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RIVELAZIONI

Quella mattina Tyrion Lannister uscì di buonora dalla Fortezza Rossa. In groppa al suo purosangue marrone aveva preso la Strada delle Sorelle. Coperto da una cappa verde  di lana  ordinaria, si era calato il cappuccio sulla testa, per ripararsi dal freddo,  ma soprattutto proteggersi da sguardi indiscreti. 

Era passato più di un anno dal disastro della Capitale. Carpentieri, manovali, muratori erano stati reclutati in gran massa per ricostruire, nel più breve tempo possibile, quanto era andato distrutto e ser Bronn delle Acque Nere, attuale maestro del conio, nonchè lord di Alto Giardino, si era dimostrato degno del suo predecessore, Ditocorto, nel far apparire oro dal nulla. Tyrion non volle nemmeno pensare a quali mezzi usasse.

La città va ricostruita, la gente che è sopravvissuta ha bisogno di un tetto. Come ciò avvenga, poco importa!

Si meravigliò dei notevoli lavori compiuti. Certo, non poteva dire che le nuove costruzioni fossero migliori delle precedenti, ma quantomeno avevano sostituito cumuli di macerie. 

Tanfo di fosco fumo, merda e piscio, un olezzo che impregnava stradine, viuzze e fatiscenti baracche: quello, purtroppo, continuava a persistere!

I mendicanti pullulavano per le strade strette e sgangherate, nugoli di polverosa ghiaia, le pozzanghere di urina pioventi dai tetti delle case: tutto era lo specchio di quella che fu un tempo Approdo del Re. La Capitale pareva smorta, una silente città di spettri e morti, rinnegante il suo titolo di principale scalo portuale e vivace  centro di traffico commerciale. Le finestre sbarrate, le tende asserragliate e le porte chiuse a doppia mandata presagivano un clima di timore costante.

l re non sta facendo un buon lavoro! E forse nemmeno io! Eppure credevo che lui sarebbe stata la scelta più giusta, dopo quello che era successo. Lui è la memoria del mondo, ma forse... mi sono sbagliato! Dal passato bisogna trarre insegnamento per il futuro, ma tutto ciò non sta accadendo! Che mi sia sbagliato anche su...

Non osò nemmeno pensare al suo nome. Lui, suo primo cavaliere, che l'aveva decretata pazza alle prime avvisaglie di qualche intemperanza, che aveva scommesso sulla prima nuova pedina sulla scacchiera,  nell'infinito gioco dei troni.

Continuò a girovagare per i vicoli fatiscenti. Le costruzioni erette sempre allo stesso modo, legname da poco e argilla; alcune parevano sfiorarsi tra loro, uno scontro tra fasciame e tinteggiature stinte, mera riproduzione delle puttane che mostravano la mercanzia fra i muri di una casa e l'ingresso di qualche lupanare.

Se mi fossi sbagliato, se avessi perpetrato il peggior errore della mia vita! Avrei condannato due persone all'inferno, l'una sulla terra e l'altra... chissà dove!

Tyrion si portò la mano lungo la cicatrice, il pezzo di naso rimanente gli prudeva e la testa gli scoppiava.

Non fu facile per Ser Podrick trovarlo, disperso in quei vicoli fatiscenti. Si sorprese nel vederlo giungere esagitato.

'Mio Lord, sono ore che vi cerco! Il re ha indetto una riunione del concilio, dobbiamo rientrare al più presto!'.

Tyrion assentì appena con il capo, le sue storpie gambette diedero di speroni, seguendo il cavaliere della Guardia Reale.

Il concilio ristretto era stato convocato con urgenza dal re, nessuno ne era a conoscenza.

Ser Davos, Sam Tarly, Brienne di Tarth e Bronn erano già seduti in rigoroso silenzio.

Tyrion fece un rapido, plateale ingresso, "sicuramente grottesco", nella sala del concilio, caracollando il più velocemente possibile al suo posto.

Ice and Fire: il principe che fu promessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora