free fall

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La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa. È naturale per l'uomo soddisfare questo desiderio.

O almeno questo era quello che Keiji si stava ripetendo da cinque minuti.

Non si era mai spostato dal suo armadietto e la solita missiva era a debita distanza da lui, proprio dove Kotaro l'aveva lasciata.
Se ne stava lì, distesa ad aspettare di essere aperta, aspettando con impazienza di essere letta.

Ma Keiji sapeva che quella lettera -anche se il suo amico gli aveva detto il contrario- non era indirizzata a lui.
Mizuki non era mai stata così informale dal recapitargli un messaggio per iscritto, non quando andavano nella stessa scuola e sicuramente non usando Kotaro come tramite.

Eppure l'aveva vista poco prima degli allenamenti; se ne stava tranquilla nel cortile scolastico circondata dalle sue amiche e, quando aveva visto Keiji, aveva semplicemente alzato lo sguardo per poi riabbassarlo subito dopo.
Anche quella stessa mattina, durante il tragitto che li separava dalla scuola, avevano mantenuto il loro solito silenzio caratteristico dei fratelli Akaashi. Insomma, tutto gli era sembrato esattamente come tutti gli altri giorni.

Keiji non era mai stato troppo geloso delle ragazze che offrivano il loro amore al suo migliore amico. Sapeva che lui era devoto solo ed esclusivamente alla pallavolo, per questo gli piaceva così tanto.
Ma ora era...diverso? Cosa c'era di strano in quel pezzo di carta? Perché gli aveva improvvisamente scombussolato la giornata?

"Akaashi ma non vieni?" Konoha si affacciò dalla porta dello spogliatoio, riportando Keiji alla realtà.

Diede un ultimo sguardo alla lettera, ripetendosi ancora una volta quanto fosse moralmente sbagliato ciò a cui stava pensando, e poi arrivò ad una conclusione: Doveva leggerla. Doveva assolutamente leggerla.

Prese un respiro.

"No, torno a casa. Mi sento poco bene oggi" Disse semplicemente poco prima di far scivolare l'elastico della tuta e cambiarsi un'altra volta.

"Chiedi scusa al coach da parte mia" Aggiunse per poi prendere il suo borsone e infilarselo tra le spalle.

Il biondo lo guardò di traverso. Ovviamente la giustificazione di Keiji non si reggeva in piedi -era stato bene fino a dieci minuti prima- ma comunque, lo lasciò fare.

"Va bene, ma domani ci parli tu con Anahori per averlo lasciato da solo con Bokuto" E così come era entrato, uscì silenziosamente dallo spogliatoio.

Keiji aveva sempre apprezzato il comportamento di Konoha nel non fare troppe domande. Non che non fosse interessato alla sua squadra, semplicemente sapeva quando era il caso di non ficcanasare negli affari altrui. Al contrario di Kotaro, che se fosse stato lui a chiamarlo, probabilmente l'avrebbe martoriato di domande sul perché quel giorno non volesse allenarsi e -come al solito- avrebbe tenuto il broncio tutto il tempo e Keiji non sapeva mai dire no a quel Kotaro.
Per fortuna non era stato quello il caso.

Fece per uscire e, non troppo sicuro di cosa stesse pensando di fare in quel momento, portò anche quella lettera con sé. La strinse tra le dita incitando tutta la sua rabbia ad uscir fuori e prendersela con quel dannato pezzo di carta che gli aveva, involontariamente, rovinato il pomeriggio.

"Akaashi! ma dove vai?"

La voce del suo migliore amico gli arrivò dritta alle spalle, ovviamente non avrebbe potuto pensare di evitare di incontrarlo dato che l'uscita era una sola e si ricollegava alla palestra, ma comunque scelse di accelerare il passo e far finta di non averlo sentito.

Si sentì quasi subito in colpa, conosceva il carattere del suo compagno e quel suo comportamento non era accettabile.
Ma aveva un urgente bisogno di risposte e ne aveva bisogno proprio in quel momento, anche se ciò significava non allenarsi per un giorno.

painful 𝘣𝘰𝘬𝘶𝘢𝘬𝘢Where stories live. Discover now