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*spazio d'autrice*

Potrebbe darvi fastidio la scena finale del capitolo, se è troppo spinta avvisatemi e cercherò di renderla più alla portata di tutti, buona lettura. ♥️

«non è uno stronzo!» urla George dall'altro lato della stanza.

«si che lo è» replico io.

Dopo l'appuntamento di due sere fa George ha scoperto che Phillip, il suo compagno di giochi, lo tradiva continuamente con Fred, l'amico etero che diceva di avere.

George sospira per poi guardarmi «scopavamo soltanto, non è tradimento»

«ma almeno ci credi a quello che dici?» chiedo ridendo.

Annuisce e con aria molto triste si stende accanto a me.
È tutto il giorno che ne parliamo, alternando momenti di inquieta tristezza e momenti di pura gioia.

Non mancano però i momenti in cui approfittando della pioggia scommettiamo su quale goccia arriva per primo ad un traguardo immaginario, imitando un gioco che da bambini facevamo in continuazione.

George si è preso un giorno di malattia per poter non andare a lavoro ed io per non lasciarlo solo, mi sono presa una pausa dalla microeconomia e sono rimasta con lui.

«non troverò mai l'amore» piagnucola con la testa sul cuscino.

«si che la troverai» sospiro «non era quello giusto, ma arriverà» sorrido.

Alzandosi dal letto prova a convincere se stesso che Phillip è uno stronzo e corre giù per le scale arrivando alla piccola cristalliera dove mio padre conserva nomerosi alcolici.
Ha deciso di bere, ma a me non va così resto in camera mia a fissare la pioggia rigare la finestra.

Sto per addormentarmi quando noto al di là della finestra, sotto la pioggia, una sagoma scura.
Istintivamente mi avvicino e la apro.
È Jason, solo Jason.
Nessuna maschera, nessun mantello, nessun Robin e sono felice di questo.

«cosa ci fai qui?» chiedo sperando mi senta.

«non ti ho vista a lezione, volevo assicurarmi stessi bene» risponde.

Ci guardiamo negli occhi per qualche istante prima di correre a chiudere la porta della mia stanza a chiave e invitarlo ad entrare.

«no, ora vado via» sussurra.

«okay» esco dalla finestra e in pochi secondi sono davanti a lui.

«cosa fai? Ti prenderai un malanno se stai qui» prova a convincermi.

«ho aspettato» sospiro «ho aspettato troppo per avere la possibilità di parlarti, non ti lascerò andare via»

«ti prego» sussurra.

«no» lentamente mi avvicino «non ti lascerò andar via, non di nuovo» adesso mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso «non voglio che tu vada via, non sparire, non farlo più» alzandomi sulle punte mi avvicino alle sue labbra, mi blocco ad un solo centimetro da lui «ti prego» sussurro ed è lui ad eliminare le distanze completamente poggiando le sua labbra sulle mie.
Comincia a muoverle contro le mie sempre più energicamente, leccandomi e morendomi il labbro inferiore.
Infilo le mani fra i suoi capelli bagnati mentre lui prima mi cinge la vita come in un abbraccio e poi mi tira verso di sé con forza facendo combaciare i nostri corpi.
È un bacio lungo, frenetico che continuamente mi procura delle scosse elettriche che mi attraversano la schiena.
Sono attratta da lui, tutto di lui mi attrae e lo voglio qui, ora e non mi importa se qualcuno ci sente.

Interrompo il bacio per poter respirare anche se non voglio.
Con il respiro affannato entrambi ci guardiamo dritti negli occhi e appoggia la fronte alla mia «ti voglio» sussurro.
Si allontana, quel tanto che basta per guardarmi meglio.
«ti voglio» ripeto facendo scivolare le mani sul collo visto che fino ad allora erano rimaste fra i suoi capelli «ripetimelo» sussurra.

«ti voglio» rispondo.

«da sempre» sorride.

Dopo esserci baciati ancora un po' sotto quella pioggia incessante entriamo in camera mia.

Indietreggiando per non smettere di fissarlo inciampo su di un cuscino e finisco per terra.
Scoppia a ridere, una risata sincera che mai avevo sentito.

«dovresti ridere di più» constato notando quanto fosse bello in quel gesto così spontaneo.

Mi guarda inginocchiandosi difronte a me, mi avvicino alle sue labbra per poterlo baciare, comincia lui però a sfiorarle solamente più volte senza soddisfare la voglia che ho di sentire ancora la sua lingua giocare con la mia.
Lentamente si posiziona fra le mie cosce ed è solo quando sono completamente stesa che, finalmente, mi bacia.
Un bacio che pian piano pretende sempre di più.
Con la lingua mi lecca il labbro inferiore e poi incontra la mia che irrequieta cerca la sua.
Interrompe il bacio solo per raggiungere il collo per cominciare a baciare quello.
Con la lingua disegna cerchi immaginari sotto la mia mascella per poi piano scendere alla spalla ancora coperta dai vestiti bagnati.

Si solleva leggermente cominciando con l'indice a sfiorarmi il collo, la spalla, il seno, l'addome e il basso ventre.
Numerose sono le scariche elettriche che mi attraversano sotto quel tocco così leggero.

Si china nuovamente su di me e, giocando con l'orlo della maglietta, comincia a sfregare la sua intimità contro la mia.

Arrossisco alle sensazioni che mi provoca quel contatto, sensazioni così forti che costringono il mio corpo a muoversi con sincronia al suo.

Mi sfila la maglietta ed io faccio lo stesso con lui.
Quel corpo così bello e così vicino al mio aumenta il desiderio di averlo, vorrei che questi stupidi vestiti non ci fossero e soddisfare così la voglia di sentirlo mio.
Solo mio.

Con le dita gli slaccio la cintura e sbottono i pantaloni sfiorando la sua intimità gonfia, con l'indice massaggio la punta che esce dai boxer oramai troppo stretti, dopo aver ottenuto qualche roco gemito gli sfilo i pantaloni e successivamente i boxer.
Prima che io possa fare qualsiasi cosa comincia a baciarmi e nuovamente il mio bacino cerca il suo.

Sento le sue mani dietro la schiena e la presa del reggiseno allenatarsi poco dopo.
Dopo aver accarezzato e stretto fra le mani il mio seno, comincia a baciarlo, a succhiarlo provocandomi piacere e aumentando la voglia sempre di più di sentirlo dentro di me.

Continuo a muovere il bacino facendo combaciare il mio punto di piacere col suo e dopo qualche istante che a me è sembrato infinito, sfila velocemente i miei jeans, poi le mutandine e dopo avermi guardato con bramosia per qualche secondo comincia piano a baciarmi l'addome e scendere sempre di più seguendo una linea immaginaria.
Arrivato alla mia intimità sussulto di piacere quando la sua lingua comincia a giocare con essa.

Lecca, succhia, soffia ed è tutto così dannatamente bello che vorrei non smettesse mai.

«ti prego» sussurro mentre con la mano lo spingo verso il punto dove provo piacere.
Continua a baciare la mia intimità fin quando non raggiungo il punto più alto, poi, con una spinta leggera entra dentro di me e mi sento finalmente completa.

Spinge prima lentamente e poi sempre più forte, mentre con le dita gioca col mio punto di piacere.

«Jason» gemo raggiungendo insieme a lui il punto più alto.

Ancora col respiro affannato esce da me e si stende al mio fianco.
Sento il suo sguardo fisso su di me, uno sguardo che ancora brucia e che me lo fa desiderare sempre di più.

Una Notte Where stories live. Discover now