Capitolo 7

173 16 1
                                    

-ti odio- stava borbottando Caleb in direzione di Viktor mentre si toglieva la felpa completamente zuppa di sudore.

-che ho fatto adesso?- chiese il biondo confuso dalle parole del ragazzo.

-hai alzato la temperatura vicino a Varus mentre lo fissavi e io ci stavo affianco quindi il calore ha colpito anche me!- gridò il ragazzo mostrandogli la felpa che era da lavare.

-era giusto per farlo stare al suo posto!- disse Viktor incrociando la braccia al petto.

-smettila per favore. Non ti ho detto niente solo perché eravamo in classe, ma davvero evita di usare i tuoi poteri così, i Marton potrebbero avvertirli-

-è solo una scusa perché non vuoi che il tuo "caro" Varus venga colpito da essi- disse il biondo facendogli il verso.

-cos...Brenda perché glielo hai detto?- gridò sempre più arrabbiato Caleb.

-l'avrebbe capito anche da solo- borbottò l'interessata mentre si fissava le unghie che aveva appena ricoperto con lo smalto rosso completamente incurante di quello che stava succedendo tra i due ragazzi. o almeno così stava facendo credere. -comunque Caleb ha ragione, smettila di usare i tuoi poteri così-

-siete odiosi. Volevo solo divertirmi un po' con il moretto- disse lui ridacchiando.

-e perché di grazia? Cosa ti ha fatto di male?- chiese Caleb mentre andava verso il bagno per farsi una doccia per togliersi tutto il sudore di dosso.

-non mi piace e poi ci ha provato con Brenda-

-ma questo è successo due anni fa Viktor!- gli fece notare la ragazza sbadigliando.

-questo non significa che potrebbe tranquillamente riprovarci-

-non credo visto che in giro si dice stia con Dalia- borbottò Caleb rimanendo in piedi davanti la porta del bagno. Quella conversazione lo riguardava leggermente quindi non voleva perdersi le parole dei due.

-e chi è sta qui?- chiese Viktor non ricordando nessuna ragazza di quel nome nella loro classe.

-è più piccola di noi ed è quella che Brenda crede possa essere l'altro l'Elementa- borbottò Caleb per poi coprirsi la bocca capendo di aver appena regalato informazioni importanti a Viktor che il biondo non doveva assolutamente sapere.

-oh! E chi è l'altra?- chiese Viktor con un ghigno sulle labbra.

-e chi ti dice che te lo diremo? Ora per favore lascia in pace il povero Varus e cerca di non dare nell'occhio- disse Caleb per poi girarsi ed infilarsi nel bagno per farsi, finalmente, una doccia.

-è davvero permaloso quando si parla di Varus-

-lo faresti anche tu se fossi innamorato di qualcuno- gli disse Brenda stiracchiandosi. La bionda non capiva come mai negli ultimi giorni iniziasse a sentirsi davvero stanca.

-ne dubito-

-credimi, l'amore fa fare tante cose inaspettate- la ragazza andò a sedersi sul divano poggiando poi la testa sulla spalla di Viktor.

-quella di Caleb è solo una stupida cotta che deve farsi passare presto visto che credo sia anche colpa di quel moretto che le indagini non sono andate avanti-

-non è solo una cotta, lo vorrei veramente ma non lo è- sussurrò la ragazza prima di addormentarsi sulla spalla dell'Elementa.

-allora quando partirai per Sinfade?- chiese Sophi mentre cucinava la cena.

-mai- rispose Ann alla madre apparecchiava.

-in che senso mai? Il guardiano non ti ha detto niente?- la donna si voltò di scatto mentre la carne si cuoceva nella padella.

-io non ci vado li per poi morire- disse la castana che non aveva ancora parlato alla madre della sua decisione.

-Ann hanno bisogno di te- cercò di farla ragionare la donna. Anche lei aveva paura che la figlia potesse morire come era successo con l'uomo che aveva amato, ma sapeva perfettamente che con solo tre Elementa non si poteva combattere. Era stata felice quando aveva avvertito la presenza del guardiano vicino a loro qualche giorno prima, era finalmente riuscita a mettersi in contatto con loro senza dare negli occhi. Erano sorvegliate strettamente dai Marton e fare un passo falso significava la fine di tutto.

-io non volevo avere questi poteri quindi loro non possono costringermi, e nemmeno tu- sbuffò la ragazza incrociando le braccia al petto.

-nessuno nasce con la voglia di essere un Elementa, ma questo non significa che non facciano il loro dovere. Anche tu dovresti farlo-

-non me ne frega niente-

La donna stava per rispondere a tono ma avvertì chiaramente una leggera puzza di bruciato e si girò subito per sperare di impedire alla carne di diventare immangiabile.

Il silenzio calò nella stanza e continuò a persistere anche durante la cena. Sophi era riuscita a non bruciare la carne e quindi non era stata costretta a cucinare altro.

Ann aveva iniziato a mangiare con la testa bassa per evitare che la madre riprendesse il discorso iniziata prima. Non aveva assolutamente voglia di litigare con la donna nuovamente. Sapeva perfettamente che la madre non avrebbe demorso e avrebbe fatto di tutto per convincerla ad andare a Sinfade. Il suo compito era quello di resistere fino a quando la donna non si fosse stufata. Avrebbe dovuto aspettare molto, ma lo avrebbe fatto per conquistare quella libertà che non le era mai stata concessa.

-Ann...-

-non iniziare. La mia idea non cambia- disse la ragazza alzandosi per posare il piatto sporco nel lavandino.

-invece la cambierai visto che è assolutamente necessario il tuo aiuto. Sappi che posso tranquillamente dire di portarti con la forza a Sinfade-

-non lo faresti mai- gli occhi grigi di Ann nascondevano tutta la rabbia che la ragazza stava provando in quel momento. Non si sarebbe mai immaginata una frase del genere dalla madre e sperava vivamente che stesse solamente scherzando e non parlando sul serio.

-invece si se ne vanno di mezzo vite umane-

-come se quelli di Sinfade fossero umani- borbottò la castana.

-certo che lo siamo tesoro, abbiamo un'affinità con i vari elementi, ma lo siamo-

ElementaWhere stories live. Discover now