𝘊𝘩𝘢𝘱𝘵𝘦𝘳 𝘵𝘩𝘳𝘦𝘦 -𝘴𝘮𝘪𝘭𝘦𝘴

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La sera prima, quando Stan era andato a casa di Addy, il padre di Addy tornó molto tardi, così il ragazzo tornó a casa prima e non gli consegnó niente, aspettando l'indomani.
Addison era ascuola, immersa nei suoi pensieri mentre il professore di storia spiegava, ovviamente senza essere ascoltato praticamente da nessuno.
Lei stava pensando a quando in realtà Stanley Barber non fosse male, si era divertita la sera prima con lui.
Quando la lezione finì si diseresse insieme ai suoi amici in mensa per pranzare come al solito.
«Ti vedo pensierosa oggi Addy» disse Dina gentilmente.
«Vero, ma sto bene» confermó lei stessa.
«Sicura?» chiese Ricky mettendole un braccio attorno alle spalle.
Manco fossero fidanzati.
«Sì tutto ok»
Le nacque un sorriso quando vide Stan che col suo vassoio andó verso un tavolo da solo.
Lui la guardó e ricambió il suo sorriso per poi sedersi a mangiare.
«Conosci Stan?» chiese Dina notando il loro scambio di sorrisi.
«Sì» rispose Addison.
«Wow, ti piace?» continuó Dina.
«Cosa? No, siamo amici, poi ci siamo praticamente conosciuti ieri, ma, ammetto che è carino» rispose.
Ricky sembrava triste, esasperato, sembrava odiare Stan per qualche ragione.
«Se lo dici tu» disse Dina alzando le mani in avanti.
Addy non rispose, non voleva continuare quella conversazione.
«Dai andiamo» disse Brad che stava appiccicato a Dina.
Presero da mangiare e si sedettero ad un tavolo, Addy era accanto a Ricky e di fronte ci stavano Dina e Brad.
Da dietro loro due riusciva a intravedere Stan che stava al tavolo a mangiare solo, le dispiaceva vederlo solo, era un ragazzo simpatico e molto carino, le sembrava quasi strano che non avesse amici.
Così decise di alzarsi, prendere il suo vassoio e dirigersi verso il suo tavolo per fargli compagnia.
«Hey dove vai?» chiese a voce alta Ricky, ma non ottenne risposta.
Addy si sedette di fronte a Stan.
«Ciao» disse lei sorridendo ed essendo apparentemente molto felice.
«Hem, ciao» disse Stan anche lui sorridendo.
«Cosa c'è?» chiese lui come se si aspettasse una qualche richiesta da lei.
«Niente, ti faccio compagnia» rispose lei.
«Ma i tuoi ami-»
«Loro staranno bene anche senza di me» lo interruppe.
«Oh, ok»
«Comunque volevo chiederti una cosa» aggiunse lui.
«Cosa?»
«Ecco, se magari ti andasse di venire a casa mia stasera per ascoltare quel vinile...cioè intendo, t-tu sei l'unica che mi rivolge la parola e-e»
«Sì» lo interruppe ancora.
«Come? Davvero?» chiese evidentemente felice.
«Sì, siamo amici adesso, e mi piace trascorrere il tempo con te» disse lei non smettendo di sorridere.
«Fantastico, perfetto» rispose lui emozionato.
«Ciao Stan» disse Sydney Novak passando davanti al loro stavolo.
Sydney Novak.
Non era mai stata nè simpatica nè antipatica a Addison, semplicemente indifferente.
«C-ciao Syd» rispose il ragazzo.
«Cazzo almeno impegnati per non far capire che ti piace» disse Addy ridacchiando.
«Ma no n-non mi piace» disse diventando leggermente di un colorito più roseo.
«Certo certo, ne riparliamo dopo sfigato, ciao» disse ridendo e alzandosi per tornare dai suoi amici e poi andare via.
Stan adorava quella ragazza, gli metteva allegria, era sempre carina e gentile anche se era tra i più popolari della scuola, non era affatto come se la immaginava.
«"aMiCi1!11"» la prese in giro Brad appena tornó dagli altri.
«Stai zitto capelli di merda» disse Addy.
«E tu che hai?» chiese Addison a Ricky che era a dir poco distaccato.
«Niente» disse per poi sorpassare tutti ed andare via dalla mensa.
«Gli ho fatto qualcosa?» chiese Addison ingenuamente.
«Oh sì, eccome, ma dovresti capirlo da sola» disse Bradley.
«Sei uno stronzo» disse Addy facendogli il terzo dito.

Alla fine delle lezioni Addy tornó a casa, convinta di trovare suo padre sì portó dietro anche Stan.
«Allora» inizió Addy.
Stavano camminando su delle rotaglie di un treno che si trovavano vicino il loro quartiere, avevano scoperto di abitare abbastanza vicini.
«Sì?» chiese lui.
«Primo, perchè non sei venuto a scuola in macchina oggi? Evitavamo la fatica di tornare a piedi» disse fingendosi sfinita dalla fatica.
«Oh bhe, oggi non ho potuto, mio padre non sà nemmeno che la guido e oggi era a casa, di solito non c'è mai, sto molto meglio quando non c'è» rispose.
«Pff non dirlo a me, io sto da dio quando sono da sola, peró sarebbe bello a volte avere qualcuno della tua famiglia che ti apprezza oltre la tua sorellina» disse inizialmente in tono critico e sarcastico ma poi diventando triste.
«Già» concordó lui.
Vide Addy così triste che gli fece tenerezza e la circondó con un braccio, come per difenderla, e le nacque un piccolo sorriso.
«E la seconda cosa?» chiese lui curioso.
«Oh giusto...quella ragazza, Sydney, ti piace giusto?» chiese lei.
Quando pronunció la parola "Sydney" peró, Addy si staccó dall'abbraccio di Stan.
«N-non lo so, cioè sì ma non la conosco abbastanza, insomma, a malapena ci salutiamo»
«Allora parlale tu»
«Cosa? No, non ne avrei il coraggio»
«Só che abita qui vicino, magari qualche mattina offrile un passaggio a scuola, oppure comincia a parlarle quando la vedi passare»
«Ma non saprei di cosa parlarle» disse lui ingenuamente.
«Bhe inventa, tipo parlale dei Bloodwitch, con me ha funzionato, magari piacciono anche a lei» suppose.
«O magari non li conosce nemmeno» la contraddì Stan.
«È un rischio che devi correre» rispose Addison.
Nel frattempo erano arrivati a casa di Addy, entrarono e infatti trovarono suo padre, seduto sul divano mentre guardava la tv e beveva una birra.
«Papà ci sta Stan» disse Addy.
«Chi?» chiese lui girandosi.
«Io signore» disse Stan a dandogli davanti.
«Oh giusto tu, vi conoscete voi due?»
«Andiamo a scuola insieme» disse Stan.
«Uscite insieme?»
«No papà, siamo solo amici»
«Bene, non vorrei mai che mia figlia si mettesse con uno spacciatore»
L'educazione non era il suo forte.
Alla sua affermazione Addison roteó gli occhi, lui era il primo a sballarsi ed ubriacarsi a tutte le ore, e in più la roba di Stan non era nemmeno pesante quindi perchè non avrebbe potuto starci insieme?
Non che avesse voluto chiaro.
«Bhe, comunque ecco signore» disse Stan porgendogli una bustina.
Eric si alzó e prese dei soldi da sopra ad uno scaffale.
«Grazie» disse Stan.
«Prego ragazzino, ora via da casa mia, Addison fallo uscire»
Lei mimó un "mi dispiace" con le labbra e lui le sorrise debolmente come per dire "tranquilla, ci sono abituato".
Andarono insieme verso la porta ed uscirono sul portico.
«Scusa, mi dispiace» ripetè lei.
«Non ti preoccupare, mio padre mi tratta più o meno allo stesso modo»
«Allora a stasera» disse lei.
«Sì a stasera»
Il ragazzo fece per andarsene ma lei lo fermó e lo abbracció.
«Lo so che non ci conosciamo da molto, ma sento che tu sei una delle poche persone di cui io possa fidarmi davvero» disse premendo la testa contro il suo petto, era molto bassa in confronto a lui.
«Sì anche io» disse lui ricambiano l'abbraccio.
Sì sta carino, si salutarono un ultima volta ed Addy tornó dentro casa, chiudendo poi la porta e vedendo la figura di stano scomparire.

Me bitch
Boh sto capitolo mi fa leggermente cacare.
Comunque hey, è un aggiornamento :D
Comunque mi sto davvero rendendo conto di quando io odi i bambini.
Cioè ho speso tre cazzo di euro al supermercato per prendere le mie fottute gomme preferite, e a me le mie gomme preferite non devi toccarmele, e un bambino di merda figlio di un'amica di mia madre che era venuta a cena a casa mia, se le è mangiate tutte a mia insaputa, e la mia amica oggi mi ha detto "guarda che le ha mangiate tutte il bambino di ieri" (ci stava pure lei a quella cena) e io tipo "la prossima volta che lo vedo gli stacco le mani e gli taglio la lingua."
Un'altra cosa che odio è thenew_blackJOLLY (nevvero ily) che nella sua storia su Stranger Things mi fa odiare da Jack Dylan, MA IO AMO JACK PIUTTOSTO CHE ESSERE GELOSO DI ME E FINN FACCIAMO UN THREESOME CAZZO, ANCHE UN' ORGIA CON QUELLA GRAN FIGA DI SOPHIA E QUEL BONO DI ASHER.
Comunque, dato che scrocco sempre lo skate di una mia amica oggi ne ho comprato uno mio, e sono happy.
E niente credo di aver finito di sparare cagate.
Addio persone belle.

❝𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐞❞ [𝑺𝒕𝒂𝒏𝒍𝒆𝒚 𝑩𝒂𝒓𝒃𝒆𝒓]Where stories live. Discover now