𝐈𝐕

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"Ci conosciamo già?"

Avevo dei sospetti ben precisi in base a ciò che fosse successo la sera precedente nel locale di Carter.

Tra questi, c'era la vera identità del poliziotto Bieber.

Percepivo che Christian sapesse più di quanto non dicesse... era un tipo alla quale gli piaceva tenere tutto sotto controllo e sapeva controllare bene gli affari.

Guarda caso, la Gang del Bronx del sud del paese era nei paraggi nel momento in cui il poliziotto Bieber aveva preso servizio.

Ieri sera si era mostrato che avesse una certa confidenza con quelle persone... non poteva essere tutto un caso.

Chi era in realtà?

Non potevo di certo negare che la sua persona mi attraesse, non solo fisicamente, perché aveva un corpo ben allenato, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che mi attirava a lui.

Se solo lo sapesse qualcuno, che provo qualcosa per il nemico, sarebbero tutti pronti a girarmi le spalle.

Dovevo portare avanti le indagini per conto mio... senza che qualcuno lo scoprisse.

Iniziai con alcuni appostamenti sotto gli uffici della polizia.

Il poliziotto Bieber era sempre molto puntuale e rigava dritto. Ma c'era ancora qualcosa che non mi convinceva.

Dopo il settimo giorno dei miei appostamenti accadde qualcosa che mi lasciò perplessa.

Era quasi a fine turno, un ragazzo poco più grande di vent'anni, aveva svoltato nel vicolo e si guardava in giro nervosamente.

Lo seguii e mi nascosi dietro alcuni cassonetti.
Il posto non era uno dei migliori, però mi permetteva di poter seguire la vicenda da vicino.

Il ragazzo prese una pietra da terra e iniziò a lanciarla con una certa frequenza alla finestra dove c'era l'ufficio del poliziotto. Sembrava una specie di codice, qualcosa di prestabilito, non era di certo un tempista questo ragazzo.

Dopo svariati tentavi, lo vidi scendere per la scala antincendio con dei fascicoli tra le mani.

«C'è tutto?» chiese il ragazzo guardandosi ancora intorno con fare sospetto.

«Tutto ciò che ho trovato degli ultimi arresti. La troveremo, sta tranquillo.» rispose il poliziotto passando i fascicoli al ragazzo.

C'era confidenza tra loro, questo era poco ma sicuro.

«Boslier, vuole sapere come procede sul posto di lavoro. Hai scovato gli assassini dei tuoi?»

«Sono sulle loro tracce, ma ho bisogno ancora di tempo...» rispose Bieber sollevando lo sguardo verso il suo ufficio.

«Justin, ascolta, abbiamo ben altre cose tra le mani molto più importanti. Boslier non vuole che tu perda tempo o ti distragga troppo okay.» disse il ragazzo in modo duro. 

Chi era Boslier ?

«Lo so perfettamente. Dille di rilassarsi, so cavarmela anche da solo.» rispose scocciato e calciò la scala antincendio.

Era una lei ? Chi?

Mi spostai un pochino e inciampai in una cassetta di legno della frutta.
Quel gesto mi sarebbe costato.

«Un momento» disse Bieber udendo il rumore che proveniva da dietro i cassonetti e zittì l'amico.

«Non siamo soli... chi c'è lì? C'è qualcuno?» chiese avanzando nella mia direzione.

 Experience; jdbWhere stories live. Discover now