Capitolo uno

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Il rumore della sveglia gli fece aprire gli occhi e controllare l'orario, erano le sei del mattino. Con un sospiro, Julian Moore si alzò dal letto e scese in cucina per fare colazione. Bux gli fece le feste e lui lo accarezzò dietro le orecchie osservando fuori dalla finestra, era una bellissima giornata di sole.

La Primavera era arrivata da un pezzo e Chicago non sembrava più cupa come lo era in Inverno, più che cupa sembrava misteriosa. Mentre preparava le uova e il bacon pensava alla giornata che gli aspettava e del partner con cui avrebbe fatto coppia, una giovane recluta che chiacchierava troppo, come Amber. Sbuffò e si versò il caffè.

Erano passati due anni dalla mostra di zaffiri ed Hevan non si era più fatto sentire, mesi dopo il colpo gli aveva mandato una cartolina e Julian capì che ora si trovava in Irlanda. Certo, gli zaffiri glieli aveva restituiti mentre lui era sedato in un letto di ospedale. Mangiò quasi di fretta e mise il cibo nella ciotola di Bux, dopo andò via.

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<<Ehi, Moore!>> lo salutò energicamente Matthew Keller.
Il ragazzo era la matricola che aveva ottenuto i risultati migliori all'accademia ed era anche una delle più giovani ad esserci riuscita. Il viso era tondo, con grandi occhi verdi e corti capelli castani, malgrado gli atteggiamenti quasi infantili era un eccellente tiratore. Il tenente Hammer aveva fatto di tutto pur di averlo nel suo distretto.

<<Ciao, Keller>> rispose il detective.
<<Visto che splendida giornata? Mia madre ha indovinato ancora una volta, quella donna dovrebbe fare l'indovina. Ho anche preso il caffè, tieni>>
Julian si ritrovò in mano il bicchiere del caffè senza preavviso e sospirò, Matt era un bravo ragazzo ma le mancava tantissimo Amber.
<<Chiedo scusa>>

I due poliziotti si voltarono verso la donna che aveva appena parlato e Julian si fece avanti.
<<Dica pure, signorina>>
<<Mi chiamo Kate Harris e sono qui per denunciare un omicidio>> disse decisa.
Gli occhi di Julian si incupirono e le fece cenno di entrare nel dipartimento.

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Kate e Julian erano seduti uno di fronte all'altra e il detective la osservò meglio. La donna aveva un viso dolcissimo, di quelli con cui di solito si immagina una principessa, con profondi ed espressivi occhi neri e capelli del medesimo colore. Si tormentava la manica della giacca con le mani perfettamente curate.
<<Signorina Harris, cosa è successo?>> domandò.

Kate piantò i suoi occhi neri in quelli azzurri dell'uomo.
<<Si tratta di mio nonno, Josh Harris>>
Julian inarcò un sopracciglio. Dove aveva sentito quel nome? Ah, l'uomo trovato nel lago.
<<So cosa sta pensando>> disse la donna.
<<Come?>>
<<Anche lei crede che si tratti di suicidio, ma non è così. Ne sono sicura>>
<<Signorina Harris, un'accusa senza prove non vale nulla>> le disse Julian.

Kate si morse il labbro.
<<Mi ascolti, mio nonno non avrebbe mai commesso un simile gesto. Io lo conoscevo molto bene e gli infermieri della struttura sanno sicuramente qualcosa, ma non parlano>>

Julian si massaggiò le tempie con le dita e bevve il caffè che gli aveva portato Matt, Kate non aveva ancora toccato il suo.
<<Perché qualcuno avrebbe dovuto ucciderlo?>>
<<È per questo che sono venuta qui, perché lei mi aiuti a trovare delle risposte. Mio nonno era felice, pensi che aveva ritrovato l'amore>> disse con sguardo nostalgico e un dolce sorriso.

Julian continuava a guardare la donna, dopo Kate si fece seria.
<<Mary Beth è morta d'infarto e mio nonno è stato trovato tre giorni dopo senza vita, non può essere una coincidenza. Andavo a trovarlo spesso e lui era pieno di energie, dopo la morte di Mary Beth ho notato un cambiamento>>
<<Quando si perde qualcuno si tende a cambiare>> rispose Julian.

La resa dei conti (Sequel dell'Ultima sfida)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu