capitolo settimo

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La cena sarebbe stato un altro mezzo affare di stato.

Mi ero fatta la doccia e mi ero arricciata i capelli viola domandandomi distrattamente cosa avrebbero pensato se mi fossi presentata a cena struccata e in tuta.

Non che fosse possibile. Non solo avrei disonorato il mio branco attuale, ma anche il mio branco d'origine, così scelsi un abito indaco che si sposava bene con la nuance dei miei capelli e mi truccai, accertandomi di essere il più naked natural possibile.

Piantala di farti problemi, lupacchiotta la voce di Finnick rimbombò nella mia testa anche con un sacco dell'immondizia addoso saresti uno schianto.

Wow non pensavo che un vecchietto come te conoscesse certi termini, sono colpita.

Sarai colpita le assicurò lui, in faccia con una spranga di ferro.

Ouch, non sono una fan della violenza domestica, forse questa cosa fra noi non può funzionare. Scherzai e poi non fare quella faccia, lupacchiotto.

Lo potevo sentire aggrottare le sopracciglia da dove mi trovavo seduta davanti allo specchio ad applicare il mascara.

Qualche secondo dopo la porta si spalancò con un boato. Sorrisi.

"Quale faccia?"

Mi voltai alzando un sopracciglio con aria non impressionata "Quella faccia." dissi scrollandomi nelle spalle prima di voltarmi nuovamente verso lo specchio "Mi devi una porta nuova, magari a scomparsa visto che le porte normali le stacchi dai loro stipiti."

Lui marciò fino a me, indicandosi il volto, dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non sospirare sognante.

Fui molto soddisfatta del mio sospiro che poteva facilmente passare per esasperato. E non lo era, per niente.

"È la mia faccia." mi disse.

"Allora sono assai dispiaciuta per te, Finnick. A nessuno piace essere incastrati con una faccia aristocraticamente scandalizzata."

Lui ammiccò evidentemente sorpreso prima di ringhiare sommesso.

"È la mia faccia!"

"Non c'è bisogno di ripetere, Finnick. Non sono sorda, ho capito. Ho già offerto il mio dispiacere per la tua condizione. Sarò molto attenta a inserirti nelle mie preghiere alla Dea per chiederle cosa pensava quando ti ha ridotto così. Da vera screanzata."

Ma non riuscii a mantenere la facciata da signora pomposa abbastanza a lungo e scoppiai a ridere "Avresti dovuto vedere la tua faccia!" lo accusai fra le risate "Da scompisciarsi!"

Lui mi venne vicino stampandomi un bacio all'angolo della bocca e zittendomi, sostanzialmente ponendo un freno alla mia ilarità dirompente.

"Suppongo fosse una faccia aristocraticamente scandalizzata." offrì lui porgendomi il braccio.

Ridacchiai fra me e me accettandola.

"Vorrà dire che per sta sera sarò aristicraticamente scandalizzata al suo fianco, alfa Duncan." offrii.

"Finnick" mi corresse lui "Chiamami Finnick."

Il mio sorriso sarebbe stato capace di accendere il sole tanto che fu luminoso.

"Finnick" ripetei con decisione "Pronto a sparlare di tutti i prensenti, raccontandomi i loro piccoli, sporchi segreti?" domandai e lui roteò gli occhi al cielo.

"Certamente faremo un gran figura a sparlare come delle vecchie comari."

Sorrisi "Oh vedo che hai capito tutto di me, caro."

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⏰ Last updated: Jul 13, 2020 ⏰

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