#4 sembra che tu abbia visto un fantasma

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"ho preso 29" disse, correndo fuori dalla classe dove aveva appena dato l'ultimo esame prima della laurea, la sua adrenalina era a mille e pensava che non avrebbe piú smesso di parlare.
Tonno si era deciso ad accompagnarla fino alla sede ed era stato irremovibile dalla sua idea. Chiara non aveva potuto fare altro che accettare.
Gli cinse le braccia al collo e i sui piedi, per un attimo, si alzarono da terra mentre il suo amico le circondava la vita e le faceva fare un quarto di giro.
"e adesso? " chiese lui, staccandosi dall'abbraccio
"e adesso mi tocca la laurea, prima o poi. Non puoi capire quanto sia contenta" disse, prima di cadere su una delle scomode sedie di aspetto e chiudere gli occhi, beandosi della strana sensazione che la attanagliava ogni volta, quando l'ansia si trasformava in panico e poi adrenalina.
"Chiara?" quella voce era diversa da quella di Tonno, che avrebbe riconosciuto tra mille.
La ragazza aprí gli occhi e guardò l'individuo che le si era puntato davanti: era molto piú alto di lei, magro e incredibilmente abbronzato. Quando le sorrise liberò un paio di tenere fossette e una perfetta dentatura. I capelli neri sembravano molto piú chiari alla luce dei neon di quel corridoio e un accenno di barba mal tagliata gli ricopriva le guance.
"possiamo parlare o..." indicò prima lei, poi Tonno, poi di nuovo lei. Prima che Chiara potesse comprendere, tonno si avvicinò al suo orecchio e sussurrò qualcosa che lei comprese come "ti aspetto in macchina" prima di allontanarsi, le mani in tasca e i capelli aranciati che gli ricadevano sul volto.
La sua attenzione ritornò al ragazzo davanti a lei. Cercava di distinguerne i tratti, di vedere la sua faccia tra quelle tante che aveva visto in tutti gli anni di università, ma niente, il suo volto era nuovo.
"mi sa che non ci conosciamo" gli disse, prima di porgergli la mano "Chiara Cristaldi, Medicina"
Lui la strinse, la sua mano era calda, morbida
"Elia Giunta, Economia"
Lei lo guardò confusa
"uno studente di economia a medicina, come mai?"
Lui rise e si guardò intorno, prima di indicare una ragazza che aveva supergiú la sua età e stava tamburellando furiosamente con i piedi.
"accompagno mia sorella. Quel ragazzo invece..."
L'immagina di Tonno le ritornò in mente. Cosa le avrebbe detto una volta che lei sarebbe salita in macchina? Le avrebbe fatto il terzo grado cercando di essere a conoscenza anche di quante volte quel ragazzo andava in bagno o avrebbe lasciato perdere?
La prima opzione era la piú plausibile. Era sempre stato, da quando lei riuscisse a ricordare, estremamente protettivo e selettivo nei suoi confronti. Le dava critiche e commenti non richiesti sugli amici con cui usciva, solitamente da cui andava a casa, in modo da non farsi vedere da tutti gli amici di Marco, e si rifiutava a lasciarla andare fino a che lei non gli diceva per filo e per segno cosa sarebbero andati a fare quella sera. Era imbarazzante e insopportabile.
"non farti strane idee" disse, agitando la mano davanti al volto come per scacciare un fastidioso insetto "il mio migliore amico, Tonno"
"Tonno?" rise lui "é il suo vero nome?"
Rise anche lei, era cosí abituata a chiamarlo Tonno o Tone che non le sembrava vero che avesse anche un altro nome.
"certo che no, un nomignolo che usiamo tra amici. All'anagrafe Francesco"
Lui vece un verso tra il "ho capito" e il "sto davvero avendo a che fare con questo individuo?" ma non sembrò cambiare idea, infatti rimase fermo lì cercando le parole per dirle qualcosa di apparentemente importante.
"tu andrebbe di... " iniziò, e Chiara seppe dove voleva andare a parare. Il panico si impossessò nuovamente di lei come non mai prima d'ora.
Non era abituata alle richieste di uscire per una cena o per un semplicissimo caffé, aveva scordato ormai da tempo cosa significava uscire con un ragazzo che non ti controlla 24 ore su 24.
"... andare a prendere un caffè insieme, sabato magari"
Chiara passò in rassegna nella sua mente tutti i suoi impegni del sabato successivo, e il pranzo con i ragazzi le saltò in mente prima che potesse anche solo rifletterci per un momento.
"dovrei uscire con i miei amici, ma loro possono aspettare un po'" fece il sorriso piú tenero che riuscì a tirare fuori e vide lo sguardo del ragazzo illuminarsi di un bagliore lieto. Sorrise pure lui, e alzò una mano per spostarle una ciocca di capelli dal volto. Il suo tocco era talmente leggero che quasi non sentí il calore della sua pelle sulla sua guancia, ma era talmente tenero che per un attimo dimenticò tutto ciò che la terrorizzava, dimenticò tutti gli scheletri che si portava dietro da anni.
Si scambiarono a vicenda i numeri di telefono e, prima di andarsene, Elia le lasciò un umido bacio sulla guancia, che tinse le guance di Chiara di un acceso color vermiglio.

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