Sorriso smagliante

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25.


La mattina dopo mi svegliai stranamente rilassata e non riuscivo a smettere di sorridere. Ero ancora un po' frastornata, insomma, non riuscivo a credere che fosse successo davvero. E non ero neanche tanto sicura che fosse successo davvero, dato che mi ero lasciata tutto alle spalle. Letteralmente. Forse avrei dovuto preoccuparmi, chiedermi che cosa ne pensasse Malfoy, quali sarebbero state le conseguenze, ma al momento non mi importava proprio nulla.

Scesi in Sala Grande e andai a sedermi al tavolo dei Grifondoro con quella che credo fosse l'aria più svampita del mondo. Mi sedetti davanti alle gemelle, che si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Vincent si limitò a salutarmi allegramente come faceva sempre.

"Ehilà Rose." Disse. "Bella giornata?"

Io annuii tra me. "Magnifica."

"Por Dios!" Rise Sol guardandomi. "Rosie, che ti ha successo? Non ti ho mai vista così sorridente."

Io scrollai le spalle. "Niente di che, mi sono solo alzata con l'umore giusto."

"Tu che ti alzi con l'umore giusto? E da quando?" Fece sarcastica Vanessa, sedendomi accanto. "Comunque non importa, l'importante è che tu sia di buon umore, dato che sono di buon umore anche io. Verrai con me oggi pomeriggio?"

Io aggrottai la fronte. "Oggi pomeriggio?"

"C'è il primo allenamento con la squadra." Fece Al rubandomi una fetta di pane tostato dal piatto. "In realtà, Vanessa, puoi anche non cambiarti e stare sugli spalti. Pensavo di provare degli schemi di gioco e non importa che tu ti alleni dato che sei il portiere."

Vanessa serrò la mascella e lo guardò truce, ma rispose civilmente. "Non preoccuparti, mi fa piacere essere presente."

"Come vuoi." Fece lui scrollando le spalle.

"Magari potremmo parlare delle lettere di Gill Ryan." Feci io cercando di smuovere la situazione. Al e Vanessa si voltarono entrambi verso di me prima di scambiarsi un fugace sguardo accigliato. Vanessa si voltò dall'altra parte.

"Non c'è da stupirsi che tu non sappia tenere la bocca chiusa." Mormorò.

Al arrossì, non seppi dire se di rabbia o di vergogna. "Non c'è niente di cui parlare." Disse. "Vi voglio tutti al campo alle quattro in punto."

Si alzò dal tavolo e se ne andò senza neanche finire la sua colazione. Le gemelle mi guardarono male, ma io le ignorai e mi voltai verso Vanessa con uno sguardo eloquente. Lei sbuffò e si voltò verso di me incrociando le braccia al petto.

"Beh, te l'avevo detto che vuole capire quello che vuole!"

Io la fissai. "Ti dispiacerebbe spiegare?"

Vanessa roteò gli occhi al cielo. "E' vero, ho scritto delle lettere a Gill. Ma solo per dirgli di lasciarmi in pace! Mi ha scritto per tutta l'estate almeno una volta a settimana pregandomi di tornare con lui. Al ha trovato una sua lettera e ha creduto che tra noi ci fosse ancora qualcosa. Ho provato a spiegargli come stavano le cose, ma non ha voluto darmi ascolto."

Io e le gemelle la fissammo perplesse. "Questa situazione è ridicola." Disse Vincent.

Lei sbuffò scocciata. "Lo so." Disse. "Ma non ho più voglia di perdere tempo con uno zuccone."

"Vuoi che provi a parlargli?" Mi offrii.

"Sarebbe del tutto inutile, Rose, credimi." Disse. Poi mi fissò. "Hai un'aria strana stamattina, che ti è successo?"

Io arrossii un po' ma cercai di mantenermi neutrale. "Niente." Dissi lanciando uno sguardo al tavolo dei Serpeverde. Malfoy mi stava guardando. "Proprio niente."

"Se a Rosie no ha successo niente, io no ho una gemella de nome Sol." Fece Gaby guardandomi bene. "Sinceramente, Rose, in sei anni di escuola non ti ho mai vista così."

"Ho parlato con la McGrannitt e mi ha detto quale sarà il programma di quest'anno. Sono felice perché mi sono già studiata tutto quanto durante l'estate." Mentii.

Gaby, Sol e Vanessa si scambiarono uno sguardo. "D'accordo." Fece Vanessa. "E' una cosa che non vuoi dirci.

Stavo quasi per replicare quando vidi Malfoy alzarsi dal suo tavolo e lasciare la Sala Grande. "Devo andare." Le liquidai. A passo svelto attraversai tutta la Sala Grande e varcai il maestoso portone. Mi venne quasi un colpo quando trovai Malfoy appoggiato appena dietro l'angolo della porta, ma continuai a camminare come se nulla fosse, non volevo che gli altri pensassero che fossi lì per lui. Con la coda dell'occhio vidi che mi stava seguendo.

"Non hai salutato ieri sera."

Mi schiarii la gola continuando a guardare davanti a me mentre camminavo. "Sarebbe stato un po' strano voltarsi e salutare un armadio, non credi? Al, mi trova già abbastanza pazza."

Sentii Malfoy sbuffare una risata. "Come biasimarlo. Hai intenzione di fermarti o devo rincorrerti per tutta la scuola?"

Mi bloccai di colpo e mi voltai, guardandomi attorno. Abbassai la voce. "Non voglio che qualcuno ci veda insieme."

Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. "Non è per puntualizzare, Weasley, ma gli studenti di questa scuola ci vedono chiacchierare da più di sei anni, sai?"

Io lo guardai male. "Lo sai cosa intendo."

"No, Weasley, non lo so. Che cosa intendi?" disse con un sorrisino malizioso.

Era sempre il solito Malfoy. Beh, da una parte era un sollievo. Cercai con tutta me stessa di non arrossire, il che era abbastanza complicato per essere una Weasley. Lo guardai austera incrociando le braccia.

"Non riuscirai a farmelo dire, Malfoy. Anche perché ancora non sono molto convinta che sia successo davvero o che fosse tutto un sogno."

Malfoy sorrise di nuovo beffardo. "Perché mi sogni spesso, non è vero?"

"Almeno io non sento le rose in una pozione d'amore." Lo rimbeccai.

"Touché." Rispose come se la cosa non lo riguardasse affatto. "Ed è successo davvero. Se hai problemi a realizzare, la prossima volta ti darò qualche pizzicotto, Weasley"

Aveva davvero detto la prossima volta? Mi sentii di nuovo avvampare e fui costretta a schiarirmi la gola. "Senti Malfoy, ho di meglio da fare che passare il mio tempo a discorrere con te. Soprattutto se dobbiamo dirci solo stupidaggini... anche se non è proprio una novità."

Lui scosse la testa e sospirò. "Mi spiace deluderti, ma io sto parlando seriamente."

Io lo guardai frustrata. "Ma insomma! Cosa sta succedendo?" Sbraitai.

Malfoy mi guardò per qualche secondo di più, poi alzò lentamente un sopracciglio. "Vuoi che ti faccia un disegnino?"

Lo guardai male. "No." Dissi secca. "Sono io che devo farti un disegnino. Dì un po', ti ricordi chi sono io?"

Lui mi fissò con una smorfia. "Beh, direi proprio di sì, Weasley."

Lo guardai basita e scossi la testa. "Forse tu non ti rendi veramente conto di quello che sta succedendo, Malfoy." Dissi marcando bene il suo nome. "Perché è questo che sono, una Weasley."

Per la prima volta da quando era iniziata la scuola vidi Malfoy sinceramente spaesato. Era come se si fosse appena svegliato da un'ipnosi e mi guardasse con occhi nuovi. Rimanemmo a fissarci per un po'. Poi una mano sulla spalla di Malfoy ci fece sobbalzare entrambi.

"Ehi Scorpius!" Era Zabini. "Weasley." Fece voltandosi verso di me.

"Zabini." Concessi io austera.

"Ti stavamo cercando tutti, io e i ragazzi stavamo andando giù al lago." Zabini fece per andarsene, ma si voltò indietro quando si accorse che Malfoy era immobile. "Che fai, non vieni?"

Malfoy mandò un'occhiata da me a Zabini. "Arrivo subito." Disse.

"Come vuoi." Zabini scrollò le spalle e si incamminò.

"Ah, Zabini?" Richiamò indietro Malfoy. Lui si voltò. "Mercoledì sera non ci sarò all'allenamento. Devo fare una ronda notturna." Disse mandandomi un'occhiata eloquente. Stava davvero dicendo quello che pensavo stesse dicendo?

Zabini corrucciò la fronte. "L'allenamento è giovedì."

"Oh." Fece Malfoy continuando a fissarmi. "Devo essermi sbagliato."

Zabini, ormai fermo, lo guardò per un po', poi scrollò le spalle. "Allora, vieni?"

Malfoy annuì e si incamminò. "Alla prossima, Weasley."

Lo guardai andare via fianco a fianco con Zabini mentre le sue parole mi ridondavano in testa. In che cosa mi stavo cacciando?


**


"Terra chiama Rose?"

Mi voltai di scatto, presa alla sprovvista. Ero seduta sugli spalti del campo da Quidditch per seguire il primo allenamento della squadra dei Grifondoro, anche se in realtà stavo fissando nel vuoto vedendo sfrecciare le scope davanti ai miei occhi. Guardai Vanessa con un sopracciglio inarcato e per la prima volta mi voltai a guardare in alto nel cielo dove la squadra si stava allenando.

"Ma non eri in porta fino ad un attimo fa?" Chiesi.

Vanessa mi guardò strano. "Rose, sono dieci minuti che sono seduta accanto a te. Si può sapere che ti prende oggi?"

Scossi la testa e sospirai. "Niente, sono solo... ho un sacco di pensieri per la testa."

"Stai ancora pensando a Malfoy?" Chiese Vanessa con delicatezza.

Io la guardai. Mi morsi un labbro, non volevo che sapesse quello che era successo, non sapevo neanche che cosa sarebbe successo. E come sempre, quando si parlava di Malfoy, mi sentivo estremamente confusa. Era anche vero che le avevo nascosto tutto l'anno scorso, per poi scoppiare in mezzo alla Sala Grande. Forse era il momento di confidarsi.

"C'è una cosa che devo dirti." Confessai. "Ma Vanessa, non puoi dirlo a nessuno."

Vanessa si guardò intorno, come per essere sicura che non ci fosse nessuno, poi abbassò la voce. "Lo sai, Rosie, puoi fidarti di me."

Io sospirai. Era difficile da raccontare, non sapevo neanche da che parte cominciare. "Mi ha baciata." Beh, era un riassunto sufficientemente esplicito.

Vanessa spalancò gli occhi. "Chi? Malfoy?"

"Beh, certo che sto parlando di lui, chi altro avrebbe potuto... beh, in effetti chiunque altro sarebbe stato meno strano di lui... ma è stato lui. Mi ha baciata."

"E... come?" Chiese Vanessa allucinata.

"Mi ha seguita durante la ronda notturna." Spiegai. "E non so dire bene come sia andata, ricordo solo che stavo parlando e un attimo dopo... insomma... e ha cominciato a blaterare sul fatto che io profumo di rose... a dire il vero Vanessa, il mio cervello era un po' in tilt e non..."

Vanessa mi fissava a bocca aperta. "Mi stai dicendo che ci ha ripensato?"

Io aprii la bocca ma la richiusi quasi subito. "Non lo so."

"Cosa vuol dire 'non lo so', Rose mi hai appena raccontato che ti ha baciata!" fece Vanessa ansiosa.

"Sì, lo so." Arrossii io. "Ma è stato un caso isolato e potrebbe non ripetersi più. E in caso si ripetesse, ti pare una cosa facile? Io sono una Weasley e lui è un Malfoy! E' geneticamente impossibile stare insieme. Vì, che cosa devo fare?"

Vanessa arrancò. Per la prima volta neanche lei sapeva cosa dirmi. "Davvero, Rosie, non lo so. Mi sarei aspettata di tutto, ma questo proprio no."

Non hai neanche un minuscolo consiglio?" Pregai io.

Lei scrollò le spalle. "Beh... lascia che il tempo faccia il suo corso?"

Feci una smorfia delusa. "Non era proprio quello che mi aspettavo, ma grazie per lo sforzo."

Vanessa sospirò e guardò in alto, verso la squadra. "Scusa Rose, ma in questo momento non mi sento proprio la persona ideale per dispensare consigli." Disse. "Ma quand'è che siamo diventate così piene di problemi?"

"Quando abbiamo cominciato a dare retta agli ormoni, più che al cervello." Feci io sconsolata. "Non ti abbattere, Al è una testa dura, ma prima o poi tornerete insieme."

Lei si voltò verso di me. "E come lo sai?"

"Non lo so." Dissi sinceramente. "Penso solo che sia così."

La vidi mordersi un labbro seria, poi sfociò in un risolino. "Se dovessi cominciare ad uscire con Malfoy, voglio essere presente quando lo dirai a tuo padre."

Io arrossii e scossi violentemente la testa. "Non ci pensare neanche per scherzo, io non glielo dirò mai!"

"E se decideste di sposarvi?" Azzardò lei. "Dovrai pur dirglielo."

Scossi di nuovo la testa. "Preferirei vivere in segreto tutta la vita, piuttosto che dirlo a papà."

Vanessa scoppiò a ridere. "Sarebbe divertente."

"Sarebbe autolesionista."

"Miller!"

La voce di Al risuonò nello stadio, io e Vanessa ci voltammo spaventate con il naso all'insù per guardare la squadra svolazzare sopra di noi. Al ci fissava austero e furioso.

"Metti subito il culo su quella scopa e vieni ad allenarti!" Tuonò.

Vanessa si alzò sospirando e si voltò verso di me. "E' sempre così romantico."


**


Quel lunedì mattina avevamo lezione di Storia della Magia insieme ai Serpeverde. Non parlai con Malfoy, nonostante avesse continuato a fissarmi per tutta l'ora di lezione, ma Vanessa continuava a mandarmi sguardi eloquenti come per dirmi che anche lei aveva notato tutto. Smise solo quando io le dissi che ne avevo abbastanza di sentirmi gli occhi puntati addosso.

Il martedì non avevo lezione con Malfoy, ma continuai a cercarlo con lo sguardo per tutto il giorno. Mi aspettavo qualsiasi cosa, ma non si fece vivo. Continuava a vivere la sua vita come niente fosse ed io cominciavo a pensare di essere solo entrata a far parte della sua collezione.

Mercoledì mattina mi alzai senza troppe pretese. Avevo solo l'idea di dover scendere giù alle serre per la lezione di Erbologia e che avrei rivisto Neville dopo molto tempo. Fui la prima ad entrare in classe, Neville era alla sua cattedra e mi salutò con un caloroso sorriso.

"Rose," disse. "E' bello vederti! Hai passato una bella estate?"

Io annuii. "Direi proprio di sì. A parte per il fatto che Al e Vanessa..."

Neville non lasciò che concludessi la frase. "Oh lo so! Harry me l'ha detto, mi è dispiaciuto così tanto..."

Mentre pensavo a zio Harry e Neville che chiacchieravano come due suocere andai a sedermi al mio banco, alcuni studenti entrarono per prendere posto. Non appena vidi Malfoy sentii i battiti aumentare e sudai freddo. Lanciai uno sguardo a Neville, che stava guardando alcuni fogli, e rimasi completamente immobile. Malfoy mi sorpassò e si sedette proprio dietro di me. Io ero tesa come una corda di violino.

Vanessa fu l'ultima ad entrare, rimase un attimo interdetta sulla porta e venne a sedersi accanto a me. Si piegò sul mio orecchio lanciando uno sguardo indietro.

"Che ci fa seduto qui? Di solito non si siede sul fondo della classe con Zabini?"

Stavo per rispondere ma la voce di Malfoy alle nostre spalle ci fece ghiacciare entrambe. "Ho pensato che per una volta avrei potuto vedere le cose da una prospettiva diversa."

Ci voltammo, Vanessa alzò un sopracciglio e chiese sfacciatamente. "Ed è al tuo banco che ti stai riferendo?"

Malfoy sorrise il suo solito sorriso ma non rispose. Io ebbi come la netta impressione che il suo posto in classe non c'entrasse proprio niente. Neville si schiarì la gola e fummo costrette a voltarci per seguire la lezione. Davanti a lui c'era una bellissima pianta con dei fiori giallo elettrico.

"Se siamo tutti pronti..." disse Neville guardandosi un po' in giro. "Questo è un bobotubero. Non fatevi ingannare dal bell'aspetto, ragazzi, dentro a questi bei fiori c'è del pus. Ed è proprio del pus che ci occuperemo oggi."

La classe fece un suono disgustato. Vanessa guardò la pianta esterrefatta. "Come può una pianta così bella nascondere del pus all'interno?"

Io feci una smorfia. Mi ricordava qualcuno. "E' esattamente come alcune persone che conosco."
Commentai.

Ovviamente Malfoy si sentì punto sul vivo. "Beh, non tutti possono profumare di rose, Weasley."

Tutta la classe si voltò verso di noi. Persino Neville rimase un attimo interdetto, non capendo cosa stesse succedendo. Io arrossii un po' ma mi schiarii la gola e piegai la testa da una parte scrollando le spalle. "Già. E non tutti sentono profumo di rose nell'Amortentia."

Vanessa si voltò di scatto verso di me con gli occhi sbarrati. La classe trattenne il fiato. Per qualche secondo non sentii nient'altro che il silenzio, poi Malfoy ridacchiò e tutta la classe si rilassò.

"Continua a sognare, Weasley."

"Lo faccio continuamente." Ribattei io.

"Magari scrivi anche di me sul tuo diario segreto, non è vero?" Fece lui viscido.

Io ridacchiai. "Almeno uno di noi due sa scrivere, Malfoy."

"Preferirei essere analfabeta, che andare a giro con la tua faccia."

"Preferisco andare a giro con la mia faccia, che essere un idiota come te."

"Malfoy, Weasley!" Ci riprese improvvisamente Neville. Ci fissava con gli occhi sbarrati. "Che cosa... che cosa sta succedendo?! Che diavolo vi prende?!" Né io, né Malfoy osammo replicare. "Non tollero scene del genere nella mia classe! Dalla preside, tutti e due!"

Io sospirai tra me e mi alzai a malincuore, seguendo Malfoy che si era alzato bello scattante ed era già uscito dalla porta. Non fu una sorpresa trovarlo appena fuori dalla serra con un sorrisino divertito. Io lo guardai seria.

"Sei un'idiota." Dissi.

Lui ghignò e scrollò le spalle. "Prendila per il verso giusto, Weasley, ha due ore di buco." Disse. "E poi oggi è mercoledì."

Se ne andò fischiettando come se niente fosse ed io mi chiesi che cosa avesse voluto dire. Guardai a malincuore la serra alle mie spalle e sospirando di nuovo mi avviai verso l'ufficio della Preside, giurando a me stessa che avrei scaricato tutta la colpa su Malfoy.


**


Mi incontrai con Vanessa solo per l'ora di pranzo e mi raccontò del resto della lezione. Ovviamente nessuno aveva osato proferire una parola di più, avevano passato tutto il tempo ad estrarre pus dai bobotuberi. Vanessa non era stata molto felice. Prima di essere stata buttata fuori da Neville però mi ero accorta che Al non era in classe. Chiesi spiegazioni a Vanessa, ma fece solo una smorfia e scosse la testa.

"Non ne ho idea." Disse. "Non parlo con lui."

Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro per pranzare. Alzai gli occhi al cielo. "Lo so che non parli con lui, ma pensavo ne sapessi qualcosa visto che è il tuo capitano."

"Qualunque cosa sia non si tratta di Quidditch." Fece lei incupendosi sempre di più. "Probabilmente sarà a giro per la scuola a flirtare con le ragazzine."

Feci quasi per replicare ma poi decisi saggiamente di non dire nulla e cominciare il mio pranzo. Sarebbe stata solo una perdita di tempo. Solo pochi minuti dopo Lily e Hugo arrivarono tutti trafelati e si sedettero con noi. Alzai lo sguardo su mio fratello.

"Oh beh, ogni tanto ti si vede."

Hugo fece un mega sorriso e si grattò la nuca. "Lo so, non sono stato molto presente ultimamente. Avremo tutte le vacanze di Natale per recuperare."

Io scossi la testa con un sorriso. "Mancano più di due mesi."

"Al non si è ancora visto?" Chiese Lily.

"No." Dissi io prima che Vanessa potesse tirare una delle sue frecciatine. "Voi sapete dove sia?"

Hugo e Lily si scambiarono uno sguardo e tornarono a guardarci. "Beh, certo che lo sappiamo." Fece Hugo.

Io e Vanessa li guardammo interessate. "Beh? E dov'è?"

"Non mi stupisce che Rose non lo sappia." Fece Lily. "Ma Vanessa, oggi è mercoledì. Al ci aveva detto che avrebbe passato la mattinata con Madama Hook per decidere le date delle partite insieme agli altri Capitani."

Vanessa arrossì per la sua malafede, ma nella mia testa scattò qualcosa. "Oggi è mercoledì?"

Hugo alzò un sopracciglio e mi fissò. "Come mai vedo nella tua testa le rotelle girare vorticosamente?"

E mio fratello aveva ragione. Le rotelline del mio cervello si erano messe pericolosamente in moto e avevo ricordato una cosa fondamentale. Ecco cosa cercava di dirmi Malfoy all'uscita dalla serra, ecco a cosa si stava riferendo.

Mercoledì sera non ci sarò all'allenamento. Devo fare una ronda notturna.

Lily, Hugo e Vanessa mi stavano fissando. Cercai in fretta qualcosa da dire. "Beh... non avete l'allenamento stasera?"

"Sì." Fece Hugo. Non volendo ci avevo pure dato. "Ma cosa ha a che vedere con te?"

Scossi la testa con un sorriso. "Niente, pensavo solo che dato che siete tutti impegnati passerò la serata in biblioteca a studiare. Ne approfitterò."

Lily mi guardò con una smorfia. "Hai la serata libera e la passi in biblioteca?"

Io scrollai le spalle. "Ho un sacco di cose da studiare. Potrò portarmi avanti col programma di almeno tre capitoli, così avrò un sacco di tempo libero durante le prossime settimane."

Hugo rise. "E quando avrai tempo libero ti porterai avanti con lo studio per avere altro tempo libero e così via... è un cane che si morde la coda, Rosie."

Lily roteò gli occhi. "Beh, io e Hugo adesso ce ne andiamo."

Hugo si voltò verso di lei allucinato. "Cosa? Ma non ho neanche pranzato!"

"Lo so." Fece Lily. "Ma abbiamo da fare."

Lily prese Hugo per un braccio ed insieme si dileguarono. Vanessa li seguì con lo sguardo prima di voltarsi verso di me preoccupata. "Beh, non sei preoccupata?"

"Sinceramente Vì, sono la sorella di Hugo da quindici anni e conosco Lily da altrettanti anni... e so che non c'è modo di tenerli fermi quando hanno in mente qualcosa. Rinuncio a fargli la predica, l'anno scorso si sono fatti mettere in punizione così tante volte che ringraziamo che non abbiano ricevuto una medaglia al valore."

Vanessa mi guardò un po' e fece una smorfia. "Tu non hai la minima intenzione di andare in biblioteca stasera."

Mi voltai di scatto verso di lei. "Cosa?"

"Perché non mi dici la verità." Disse. "Non ti preoccupi per Hugo e Lily, il che vuol dire che sei totalmente focalizzata su qualcos'altro."

Io ridacchiai. "Tu fantastichi troppo, Vì"



**


Vanessa non aveva fantasticato affatto. Ed io probabilmente ero diventata pazza. Guardai l'orologio un'ultima volta, era quasi mezzanotte e un quarto ed io me ne stavo da sola a gironzolare lungo il corridoio dell'Aula di Trasfigurazione. I quadri, quei pochi che erano ancora svegli, mi guardavano curiosi.

"Stupidi quadri ficcanaso." Mormorai tra me.

Ogni minuto che passava mi sentivo sempre più stupida. Avevo capito fischi per fiaschi, come sempre, ed ero rimasta alzata per niente. Senza contare che avrei potuto veramente andare in biblioteca. O avrei potuto fare due chiacchiere con le gemelle, dato che non parlavo con loro da un po'. Certo, avremmo dovuto trovare il modo di levarci Paula dai piedi.

"Cominciavo a pensare che non venissi."

Una voce dietro di me mi fece voltare e mi ritrovai a faccia a faccia con Malfoy. Mi sentii sorridere dentro ma non volevo farlo in esterno per non dargli questa soddisfazione. Ci guardammo per un po', in silenzio, poi mandai uno sguardo veloce ai quadri.

"Beh, non ero proprio sicura di voler venire." Dissi abbassando un po' la voce.

Malfoy alzò un sopracciglio. "Però sei qui."

"Però sono qui." Dissi con cautela. "E credo che tutti sappiano perché. Quello che non capisco è perché tu sei qui."

Malfoy si indicò la spilla da Prefetto. "Sto facendo una ronda notturna."

Feci una smorfia e scossi la testa. "Davvero molto divertente, Malfoy. Pensavo di averti scoraggiato abbastanza l'altro giorno."

"Non buttarti giù, Weasley, non baci così male." Fece lui cercando di trattenere un sorriso. Aveva pure voglia di fare il simpatico.

"Non era quello a cui mi stavo riferendo." Feci io cercando di controllare la rabbia. "Stavo parlando del fatto che tu sei nato Malfoy ed io sono nata Weasley e ci sono una cosa come secoli di rivalità tra le nostre famiglie."

Malfoy rimase un attimo in silenzio e pensai che ci stesse ripensando, ma quando pensavo di essermi tirata la zappa sui piedi lui scrollò le spalle. "Non m'importa."

Lo guardai allucinata. "Come, scusa?"

"Non m'importa." Disse lui di nuovo.

"Ma insomma!" Feci io alzando un po' la voce. "Possibile che tu non pensi alle conseguenze?"

"No." Fece lui tranquillo. "Mai."

Incrociai le braccia al petto e lo fissai curiosa, alzando un sopracciglio. "Dì la verità, tu cerchi di far arrabbiare tuo padre. E' per questo che sei qui, sono il tuo pretesto, la goccia che farà traboccare il vaso. Non è così?"

Malfoy sospirò e alzò i suoi plumbei occhi al cielo. "Mi dispiace dover sapere che tu abbia tanti problemi con il tuo cognome da dover pensare che ne abbia anche io, Weasley, ma ho di meglio da fare che pensare a possibili modi per farmi diseredare."

"Beh, che sia intenzionale o meno, hai trovato il modo giusto." Dissi io. "Sempre che non lo venga a sapere prima mio padre. In quel caso saresti morto prima che possano cambiare il testamento."

Lui mi fissò inespressivo. Poi aggrottò la fronte. "Perché blateri tanto su qualcosa che non è ancora successo?"

Rimasi un attimo interdetta. Era vero, era il mio solito vizio di correre troppo avanti coi pensieri rispetto ai fatti. In effetti mi aveva baciata una sola volta, e anche se ormai era un ricordo indelebile nella mia mente, probabilmente non significava proprio nulla. "Beh... succederà?" Chiesi timorosa.

Lui scosse la testa e ridacchiò. "Perché credi che sia qui?"

Io feci mezzo sorriso e indicai la sua spilla. "Per una ronda notturna."

"Il tuo sarcasmo mi sorprende ogni giorno di più, Weasley." Disse con quel suo sorriso sghembo. "Ma ora che ci penso, sei fuori dalla tua Sala Comune nonostante il coprifuoco. Toglierò dieci punti a Grifondoro."

Spalancai gli occhi allibita. "Che cosa?! Non puoi farlo!"

Lui sorrise. "Sono solo dieci punti. Pensa se te ne avessi tolti cinquanta."

Lo guardai male. Quei cinquanta punti non gli erano proprio andati giù, nonostante tutto. Ebbi il buon senso di non replicare e, per una volta, dargli ragione. "D'accordo." Dissi a malincuore. "Sarà meglio che torni all'ovile, allora."

Mi voltai e feci per andarmene, ma le sue dita si avvinghiarono attorno al mio polso.

"Non così in fretta."

Mi voltai di nuovo e lo fissai negli occhi, nel silenzio della notte. Le sue iridi mi avvolsero in una nube grigiastra e il mio cervello si annebbiò completamente.


**

Quando rimisi piede in Sala Comune erano le due e mezzo passate. Avevo la solita espressione inebetita della prima volta. Ed era stato anche meglio dell'ultima volta. Il mio cervello non aveva ancora ripreso a funzionare correttamente. Riuscivo a fare solo pensieri scollegati.

Stavo per salire le scale del mio dormitorio quando sentii qualcuno schiarirsi la voce dietro di me, all'altezza del divano davanti al caminetto. Mi voltai spaventata, ma non vidi nessuno. Curiosa, tornai indietro fino a poter vedere chi ci fosse. Vanessa era seduta sul divano a braccia incrociate e con un'espressione crucciata sul viso. Ci guardammo per un po'.

"Che ci fai qui?" Chiesi sottovoce.

Vanessa mi guardò male. "Sono rientrata dall'allenamento e il tuo letto era vuoto. Ho aspettato, adesso tornerà, mi sono detta. Sono più di due ore che aspetto!"

Io mi morsi un labbro e cercai una via d'uscita. "Beh..." cominciai, ma Vanessa mi impedì di continuare.

"Adesso mi verrai a dire che era difficile leggere al buio in biblioteca e per questo ci hai messo più del dovuto?" scosse la testa, stanca. "Rose, dove diavolo sei stata?"

Deglutii a fatica. "Con Malfoy." Ammisi con la voce che mi moriva in gola.

Vanessa spalancò gli occhi e saltò in piedi. "Con... Sei impazzita! Ma che diavolo ti salta in mente?! Rose, in tutti questi anni non ti ho mai visto dare di matto in questo modo!"

"Senti chi parla!" Replicai io offesa. "Sei entrata nella squadra di Quidditch solo perché Al ne è il Capitano!"

Vanessa arrossì appena sulle guance. "Beh, non è proprio la stessa cosa! Mio padre non mi staccherà la testa per questo!"

Feci per replicare ma aveva tutta la ragione. Scossi la testa e sospirai tra me. "Vì, non devi dirlo a nessuno."

"Certo che non lo dirò a nessuno, Rose, tutti facciamo cose stupide ogni tanto. L'importante è che tu te ne sia resa conto e che tutta questa storia finisca prima di cominciare." Io non ebbi il coraggio di dire niente e Vanessa mi guardò. "Perchè è da stupidi continuare a vedersi di nascosto."

Io mi morsi un labbro. "Vì..."

"Avete intenzione di continuare a vedervi di nascosto?!" Saltò su lei. "Rose!"

Io alzai le mani e cercai di calmarla. "Senti, lo so che è una follia... e lo so che è Malfoy... e lo so che i miei probabilmente mi ucciderebbero se venissero a saperlo... so un sacco di cose. Ma dovresti capirmi."

Vanessa mi fissò allucinata. "Perché mai dovrei capirti?"

"Perché sei innamorata di Al." dissi io seriamente.

Lei sospirò e ci pensò un po' su. "Prima o poi questa cosa ti sfuggirà di mano."

Io scrollai le spalle. "Non fasciamoci la testa prima di averla battuta. In fondo è appena iniziata."

"Non riesco a credere che tu esca davvero con Malfoy." Fece lei scotendo la testa. "Insomma, Rose... è Malfoy!"

Io feci una smorfia. "Sì, ho cercato di dirglielo, ma non ha voluto darmi ascolto."

Vanessa mi guardò come se non avesse capito la mia ultima risposta. Io le feci cenno di lasciar perdere. Lei sospirò. "E' tardi, Rose, andiamo a letto."

Io le sorrisi appena. "Sei la miglior amica che potessi avere, lo sai?"

Lei scosse la testa. "Lo so." Disse sospirando. "Peccato non si possa dire lo stesso di te."

Don't Tell DadWhere stories live. Discover now