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-I'm not worthy-

La febbre, quella notte, rovinò i sogni di Katsuki.
I pensieri si intrecciavano, distorcevano, ingigantivano. La testa gli faceva male eppure non apriva gli occhi.
Izuku non era accanto a lui, che fosse questo ad agitarlo così tanto? la febbre saliva, lui spalancò gli occhi tirandosi a sedere.

I suoi cappelli erano incollati alla fronte madida di sudore. La testa gli faceva male, si sentiva debole. Si guardò attorno, lui non c'era. Lo chiamò un paio di volte, la sua voce usciva roca e la gola gli sembrava che andasse in fiamme. Tentò di alzarsi in piedi, sentiva le gambe intorpidite.

Si appoggiò al muro per cercare un po' di stabilità, sembrava trovasse un minimo sollievo dal mal di testa che gli martellava le tempie appoggiando la fronte contro il muro della sua stanza. Gettò un occhio sulla sveglia, erano le 5:30 del mattino. Lo chiamò ancora, anche se parlare gli provocava un fastidio lancinante, sapere di essere solo gli faceva solamente aumentare il mal di testa.

Aprì la porta di camera sua, lo chiamò nel corridoio, nessuno rispose. Camminò barcollando per il corridoio, ogni passo che faceva sembrava insostenibile. Si trascinò miseramente fino alle scale, appoggiò nuovamente la testa contro il muro ricercando quel sollievo che aveva trovato poco prima solamente appoggiando la sua fronte contro la parete fresca della sua camera.

La testa pulsava, la gola bruciava, poteva sentire il cuore battere nelle orecchie.

I brividi lo scuotevano mentre si sentiva cadere. Si fece scivolare a terra, tenendo una mano stretta sulla ringhiera in legno delle scale.

Aveva caldo? Aveva freddo?
Si sentiva stanco, le palpebre pesavano e la testa doleva. La presa sulla ringhiera scivolava sempre di più, si portò la mano alla fronte.
Chiuse gli occhi, li riaprì.

La luce del corridoio sembrava stordirlo ancora di più, richiuse gli occhi.
"Katsuki che ci fai a terra?" Disse Masaru avvicinandosi al figlio.
"Sta' zitto vecchio, la tua voce mi fa sentire ancora più male" disse portandosi di nuovo una mano sulla testa e stringendo ciocche dei suoi capelli biondi fra le mani.

Masaru si avvicinò ancora di più e con un gesto fugace ma affettuoso, rialzò Katsuki dal pavimento aiutandolo a fare le scale fra le imprecazioni e gli sbuffi del biondino a cui l'uomo non diede troppo peso.

Aiutò Katsuki a stendersi sul divano e andò a preparare del tè in cucina, cercando il termometro fra i pensili all'ingresso. Katsuki sentiva il fiato corto, cercò di alzarsi così da respirare meglio ma il dolore alla testa lo costringeva a stare sdraiato. Gli sembrava di impazzire, sentiva che la testa gli sarebbe esplosa.

Sentiva grida che gli laceravano le orecchie provocando quel dolore così insopportabile alle tempie. Si agitò, dove era andato a finire quel nerd di merda? Mosse la coperta che suo padre gli aveva messo e fece per alzarsi, le sue gambe cedettero non appena mise il primo piede a terra.

Sdraiato sul parquet di quercia del suo salotto, l'idea che Izuku lo avesse abbandonato davvero passò per la sua mente. Spalancò gli occhi aprendo la bocca per chiamarlo ancora. Le parole uscivano a stento dalla sua gola, a lui non importava neanche più di quanto male facesse parlare.

Continuò a dire il suo nome a voce sempre più alta sperando di veder arrivare il verdino. A sentire quelle urla, suo padre accorse dalla cucina stringendo, fra le mani, un termometro che posò distrattamente sul tavolino davanti al divano.

Si piegò su Katsuki che quasi sembrava non aver notato il suo arrivo e lo tirò su in piedi facendolo, poi, sdraiare nuovamente sul divano e recuperando anche la coperta che era finita a terra.

Il ragazzo si aggrappò alla maglia del padre aprendo finalmente gli occhi velati e arrossati a causa della febbre alta.
"Papà, hai visto Izuku da qualche parte?" Disse Katsuki con le lacrime agli occhi respirando a fatica.

L'uomo spalancò gli occhi, no, non voleva crederci...
Sorrise gentilmente al figlio cercando invano di tranquillizzarlo sebbene Katsuki continuasse ad agitarsi chiamando il nome del verdino.
Masaru lo guardava con gli occhi lucidi.

Allora era proprio così...
Forse è colpa della febbre alta...
L'uomo non sapeva cosa pensare, le parole dello scorso pomeriggio gli tornavano in mente mentre accarezzava i capelli biondi del figlio.

Katsuki sembrò calmarsi, il suo respiro era ancora affannoso ma aveva smesso di dimenarsi. Masaru continuava a passare le sue mani fra i capelli del ragazzo, un gesto che gli era sempre piaciuto fare quando Katsuki, da bambino, finalmente si addormentava dopo scenate di urla e pianti. 

Gli era sempre piaciuto guardare i lineamenti rilassati del suo bambino quando dormiva, passare le dita fra quei morbidi capelli lo rilassava. Eppure adesso c'era qualcosa di diverso in quei movimenti affettuosi. Preoccupazione? Ansia? Paura? Guardava suo figlio dormire e rivedeva ancora quel terremoto che era da piccolo.

Sorrise appena tirandosi in piedi. Guardò a lungo Katsuki come se volesse imprimere quell'immagine nella sua mente. Il suo bambino era cresciuto ormai, non aveva più bisogno che lui passasse le sue dita fra i suoi capelli per farlo addormentare o che gli leggesse quelle noiose fiabe che ormai conosceva a memoria.

Aggiustò la coperta, misurò la febbre e, dopo aver constatato quanto fosse alta, si trascinò in camera sua per cercare delle medicine. Prima erano soliti lasciarle in un cassetto all'ingresso ma, da quando Katsuki andava dalla dottoressa, la stessa aveva suggerito a loro di nascondere medicinali per evitare qualsiasi rischio. Quel pensiero faceva ancora venire i brividi a Masaru nonostante fossero passati mesi dalla prima seduta.

Percorse la strada a piccoli passi rigirandosi più volte per controllare che suo figlio stesse ancora dormendo. Aprì piano la porta di camera sua cercando di non svegliare Mitsuki che si alzò con il  busto non appena suo marito entrò nella camera.

Masaru la ignorò prendendo a trafficare fra le chiavi dei cassetti nascoste sopra l'armadio dietro ad una scatola piena di vecchi giochi che non aveva ancora buttato per mancanza di coraggio.
La donna sospirò.
"Masaru, dobbiamo ascoltare ciò che dice la dottoressa..." disse a bassa voce guardando la schiena del marito.

L'uomo aveva appena afferrato la chiave del cassetto e lo aveva aperto prendendo a cercare delle medicine all'interno.
"È per il suo bene, devi capirlo" disse fermamente Mitsuki. Masaru le diede uno sguardo truce e, nonostante la poca luce che c'era nella stanza, era abbastanza sicuro che lei lo avesse visto.

"Sai come la penso su tutta la questione, pensavo che ieri fosse bastato per farti capire come la penso, sai che farei tutto per Katsuki ma... dobbiamo esserne sicuri okay? Riflettiamoci per favore, magari non è come sembra..." disse Masaru in tono malinconico estraendo una scatola di compresse dal cassetto.

"Chiudi tu?" Chiese alla moglie vedendola annuire e accennare un sorriso. La ringraziò e scese le scale tenendo fra le mani la scatola. Si sporse dal divano, suo figlio dormiva ancora. Prese posto sul pavimento accanto a lui, lo guardava, sorrideva.

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YO
Ci sono genteee
Per ora non sono ancora riuscita a sistemare il problema con le segnalazioni ma non sapendo quando riuscirò a risolverlo, non volevo farvi aspettare ancora di più per un aggiornamento.
Come state belli?
Ditemi cosa ne pensate del capitolo ;)
See ya

Numb || BakudekuWhere stories live. Discover now