinta si chiudevano poco sopra il ginocchio lasciando in bella vista le calze bianche che scomparivano all'interno delle scarpe di grande fattura.

I capelli di un caloroso giallo scuro erano simili alla criniera di un leone. Portati irregolarmente all'indietro con ciuffi ribelli dall'aria provocante, mentre la barba era curata al millimetro attorno alle labbra e sul mento.

Gli occhi focosi, resi taglienti dall'inclinazione delle palpebre, scrutavano nella loro direzione senza lasciar trasparire alcuna emozione. La bocca, invece, distesa in un flebile sorriso di circostanza.

La principessa percepì una strana sensazione avvolgerla fino a quasi soffocarla, come se l'autorità emanata da quell'uomo fosse percepibile a pelle. Un velo di timore reverenziale che colpiva chiunque si trovasse nelle sue vicinanze.

Strinse il ventaglio nelle dita della mano destra, cercando di non distogliere lo sguardo. Tuttavia, fu ugualmente lieta di dover abbassare il capo per fare la riverenza, imitando il comportamento rispettoso dell'altra nobildonna.

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