Capitolo 10 - Chi sei tu?

30 7 2
                                    

Ran's pov

Per Conan le confessioni vanno fatte sdraiati sul letto, girati l'uno verso l'altra. Dirsi i segreti a bassa voce, cosicché il solo che li senta sia la persona al tuo fianco, guardandosi negli occhi, con la poca luce che basta per vedersi in faccia, rende tutto più caloroso. E quando si ripenserà a quel momento il ricordo sarà ricoperto da uno strato di zucchero, dolce e conservato nel cuore. E' in una di queste conversazioni che me l'ha detto e ne sono rimasta sorpresa. Non credevo che gli importasse tanto, sono discorsi troppo filosofici per lui e non ci ero abituata. Anche adesso, che di cose del genere non ne abbiamo più parlato, non so se sia stato un caso sporadico. Ma lui è contento quando lo facciamo, e lo sono anch'io. Conan mi racconta poco e niente della sua vita, di quello che pensa, di quello che prova. Eppure ieri sera era diverso.

- Sembri più colorito - ho costatato accarezzando piano il suo zigomo, ormai alto e sopraggiunto alle guance da bambino. Ha guardato fuori dalla finestra della mia camera coperta dalle tende. Era buio da un pezzo.

- Avrò preso il sole - ha mormorato confuso.

- No... credo sia un colorito alla... - ho fatto finta di pensarci, tirando fuori un'espressione degna di Sonoko. - "Conan è innamoraaato" - canticchiavo ripetutamente con un sorriso canzonatorio in volto. Lui è arrossito di botto, ha cercato di tapparmi la bocca con le mani per farmi smettere.

- No! Non è vero! Finiscila! - ha continuato ridendo. Bugiardo.

- Ah allora ho ragione! Chi è? Dai ti prego dimmi chi è! E' Ai? Scommetto che è Ai - 

- Oddio, no. Quante volte te lo devo dire? -

- Però le vuoi bene - ho ripreso. Quella volta non ha mentito, l'ho decifrato dalla sincerità nei suoi occhi velati di irritazione e felicità. E' felice, chi è che lo rende felice? Non sei tu, rammentava la mia coscienza.

- Certo, le voglio un bene dell'anima. Ma non mi piace nessuna ragazza - Ha detto lentamente, fisso sul mio volto, affinché comprendessi a pieno le sue parole. Gli ho creduto, ma mi sentivo come se quell'ultima frase celasse un altro significato, e avessi dovuto leggere un qualcosa tra le righe che non ho colto. 

Ora cerco di non far cigolare le molle del letto per non svegliare il ragazzo. Ci siamo addormentati senza neppure accorgercene. Cammino con passo felpato fino al frigorifero dove tiro fuori quattro cupcake. Finn, dopo sessioni estenuanti di occhi da cucciolo, argomentazioni a dir poco articolate e preghiere, ha convinto Conan a festeggiare finalmente il suo compleanno. Io, in tutti questi anni insieme, non ero riuscita a farlo nemmeno una volta. Si era rifiutato in maniera tanto testarda da farmi cedere. Avevo perso le speranze, lo ammetto, come ognuno di noi, e poi è arrivato lui. Ai appena avuta la notizia ha letteralmente sprizzato gioia da tutti i pori, tanto che ho avuto paura esplodesse. La sua contentezza è una delle novità più eclatanti dell'anno, per me. Ovviamente l'ho assecondata, lasciando che organizzasse prima una piccola festicciola con degli amici all'oscuro del castano e una con il professore e gli altri. Della prima non mi immischio, perché lei e Finn erano presissimi, non ho avuto il coraggio di interrompere quella sintonia. Oltre a Conan è l'unica con cui il corvino possa parlare normalmente, sarebbe stato crudele togliergli questa occasione. Io mi sono limitata a scegliere i suoi dolci preferiti, ordinandoli in fretta e furia dalla pasticceria e comprando gli ingredienti per quelli fatti in casa. Gli ho anche preso un regalo.  

Chi è che lo rende felice? Io lo rendo felice, quando è con me sorride sempre.

Non sei tu. Perché non potrei?

Lo raggiungo, piano lo scuoto per una spalla e gli sposto i capelli dalla fronte. Le ciocche sono umidicce, è un po' sudato. Questa notte l'ho sentito agitarsi non poco, come sempre del resto. Sinceramente non credo abbia mai fatto anche solo un riposino con tranquillità. Così apro uno spiraglio di finestra scostando le tende con ancora il vassoio in mano. Più per la luce che per il mio intervento apre gli occhi azzurri, limpidi, e mi ci specchio dentro quando mi guarda. Sorride. E' felice, vedi? Guardalo bene, quel sorriso, è merito tuo, è per te. Prendi tutta la contentezza che ti dona, prendila, prendila, dai prendila. Chiedigliene ancora, prendila, assaporala, non ne avrai più, te ne darà solo lui, prendila.

Le stelle si sentono sole?Where stories live. Discover now