Cap. 6: Cinema

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Il tempo a lavorare a teatro passò molto velocemente e, grazie alla mia grandissima abilità, la compagnia ebbe un enorme successo e girammo anche l'America.

La prima volta che mi trovai a Los Angeles mi sentii dispersa per la sua grandezza e la sua vivacità, soprattutto di notte. Los Angeles era la città degli angeli. Le macchine di nuova generazione sfrecciavano veloci lungo le strade mentre le luci dei locali, in particolare night club, incantavano le persone. Si sentiva la musica di grandi personaggi, riconobbi Elvis Presley, provenire dal loro interno. Alla fine di ogni mio spettacolo mi divertii a ballare su quella musica che ti trasportava in un altro mondo.

Tra me e Jon si era creato un legame speciale, non era semplice amicizia ma qualcosa di più e Los Angeles giocò un ruolo fondamentale nel rafforzarlo.

Una sera avevamo appena terminato il nostro spettacolo quando Edna, la nostra direttrice, mi diede un telegramma:

«Vale, un signore mi ha dato questa lettera, dice che è piuttosto importante»

«Grazie Edna»

«Ma è un telegramma, forse è morto qualcuno» disse Jonathan con un tono di voce preoccupato. I suoi occhi marroni erano stretti mentre guardava quel minuscolo foglio di carta.

«Non essere così melodrammatico Jon»  ormai avevo perso tutti i miei parenti durante gli anni di guerra e quel telegramma che mi era stato spedito doveva simbolizzare qualcos'altro.

Lo aprii e quelle poche righe mi fecero piangere lacrime di gioia:

Cara signorina McCarthur

Ho assistito a molti suoi spettacoli e sono ammirato dal suo splendido talento, ed io so riconoscere una stella del cinema, d'altronde anch'io avevo lavorato in teatro prima di spiccare il volo come attore diventando una persona conosciuta da tutti.
Vorrei che lavorasse nella compagnia, la United Artists, che io medesimo avevo fondato molto prima che mi ritirassi dalle scene per 50.000 dollari l'anno.

Cordialmente Charles Spencer Chaplin

«Non ci credo! Il grandissimo Charlie Chaplin vorrebbe che lavorassi nella sua compagnia! Per 50.000 dollari l'anno!» ero euforica e al limite della felicità. Il mio lavoro stava dando i suoi frutti e non potevo che esserne più lieta. Conoscevo Charlie perché avevo visto quasi tutte le sue pellicole uscite al cinema in quegli anni e sapere che mi voleva come attrice mi rallegrò.

«Charlie è un grande amico di famiglia, devi accettare!» mi disse Jonathan emozionato quanto me se non di più. I suoi occhi marroni brillavano.

«Ma non posso abbandonarvi» mi sarebbe piaciuto lavorare con Charlie ma non volevo lasciare delle grandi amicizie che mi ero creata.

«Questa è un opportunità che non capita tutti i giorni, devi accettare»

«D'accordo accetto»

Una volta nel nostro albergo festeggiammo e, qualche giorno più tardi, ricevetti la lettera di conferma dell'attore in cui mi si diceva di recarmi a Losanna, in Svizzera. Quel giorno dissi addio alla mia compagnia per iniziare la mia carriera come attrice di cinema.

I primi giorni ebbi difficoltà ad ambientarmi ma il regista, Conrad Sennett, era un brav'uomo e per qualsiasi difficoltà era pronto a dare una mano.

Lavorare nel cinema era diverso che lavorare a teatro perché, per prima cosa, non c'era il pubblico ma solo una cinepresa che ti osservava e non potevi sapere le reazioni che potevano avere gli spettatori; seconda cosa era molto più impegnativo.

Il mio primo film uscì il 24 dicembre 1967 e fu un successo.

The brightest Star In The Firmament ( REVISIONATA)Where stories live. Discover now