Capitolo 18

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Oggi è una di quelle mattine dove non sarei uscita da sotto le coperte neanche per un milione di euro.
Invece da brava ragazza quale sono, ok ammetto che qualcuno mi ha fatto rotolare giù dal letto a forza, alle 7 sono già in ufficio.
Solo io però perché non c'è la minima traccia né di Giuseppe né della nuova bionda.
Arrivano dopo venti minuti tutti sorridenti

"Scusaci per il ritardo ma sono salita da Giuseppe a bere il caffè e ci siamo persi nel ricordare i vecchi tempi"

Dovreste vederla, mano sulla spalla di lui e tono da oca giuliva.
Io già dopo venti secondi in loro compagnia vorrei tornare a casa.

"Non ti preoccupare nessun problema" - sono diplomatica al massimo - "Io intanto ho iniziato a prepararti lo schema che usiamo per la divisione dei compiti dell'operativo"
"A cosa dovrebbe servire dividere i compiti? Ognuno avrà il suo lavoro in base alla mansione no?"
"Quello sicuramente ma gli altri che hanno meno cose di cui occuparsi vengono divisi a supporto di chi ne ha di più"
"Scusa ma mi sembra una cosa totalmente sbagliata. Chissà quanti errori ci saranno"
"Beh veramente in due mesi che lavoriamo così non ce ne sono stati, anzi ora tutti hanno una formazione più ampia sulle altre materie"
"Scusami Giuseppe ma tu sei d'accordo con questa cosa?" - mettendosi una mano sul petto e usando un tono sconvolto misto petulante

Dai Giuseppe voglio proprio vedere che rispondi adesso

"Beh, ecco. È un piano di lavoro che ha ideato lei e che abbiamo già collaudato con risultati direi ottimi"
"Sono decisamente sconvolta dal fatto che tu abbia approvato questo metodo di lavoro"
"Se vuoi proporne un altro possiamo provare a valutarlo"

Ho sentito bene?

"Scusate ma in questo momento non avrebbe molto senso cambiare una cosa che funziona per sperimentarne un'altra. Non abbiamo tempo" - intervengo in mezzo a questo teatrino
"Non possiamo neanche evitare di correggere le cose sbagliate. Non prendertela ma dovresti lasciar decidere a chi ha più esperienza di te"

Io ora la meno questa tizia.

"Mi sembra che fino a questo momento la mia poca esperienza non sia stato un peso. O mi sbaglio signor Presidente?"

Si vede lontano un miglio che in questo momento vorrebbe essere da tutt'altra parte

"Certo che no. Però penso che non dovremmo scartare le novità a priori"

Quell'espressione di vittoria sulla faccia di lei mi manda in bestia.

"Ok fate come volete. Io però non ne voglio sapere poi se qualcosa va storto. Ora se mi volete scusare vado alla mia scrivania e inizio a lavorare visto che qui sono abbastanza inutile"

Sento la porta riaprirsi dietro di me e a circa metà corridoio mi raggiunge

"Non ti sembra di aver esagerato? Non è che se le cose non vengono fatte come dici tu non vanno bene"

Mi ci è pure corso dietro per dirmi questa cosa

"Io avrei esagerato? Ci mancava solo che ti inginocchiassi ai suoi piedi e scodinzolassi"
"Non ti permetto di parlarmi così. Sono pur sempre il tuo capo"
"Allora fallo il capo per una volta. Invece che ragionare con la parte bassa prova ad azionare il cervello"
"Ah quindi sei gelosa adesso? Brutta sensazione vero?" - con aria compiaciuta

Non so cosa mi trattenga dal mandarlo a cagare

"Ti stai ascoltando? O ti serve un altro schiaffo per farti riprendere? Non so quale sia il tuo scopo finale, se vuoi riprenderti la tua ex o se vuoi solo far del male a me ma ti ricordo che non siamo in un programma della De Filippi e che tu sei il Presidente del Consiglio di un Paese stremato che non può far altro che contare su di te. A me interessa solo questo e dovrebbe essere la stessa cosa per te"

Palazzo, rum e lenzuola...Where stories live. Discover now