Capitolo 4

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"Hai finito? Se ti muovi ti aspetto per scendere."

Ora, io voglio molto bene a quest'uomo ma in questo istante gli infilerei lo spazzolino da denti che sto usando giù per la gola.

"Guarda che scendo eh"

Ora lo meno.

"Mi fai almeno lavare i denti in pace?"
"Siamo in ritardo"
"Giuseppe sono le 6:36, devi andare a fare le pulizie in ufficio?"
"Ci sono troppe cose da fare oggi, non possiamo perdere tempo"

Niente, è una battaglia persa. Ha già aperto la porta e mi aspetta per uscire.
Afferro la cravatta che ha lasciato sul tavolo della cucina e gliela allungo intanto che varco la soglia.
Cominciamo a scendere i gradini

"Ricordami il programma di oggi per favore"
"Ancora? Ma perché stamattina sei così agitato?"
"Se il consiglio non approva il decreto di oggi è un casino"
"Perché non dovrebbero approvarlo? Piuttosto, ti ricordi che poi alle 2030 sei ospite in un programma vero? Questo vuol dire che alla conferenza che farai dopo il consiglio devi essere puntuale"
"Cosa vorresti dire della mia puntualità?"
"Ah niente... penso che ormai anche Godot ti superi"
"Ma Godot non è mai arrivato"
"Appunto"

Circa tre ore e mezzo di isterismi e smadonnamenti dopo, finalmente inizia il consiglio e per qualche ora posso respirare e mettermi a lavorare al tavolo della task force senza troppe interruzioni.

"Ciao. Siete solo voi due stamattina?" - domando ad Arcuri e Guerra
"Sì gli altri sono in conferenza, arrivano oggi pomeriggio" - mi risponde Domenico

Dall'altro invece nessun segno di vita, rimane a lavorare fisso al computer. Mi manda in bestia quando fa così
Mi siedo alla scrivania e inizio ad inserire la pila di dati che ho in sospeso.

"Il tuo presidente ti ha dato la libera uscita?" - esordisce senza nemmeno girare la testa

Quando si accorge che lo sto guardando male non riesce a trattenere il sorriso.

"Sì ogni tanto mi toglie il guinzaglio sai?" - gli rispondo acida
"Dai stavo scherzando, non fare l'offesa"

Quando vede che non reagisco allunga la mano verso la mia guancia e comincia ad accarezzarla su e giù con le dita

"Scusa non volevo farti arrabbiare"

Pensavo fosse ancora ironico ma sul suo volto c'è una espressione realmente dispiaciuta.
Ora spunta anche un sorriso quasi tenero mentre le sue dita continuano a scorrere sul mio viso. Devo ammettere che ha un tocco molto delicato e istintivamente chiudo gli occhi un secondo per godermi meglio quel gesto.

"Dove sono tutti gli scienziati?" - tuona una voce poco lontana - "Non lavora nessuno oggi?

Ok credo di aver avuto un mezzo infarto che mi ha riportato alla realtà in un secondo netto.
Se ne sta fermo in piedi con le mani sui fianchi e ci guarda con aria cattiva.

"Sono in conferenza, arrivano oggi pomeriggio. Ti serve qualcosa?" - provo a domandargli
"Mi servono delle previsioni subito da portare dentro in riunione"
"Si dovrà accontentare di me, presidente"

Eccoli ancora che si guardano strano ma questa volta, per forza di cose, Giuseppe deve cedere per primo.

"Mi servono le previsioni della curva da oggi a fra due settimane" - gli chiede fissandolo - "Per favore..."
"Ok penso di potercela fare anche io, non sembra difficile" - risponde ironicamente - "Un paio di minuti e si possono stampare"
"Me le potresti portare in sala riunioni quando sono pronte?" - rivolgendosi a me
"Certo vai ci penso io"

Quando ritorno alla scrivania, cinque minuti dopo, non c'è traccia di Guerra

"Domenico?"
"Mmhh?"
"Ma secondo te perché c'è quella strana tensione tra Giuseppe e Ranieri?" - chiedo approfittando del fatto che siamo solo io e lui

Palazzo, rum e lenzuola...Where stories live. Discover now