I.Awakening

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LOVE MAZE -방탄소년단

JUNGKOOK

Era passato quasi un mese da quando avevo sorriso sul pianerottolo delle scale, mi mancava parlare con lui, abbracciarlo durante la notte quando faceva uno dei suoi incubi o solo scompigliarli i capelli sapendo che questo gesto lo faceva arrabbiare. Avevo riflettuto nell' ultima settimana su quelle sensazioni che provavo tutte le volte che lui era vicino a me, queste sensazioni non le avevo mai provate con nessuno in vita mia. Il mio battito cardiaco aumentava tutte le volte che me lo riprovavo vicino o solamente quando mi sfiorava la pelle con le sue lunghe e silicate dita, anche il mio respiro accelerava come se avessi corso per una maratona, non riuscivo a capire perché provavo tutto questo quando lui era vicino a me o soltanto quando mi mettevo a pensare a lui con la sua silhouette perfetta, quella pelle ambrata e quelle ciglia lunghe che con i raggi del sole facevano ombra sul suo viso rilassato, in quei pochi minuti filmavo il momento perfetto in cui leggeva un libro, prendevo la mia cinepresa e lo riprendevo per catturare la sua espressione.

Lui non si accorgeva che lo stavo filmando e sul mio computer avevo conservato tutto, ogni tanto mi trovavo a guardare quei video che mi facevano spuntare un sorriso, il video più bello era quello dove Taehyung disse davanti un gruppo di persone "Jungkook is my family". Non riesco ancora a descrivere le emozioni che provai e che provo tutt'ora, riascoltando quella semplice frase che per tanti non può significare niente ma per quanto mi riguarda mi ha aiutato in tanti momenti difficili. Non so cosa sarei senza lui, è il mio tutto.

Suonò la sveglia che era posta sul comodino in camera mia. Era mattina presto: il sole non era ancora sorto,c'erano ancora le stelle che brillavano nel cielo notturno di Seoul, invogliavandomi a tornare a letto sotto le coperte calde di quella camera che mi aveva visto piangere notti intere perché mi ritenevo un buon a nulla, che non sapeva eseguire neppure una coreografia senza sbagliare un passo o il sognatore che voleva solo viversi la sua vita senza correre da un posto all'altro e di non ricordare nemmeno il viso di quelle poche persone che vedevo passeggiare per strada, con la loro metà  non preoccupandosi di quello che sarebbe successo il giorno dopo.

Mi girai dall'altra parte del letto ancora sotto la trapunta, con mille pensieri in testa che avevano deciso di piombare tutti insieme senza lascarmi il tempo di capire dove mi trovarsi. Rimasi sdraiato e Guardai fuori dalla finestra che si affacciava sul fiume che attraversava la mia città, dove all'inizio della mia carriera da cantante mi ero trasferito lasciando la mia famiglia e i miei amici.

Le stelle erano ancora alte e la luna illuminava parte della stanza lasciando intravedere parte della roba buttata sulla scrivania e i vesti abbandonati vicino alla valigia. Decisi di alzarmi, allontanai le coperte dal corpo e appoggiando i piedi per terra il freddo del pavimento invase tutto il mio corpo provocandomi un brivido, infilai le pantofole e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi il viso e cercare di sistemare i capelli ma il mio tentavo fallì. Usci dal bagno e mi trasportai fuori dalla mia camera, iniziai a fare un giro per vedere se ero l'unico sveglio, passai per la camera di Yoongi ma dormiva ancora, non cercai di svegliarlo perché l'unico che poteva farlo era Jimin, quei due nascondevano qualcosa ma ero certo di sapere di cosa si trattasse.

Il modo in cui il castano sorrideva sempre al ragazzo dai capelli blue, e non usava mai un tono di voce grave per riprenderlo faceva sembrare, che lo venerasse. Chiusi la porta e mi recai verso la stanza della persona più importante della mia vita, entrai e lo ritrovai rannicchiato sotto le coperte per il freddo che c'era in quella stanza causato dalla finestra aperta che aveva lasciato socchiusa la sera prima.

I miei occhi si spostarono sul suo viso, era perso nel mondo dei sogni, mi incuriosiva sapere cosa stesse sognando di cosi rilassante per avere quella espressione, apri di più la porta e vidi che aveva già preparato la valigia ed era tutto in ordine a differenza della mia camera, mi dispiaceva svegliarlo.

Uscì dalla stanza prima di combinare qualche guaio e svegliare quel volto sereno che avevo ancora impresso nella memoria. Feci attenzione a non far rumore e mi avvicinai alle scale, arrivato al pianerottolo mi fermai a ricordare quel sorriso sfuggito al mio controllo, sorrisi di nuovo al ricordo e abbassai la testa guardandomi i piedi, fui risvegliato dal mondo dei ricordi da una porta che si apriva, mi girai e vidi uscire dall'ultima stanza in fondo al corridoio Jin con ancora la faccia e capelli di chi si era da poco svegliato.

Appena alzò la testa mi salutò con un sorriso stanco e ricambiai, scesi gli scalini in legno ed arrivai in cucina, iniziai a prepararmi la colazione subito dopo aver deciso cosa volevo mangiare quella mattina e mi sedetti al tavolo. Il silenzio in quella stanza regnava sovrano, un silenzio di quelli che ti lascia il tempo di pensare e rilassarti al tempo stesso. Mentre ero impegnato a finire la mia colazione scesero anche gli altri però non mi accorsi della figura che era appena entrata in cucina che veniva coperta dagli altri, lasciandolo li all'entrata.

"Buongiorno" disse Taehyung con voce roca, quella tonalità mi provocò dei brividi che correvano lungo tutta la spina dorsale.

Non riuscì a togliergli gli occhi di dosso, con quella sua maglietta di due taglie più grandi che gli arrivava fino a metà coscia e quei pantaloni che averi riconosciuto ovunque, erano i miei glieli avevo prestati per allenarsi e poi non me li aveva più restituiti, non mi dava fastidio vederglieli addosso anzi mi piaceva che indossasse i miei vestiti.

Ero immerso nei miei pensieri e non mi accorsi che mi stava fissando con i suoi occhioni da cucciolo che tutte le volte mi facevano sciogliere, mi ripresi e finì la mia colazione, alzandomi andai a prepararmi per raggiungere l' aeroporto.

Potevo percepire il suo sguardo di preoccupazione sulla mia schiena mentre salivo quei gradini che sembravano infiniti. Mi bloccai sulla scalinata e voltandomi incrociai i suoi occhi, rimanemmo cosi per minuti interi quando Jimin ci risveglio.

"Vado a vedere se Yoongi si è svegliato" disse, iniziando a salire le scale.
Spezzai quel contatto visivo e corsi in camera mia, mentre mi cambiavo ripensavo a suoi occhi che non riuscivo a cancellare dalla mia testa. Con quello sguardo mi voleva dire qualcosa?

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Angolo autrice:
Ciao ecco a voi un nuovo capitolo, spero vi piaccia e che la storia sia interessante (più si andrà avanti più di farà intrigante) quindi continuate a rimanere sintonizzati.
Domani pubblicherò un altro capitolo!

E ricordate
STAY GOLD

«𝙏𝙝𝙚 𝙎𝙪𝙣𝙨𝙚𝙩 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙔𝙤𝙪 » ~ 𝙩𝙝 + 𝙟𝙠 ~ hiatusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora