La Finale

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Quello stesso sabato James diede di matto agli allenamenti. La partita era stata più volte spostata perché Silente ci teneva a partecipare ma aveva alcuni impegni con i Presidi delle altre scuole. Alle fine si decise che si sarebbe giocata domenica 16 maggio, come era stato inizialmente stabilito. Le squadre avevano quindi una settimana in più per allenarsi, ma la cosa non tranquillizzò James Potter. Il ragazzo prenotava il campo in ogni momento libero e allenava la sua squadra allo sfinimento, gli fece fare degli esercizi bendati perché dovevano "imparare a percepire la palla con cui giocavano", per i Cacciatori fu quasi possibile, per Al che era un Cercatore fu inutile, ma per Star e Sirius fu quasi mortale. Tra gli allenamenti e le lezioni c'era pure da studiare per gli esami; Remus diventò il coach dello studio per i suoi amici stilando un programma alquanto impegnativo, ma ai suoi amici non importava di non dormire la notte dovevano prendere ottimi voti per realizzare i loro sogni.

Quella situazione aveva reso Sirius e James studenti modello, il problema era che la loro voglia di scherzi, a causa della mancanza di tempo per organizzarne di maestosi, si era incanalata tutta sul dare fastidio a Mocciosus. Ogni singola volta in cui lo incontravano Severus finiva vittima di qualche assurdo scherzo, e ciò metteva decisamente troppo di buon umore Sirius, ma Star vedeva che quelle risate erano una copertura, sapeva che il suo amico era preoccupato per qualcosa, ma non aveva il coraggio di stare sola con lui per chiederglielo, così sperò che se ne occupasse James. La ragazza si rendeva conto di essere ridicola ma il fatto era che ogni volta che restava sola con Sirius si sentiva come se non avesse più il controllo sul proprio corpo e suoi propri pensieri, e la cosa era a dir poco inaccettabile.

Impegnata com'era con i Malandrini, Star vedeva poco spesso Lily e le altre ragazze. Il che la preoccupava vista la freddezza con cui la trattava la rossa ultimamente, forse perché a volte anche Star finiva per insultare Severus solo per sentire Sirius ridere, nonostante sapesse che il ragazzo stava fingendo era anche conscia che perlomeno tormentare Mocciosus era una distrazione per lui.

Per questa miriade di motivi la seconda settimana di maggio volò via in un baleno. Il venerdì fu un giorno tremendo per Remus, stremato dallo stress e dai compiti si ritrovò ad avere un aspetto orribile. Madama Chips lo condusse al Platano Picchiatore sostenendo praticamente tutto il suo peso, cosa che impedì loro di essere rapidi e veloci come al solito.

"Cosa stai guardando?!" Esordì James cercando di non sembrare terrorizzato, ma lo era, perché Severus Piton stava scrutando il parco dalla finestra nella fioca luce del crepuscolo, e James sapeva che lì fuori Remus stava arrancando verso il Platano.

"Problemi Potter?" Replicò Severus voltandosi verso il suo nemico, avrebbe voluto continuare a seguire con lo sguardo le due figure illuminate appena dalla luce rossiccia, ma rifletté sul fatto che per quanto odiasse James Potter non era una buona idea dargli le spalle.

"Si: odio la tua presenza, e stai perdendo unto sul pavimento, è pericoloso. Ecco il mio problema." Ribatté James riacquistando sicurezza.

Prima che Severus potesse controbattere Sirius voltò l'angolo esclamando: "Hei, James, noi siamo pronti!"

"Pronti per cosa?"

"Non è sicuramente affar tuo Mocciosus." Lo liquidò Sirius.

"Lo è dal momento che fra poco scatterà il coprifuoco e voi siete in giro." Replicò Severus.

"Anche tu sei in giro." Sbottò Sirius prima di voltargli le spalle per parlare con James.

Il Serpeverde ne approfittò per vendicarsi e puntò la bacchetta contro la schiena del giovane Black, purtroppo per lui James fu più svelto; una poltiglia nera lo investì in pieno mandandolo lungo e disteso a terra.

La Fatica di Crescere - 5° annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora