*11* L' Alcool

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«Ragazzi io vado» disse d'un tratto Beck alzandosi e quasi cadendo giù dalla sedia. Per fortuna Jade, che era al suo fianco, lo prese.

«Sei ubriaco... Tu non vai da nessuna parte» lo sgridò lei.

«E da quando sei tu la responsabile?» chiese ironica Tori.

Jade le rivolse un sorriso maligno per poi riportare la sua attenzione sul suo ex ragazzo sbronzo che barcollava cercando di arrivare alla macchina.

«Lo porti tu a casa?» domandò André.

La ragazza ci penso un istante, non le sarebbe dispiaciuto, anzi, ma cosa sarebbe successo? Lui poteva dirle chissà cosa o fare qualunque cosa essendo così brillo.

«Sei vuoi lo porto io, nessun problema» si propose André da buon amico.

«No, va bene... Lo porto io, grazie» sussurrò lei «Ma puoi aiutarmi a portarlo in auto, è troppo pesante per me».

Senza farselo ridire lo prese per un braccio e se lo caricò in spalle.
Lo coricò sui sedili posteriori della macchina nera.

Beck non si oppose e quando partirono iniziò a canticchiare una melodia famigliare "You think you know me. But you don't know me. You think you own me. But you can't control me"

«Bella canzone» disse lei facendo attenzione alla strada.

«Lo so» rispose lui mentre scavalcava i sedili per mettersi davanti, vicino al guidatore.

«Beck, sta fermo o faremo un incidente stradale» urlò lei, ma subito dopo ritrovò la calma persa rendendosi conto che urlare contro un ubriaco non serviva a nulla. «Chi te l' ha cantata?».

«La mia ragazza, una ragazza fantastica, soffre molto poverina, ma ora credo che sia la mia Ex.. Forse mi ha mollato».

Il cuore di Jade perse un battito, l'aveva descritta come fantastica, ma che soffriva molto.

“Almeno lo sai, scemo!” pensò.

«Non è che sei tu che hai mollato lei?» chiese Jade guardandolo.

La domanda gli risultò difficile, ci mise alcuni minuti a capirla e altrettanti per poterle rispondere.

«Io, no, non credo di essere stato io... No, impossibile» balbettò gesticolando.

Jade lasciò perdere il discorso.

Lei sapeva la verità. Sapeva che era stato lui a mollarla, pochi giorni prima. Ma cosa si aspettava da un Beck così ubriaco da non riuscir ad aprire una portiera?

«Hey, bello addoramntatao siamo arrivati, scendi».

«Lo so, sono bello» si vantò facendo un sorriso idiota. «Me lo diceva anche lei».

Barcollò pericolosamente per alcuni istanti prima di trovare l'equilibrio. Jade lo sorreggeva, aprì la porta della roulotte con le chiavi che il ragazzo le porse con fatica.

«Ora va a dormire, così magari ti passa la sbornia e torni il Beck lucido e calmo di sempre».

Il ragazzo la guardò per poi coricarsi a peso morto sul letto.

«Almeno togli le scarpe» lo rimproverò Jade.

In rispose emise un lamento che interpretò con un “No non ne ho voglia.. Lasciami dormire”.

Allora con calma Jade si avvicinò e si sedette ai piedi del letto guardandolo con gli occhi chiusi.

Era sempre il solito e bello Beck.

Intorno a loro tutto cambiava ma non lui e ciò che lei provava. Poteva continuare a negare per l'eternità che non gli piaceva più ma più lo faceva più si convinceva che sarebbe stato impossibile.
Ormai era chiaro che Jade non gli sarebbe più corsa dietro.

Lo faceva sempre lei. Era lei che tutte le volte che litigavano andava sempre da lui a farsi perdonare. Lei aveva lasciato l'orgoglio da parte troppe volte per seguire il cuore lui invece no, nemmeno una volta!
Aveva sempre creduto che dopo poco lei sarebbe tornata ma non poteva andava avanti così all'infinito e prima o poi se ne sarebbe accorto anche lui.

«Beck, io vado, buona notte» disse dolcemente Jade.

«Comunque solo una cosa» obbiettò lui alzando la faccia dal cuscino per guardarla. «Forse, dico forse, sono io che l'ho piantata ma...- fece una lunga pausa come per decidersi su quali parole usare. -io le voglio ancora molto bene, cioè la amo ancora, se la vedi diglielo».

«Okay, lo farò» rispose lei. «Ma ora torna a dormire».

La faccia del ragazzo sprofondò nuovamente sul cuscino candido.

Jade rimase ancora alcuni minuti sulla soglia della roulatte ripensando a cosa era successo, forse era meglio se André avesse riportato Beck a casa, così non avrebbe dovuto sentire di nuovo quelle parole: Ti amo. Ti voglio ancora molto bene. Erano come una pugnalata nel petto.

Certo, era bello sentirlo dire da lui ma a cosa serviva? Il giorno dopo si sarebbe dimenticato tutto invece lei no! Si sarebbe ricordata di quello che le aveva detto mentre era ubriaco marcio e forse non era nemmeno la verità.

Chiuse la porta della roulette e tornò in macchina, cercando di dimenticare ma inutilmente.

L' amore non si può dimenticare, si può ignorare ma si ricorderanno per sempre le cicatri lasciate da una persona nel tuo cuore.

















𝙻𝚎𝚣𝚣𝚒

BADE ||Victorious||Donde viven las historias. Descúbrelo ahora