XXXVI ♚

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Taehyung aprì di scatto gli occhi quando sentì qualcosa di caldo sfiorare il suo collo. Si guardò attorno, sperando che fosse Jungkook, ma le sue aspettative vennero deluse quando non vide nessuno attorno a lui.

Riappoggiò la testa contro il parquet, privo di forze. Non sapeva con esattezza se si fosse addormentato lì o fosse semplicemente svenuto, ma era ancora vivo.

Per sua sfortuna era ancora vivo.

Deglutì a fatica, incerto suo da farsi. L'idea di rimanere fermo in quella posizione non gli dispiaceva affatto, ma immaginava che Jungkook sarebbe tornato presto al proprio appartamento, aspettandosi di trovarlo provo della sua presenza.

"Jungkook...?" tentò di chiamare il nome del castano, sperando fosse rientrato mentre lui era ancora privo di sensi. Avrebbe preferito doversi confrontare con il volto schifato del castano anziché lasciare l'appartamento senza neppure avere la possibilità di tentare un ultimo confronto con lui

"faccio così schifo..." singhiozzò quando si rese conto che era ancor completamente solo all'interno del quel grande e freddo appartamento. Nonostante il riscaldamento fosse al massimo l'assenza del castano rendeva il luogo in cui si trovava estremamente freddo e spoglio, privo delle bellezza che solitamente lo contraddistingueva.

Aveva appena rovinato la cosa più bella che gli fosse mai capitata in tutta la vita, aveva perso il ragazzo di cui era innamorato a causa della sua mancanza di forza, di determinazione. Più rifletteva su quanto accaduto con Hoseok più si rendeva conto di essere lui, lui e nessun altro, il responsabile della sua stessa rovina.

Era stato lui a non essere abbastanza forte da affrontare Hoseok, lui a non ribellarsi, lui a decidere di non denunciare l'accaduto e sempre lui a decidere volontariamente di mentire. Per quanto avrebbe voluto ritenere Hoseok unico responsabile di ciò che gli stava accadendo, non riusciva a costringersi a farlo.

Piegò piano la testa verso il basso, permettendo al suo naso di sfiorare la camicia candida di Jungkook, e lo strofinò su di essa. Il profumo del ragazzo era ancora presente sul tessuto, quasi come se lo avesse indossato fino a quel momento.

Quel semplice odore fu in grado, in una manciata di secondi, di calmarlo, cessando i suoi singhiozzi ed impedendo che il suo corpo venisse colpito da un secondo attacco di panico.

Non appena riuscì a riacquistare il controllo del proprio decise di alzarsi e tentare di raggiungere la camera da letto. Tutti i suoi vestiti ed i suoi indumenti erano raccolti tra le pararti sicure della camera da letto di Jungkook, per quel motivo doveva raggiungerla.

Sarebbe rimasto lì, sul pavimento, volontariamente, perché infondo era quello il trattamento che spettava alle persone come lui, ma aveva bisogno di circondarsi dell'odore di Jungkook per sopravvivere.

Sapeva di aver promesso a Jungkook di andarsene, ma non credeva di esserne davvero in grado. La sola idea di poter vedere il castano davanti ai suoi occhi ancora una volta, anche se per pochi secondi, prima di essere forzato ad andarsene gli forniva la forza necessaria per restare.

Sapeva che, con tutta probabilità, il maggiore non sarebbe tornato. Jungkook aveva un efficiente sistema di telecamere —interne ed esterne all'abitazione— e sarebbe stato facile per lui evitare di fare ritorno a casa fino a quando lui non se ne sarebbe andato di sua spontanea volontà.

𝘝𝘦𝘵 ♡ 𝐣𝐣𝐤+𝐤𝐭𝐡  [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now