capitolo primo

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Le immagini del paesaggio correvano sotto gli occhi con una rapidità impossibile: le case, i lampioni radi e gli alberi si fondevano fuori dal finestrino del treno, lasciando Aziraphale a contemplare quel grande marasma che non riusciva a comprendere.

Non aveva mai amato viaggiare, era sempre stato radicato alla sua casa, a Londra. Però non poteva lasciarsi sfuggire un caso di quella portata. Guardò distrattamente lo schermo del portatile aperto sul tavolino in plastica -voleva chiuderlo per non avere mal di testa- ma l'aveva dimenticato lì, la mail che aveva ricevuto poco tempo prima dal comune che stava per raggiungere.

Era mal scritta, la sintassi arricchita inutilmente da espressioni ricercate da cui era formata sembrava voler abbellire il messaggio centrale: si sono registrati degli eventi di natura straordinaria dopo anni, una creatura sconosciuta pare abiti nel bosco che circonda il nostro villaggio. Richiediamo delle indagini di natura giornalistica per la documentazione.

Non aveva capito fino in fondo quel messaggio. Non era quel tipo di persona che credeva al sovrannaturale, non era un esperto di folklore o cose simili. Però, aveva bisogno di grana. Aveva un gran bisogno di soldi.

Spendere tutti i suoi risparmi nel trovare un tetto dove stare in quel soggiorno che, a quanto pare, sarebbe durato mesi non era stata proprio la mossa più intelligente della sua vita, però era arrivato a quel punto e non poteva tornare indietro.

Il villaggio in cui doveva avventurarsi, a quanto pareva dalle brevi informazioni che aveva trovato su internet, si chiamava Tadfield. Fondato da cacciatori e boscaioli, era dimenticato nel profondo del nulla. Aveva letto che era famoso per essere stato il luogo dell'esecuzione dell'ultima strega d'Inghilterra.

Pareva l'avessero trovata nella foresta, in una capanna sperduta tra gli alberi. Secondo le cronache, non aveva nemmeno opposto resistenza mentre veniva condotta al patibolo.

Aziraphale non era stupido dal terrore di cui il suo direttore gli aveva parlato, quando aveva discusso con lui in merito a quell'incarico. Si sedette più comodamente, mentre fuori dal finestrino i segni di umanità stavano venendo rimpiazzati dalla boscaglia, gli alberi che si prendevano i loro spazi mentre il treno correva veloce nel vuoto.

Si sistemò gli occhiali sul volto paffuto, quando sentì la voce metallica dell'altoparlante provenire dal corridoio del treno. Mancavano dieci minuti all'arrivo alla stazione di Bridgetown, diceva, e il meteo era deliziosamente tempestoso. Ovviamente non aveva detto quello, però poteva notare i lampi sopra la sua testa squarciare le nuvole come artigli nella carne di un animale e le gocce di pioggia iniziare a cadere sulla terra erbosa.

Dalla stazione di Bridgetown avrebbe dovuto trovare un taxi per arrivare a Tadfield, le monetine per la corsa e la mancia che tintinnavano nella tasca del suo giaccone. Non sapeva precisamente cosa avrebbe trovato, cosa avrebbe visto. Aveva letto abbastanza favole da piccolo e libri di mistero quando era cresciuto da sapere come doveva comportarsi, a grandi linee: non doveva sembrare uno scettico, non doveva dare nell'occhio. Doveva essere schivo, non fare troppe domande se non quelle estremamente necessarie. Non doveva fidarsi di nessuno.

Sarebbe stato molto divertente.

La strada davanti alla stazione di Bridgetown era vuota: i le casupole di rocce grosse erano le regine del nulla, ad un passo da essere inglobate nella boscaglia alle loro spalle. La pioggia aveva iniziato ad essere sempre più forte, quando Aziraphale era uscito dalle porte della piccola stazione. Sentiva le gocce cadere sulla sua fronte, bagnargli sempre di più i corti capelli biondi mentre si portava la sua lunga giacca color crema sul capo, nel tentativo di non essere totalmente in balia dell'acqua.

In The Woods Somewhere|Good OmensWhere stories live. Discover now