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-I'm unsteady-

Le ore di lezione passarono lente.
Katsuki si limitava a disegnare distrattamente sul quaderno degli appunti una figura astratta, senza volto, semplici scarabocchi in cui cercava di trovare il filo logico e conduttore.

Arrivato all'ora di pranzo di alzò, prese le sue cose, e camminò senza fretta verso la mensa. Era solo ed era felice di esserlo.
Passò davanti alla fila di armadietti per le scarpe e trovò il verdino appoggiato ad uno di essi che fissava l'orizzonte strizzando gli occhi per la luce.

"Tutto bene?" Chiese Izuku vedendo Katsuki armeggiare nel suo armadietto, prima di tirare fuori il suo paio di scarpe.
Katsuki era silenzioso e particolarmente teso. Annuì appena, mettendosi lo zaino in spalla e camminando verso la porta, i suoi gesti erano meccanici. Izuku lo guardò andare fuori e corse per stare al passo.

"Ho fatto qualcosa che non va?" Chuese nuovamente il verdino mettendosi davanti a Katsuki che continuava a ignorarlo qualsiasi cosa facesse. Il biondino si limitava a passare il suo sguardo attento intorno a lui, fermandosi addirittura ogni qualvolta sentisse un fruscio di rami.

Solo una volta arrivato in fondo alla collina della UA si girò verso Izuku che, nonostante i comportamenti strani del biondino, non aveva smesso di seguirlo.
"Allora, mi vuoi dire che ti prende?" Disse il verdino con un leggero fiatone.
Katsuki si appoggiò distrattamente alla fermata del bus, facendo, al verdino, cenno di avvicinarsi e solo quando gli fu abbastanza vicino prese a parlare cercando di mantenere una posizione naturale.

"Hai detto che Kirishima sa qualcosa, no? Era già strano quando mi ha parlato qualche tempo fa. Non so cosa sa e non so fino a che punto può spingersi pur di scoprire altro. Meglio se, per un po' almeno, smetto di parlare con te nelle sue vicinanze, anche se solo a bassa voce"
Izuku si allontanò da lui leggermente.

"In effetti tutto questo è molto strano, non vedo come abbia potuto capire qualcosa" disse Izuku sedendosi alla panchina della fermata e stendendo le gambe davanti a lui.

Entrambi furono avvolti da un velo di silenzio, ognuno riverso nei propri pensieri e angosce, sembravano aver dimenticato che il mondo attorno a loro si muoveva. Si guardarono negli occhi e Izuku scoppiò a ridere facendo spuntare un sorrisino anche sul volto preoccupato del biondino.
"Senti, ti va di fare qualcosa con me oggi?" Chiese Katsuki staccandosi appena dal palo della fermata.

Izuku smise di ridere e lo guardò solamente.
"Be' si... se non ti scoccia ovviamente..." disse, non notando alcuna risposta dal verdino davanti a lui.
"Certo" disse Izuku alzandosi dalla panchina e mettendosi accanto al biondino.

Katsuki lo guardò da vicino, scrutò ogni suo particolare e quando finì si chiese come avesse fatto a vivere un anno intero senza di lui e come avrebbe fatto a vivere una vita intera se non gli si fosse presentato quella notte davanti.
Era pazzo? Forse, e allora? Lui se ne fregava. Non gli importava di esserlo, gli importava solo di riuscire a vederlo di nuovo, di sentire la sua voce di nuovo.

Avrebbe passato così il resto della sua vita? Aggrappandosi a qualche futile e risonante risata? Sì, perché la sua risata gli sembrava più bella quando si univa a quella del verdino, le sue preoccupazioni si alleggerivano quando stava con lui, il modo che prima vedeva in bianco e nero era tornato a colorarsi e solo grazie a lui.

Cosa mai potevano saperne i suoi genitori di cosa gli facesse davvero bene? Perché avevano così tanto insistito per farlo andare da una psicologa quando lui odiava tutto quel mondo composto da camici bianchi e sorrisi fittizi, messi su solo per darti una futile speranza.

Lui non ne aveva bisogno, lui stava bene, si sentiva bene o, almeno, adesso era convinto di stare bene. Non era più quel "bene" che inscenava davanti a tutti, quell'atteggiamento menefreghista che copriva cicatrici profonde, quel caratteraccio usato per nascondere le proprie paure. Non era più qualcosa di legato a quello, ora lui stava bene.

Quel giorno aveva deciso solo di stare bene con l'unico che riusciva a farlo sentire così, non voleva tornare in quel gelido studio, ne aveva abbastanza, lo faceva sentire oppresso, malato.
Strinse la mano di Izuku portandola in una tasca della sua giacca, il verdino lo guardò,  sorrise e poi riprese a parlare.
Katsuki guardava le labbra muoversi, i ciuffi che cadevano sulla fronte e la sua pelle chiara punteggiata da lentiggini.
Amava ogni dettaglio, ogni singolo, minuscolo e futile dettaglio.

"Kacchan sei sicuro che vada tutto bene?" Chiese Izuku guardando il biondino, Katsuki credeva di perdersi in quegli occhi. Annuì arrossendo leggermente, vedendo il verdino davanti a sé fare lo stesso prima di soffocare una risatina.
"Perché ridi?" Chiese Katsuki mentre le sue guance continuavano a tingersi di rosso.

"Oh niente... è solo che il rosso ti dona un sacco Kacchan..." disse Izuku prima di scoppiare a ridere. Katsuki cercò in ogni modo di non incrociare lo sguardo del verdino prendendo a giocare con una ciocca dei suoi capelli e imprecando a bassa voce.

"Allora vogliamo andare oppure no?" Chiese Katsuki cercando di sovrastare le risate del verdino. Izuku annuì, asciugandosi qualche lacrima con il dorso della mano prima di tornare accanto a Katsuki.

Camminarono per ore, parlarono per ore. Katsuki sembrava essersi completamente perso in quegli occhi verdi, in quei movimenti veloci, in quella risata paradisiaca. I suoi gesti sembravano stregarlo, i suoi sorrisi sembravano ridestarlo da un pianto silenzioso.
Venne la sera, Katsuki aveva spento il telefono e, quando tornò a casa insieme ad Izuku, tutto si aspettava tranne che trovarla vuota.

Nessun biglietto sul tavolo, nessun biglietto sul frigo e nessun messaggio nel telefono. La stanchezza si faceva sentire e lui aveva solo voglia di dimenticarsi di tutti i suoi problemi.
I loro passi riecheggiavano nell'ampio corridoio, la porta di camera sua si aprì scricchiolando.

Katsuki, dopo un anno quasi, riaprì quelle tende che tenevano in penombra la sua stanza e, non riuscendo ancora a specchiarsi, mantenne lo sguardo basso mentre apriva con uno scatto la finestra.
Si appoggiò al cornicione di essa sbuffando sonoramente.
"C'è qualcosa che non va?" Chiese Izuku avvicinandosi a Katsuki.
Il biondino raddrizzò la schiena richiudendo la finestra con un leggero sospiro.
"Non è niente" disse
"Speravo di riuscire a vedere le stelle anche da qua ma... lascia stare... speravo soltanto che qualcosa fosse cambiato là fuori "

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Wewewe
Come state belli?
Ditemi che ne pensate della storia, mi sto dando da fare per scriverne un'altra che uscirà dopo la fine di questa >:)
Ci vediamo <3

Numb || BakudekuNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ