Capitolo 18

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<<Mi dispiace per te, Tancredi, ma penso sia passato un po' troppo tempo. Non credi? Pensi forse di tornare qui dopo mesi e ritornare amici come prima? Beh... no, caro mio... non è tutto così semplice!>> urla Lele infuriato contro Tanc.

<<Lele, lasciamo parlare. Anch'io sono arrabbiata ma non mi sembra il momento di litigare, peggioriamo solamente la situazione, non è d'aiuto>> cerco di calmarlo mentre Tanc si stringe ancora di più a me.

<<Spiegami perché dovrei aiutarlo. Dopo mesi di inferno dovrei starmene qui ad aiutarlo, ascoltarlo con calma mentre abbraccia la mia ragazza come se non fosse successo nulla? Mi dispiace ma non ci sto al suo gioco! - mi risponde sottolineando la parola "mia". Mi guarda negli occhi, nei suoi ci leggo la delusione che si trasforma in rabbia quando passa lo sguardo su Tancredi e gli punta il dito contro - Che intenzioni hai? Arrivare qui e riconquistare tutti con due lacrime? Aspetta, ho capito, questo è un trucchetto per fottermi di nuovo la ragazza, vero Tanche?>> continua imitando il modo in cui l'ho chiamato io prima.

<<Lele...>> dico ma mi ferma.

<<No, zitta! Stai qui a consolarlo! Quando ti avrà portato a letto, vieni pure da me a chiedermi scusa e a darmi dello stronzo davanti a tutti, tirandomi anche uno schiaffo magari... tanto ormai è questo che fate tutti! Ma forse Tancredi su una cosa ha ragione: sono solo un ingenuo!>> esce e sbatte la porta di casa. Al tonfo della porta chiudo per un secondo gli occhi ormai lucidi.

Tancredi si stacca e mi sussurra un <<Scusa...>>

Mi alzo e senza dir nulla mi dirigo verso la nostra stanza. Entro e mi chiudo la porta alle spalle sbattendola e girando la chiave per poi sedermi a terra con la schiena al muro. Tiro uno strillo capace di rompere i timpani a me stessa <<Cazzo! Ho fatto un'altra cazzata!>> Mi porto le ginocchia al petto mentre piango a singhiozzi.

Qualcuno bussa forte alla porta ma non rispondo. <<Gina! Dai apri...>> Continuo a non rispondere.

Sento dei passi pesanti allontanarsi e poi delle urla <<Tancredi Galli! Che cazzo hai combinato?!>>

<<Io non volevo Giada, davvero...>>

<<Certo, come no... ma ti pare?! Non era tua intenzione abbracciarla, è capitato. Cazzo Tancredi! Vieni qui dopo mesi di insulti e la prima cosa che fai è abbracciare Gina, davanti a Lele poi... ma sei impazzito?!>>

<<Perché non capite?>>

<<Capire cosa? Che sei un bravo ragazzo? Non ci credo nemmeno morta...>>

<<Che lei è la prima che ha capito qualcosa nella mia fottuta vita! La prima che per una cazzo di volta mi ha ascoltato! Ho sbagliato e lo so. Ho creato un casino incredibile, lo so. Ma lei è stata la prima e unica persona che prima di insultarmi è stata in silenzio e mi ha ascoltato, mi ha chiesto cosa avevo, cosa c'era che non andava. Io le ho spiegato tutto e lei mi ha detto di schiarirmi le idee e ha ragione perché nella mia testa ci sono solo punti interrogativi. Dopo aver parlato mi ha insultato, mi ha urlato contro che sono uno stronzo ma l'ha fatto solo dopo avermi ascoltato...>>

Per qualche secondo si sente solo il silenzio.

<<Non sai che dire? Lo so, è strano sentirmi parlare così>>

<<Sì... allora facciamo così Tancredi: tu ora mi dici che ti passa in quel tuo cervello di merda, però dopo mi devi permettere di insultarti fino a quando non avrò più la voce, okay?>>

Tanc fa una risata leggera per poi rispondere <<Va bene...>>

Dopo si sente solo il silenzio, staranno parlando tranquillamente. Mi sdraio sul letto e poco a poco mi addormento con il viso rigato dalle ultime lacrime salate.

Quando mi sveglio sento delle voci provenire dal salotto. Mi alzo e decido di vedere chi è tornato dato che prima c'eravamo solo noi tre in casa fino a quando è arrivato Tancredi...

<<Tancredi, l'hai fatta grossa e penso che tu lo sappia>>

<<Lo so ma... mi ha davvero aiutato. Avevo paura della vostra reazione, soprattutto di quella di Lele e ho pensato che, se gli avesse parlato lei, mi avrebbe ascoltato...>>

<<Sì ma abbracciarla davanti a lui... - entro in salotto e trovo Tancredi e Diego sul divano mentre Gian, Giada e Kekka sono seduti sulle poltrone. - ah Gina, sei qui>> Annuisco lievemente, <<Non è ancora tornato?>> chiedo con voce debole.

Diego mi fa segno di no con la testa.

Mi siedo accanto a lui che mi abbraccia.

<<Non ti preoccupare, è arrabbiato per il ritorno di Tancredi e per il suo comportamento... dagli un po' di tempo e poi tornerà>> mi sussurra.

<<Gina, io...>> inizia a parlare Tanc.

<<Non dire nulla. Poi ne parliamo, non è a me che devi chiedere scusa ma a lui. Io sono arrivata dopo e per quanto possa essere arrabbiata, è lui che deve perdonarti>>

<<Grazie>> dice e io gli faccio un piccolo sorriso in risposta.

<<Comunque sia penso che il fatto che non ti abbiano già picchiato loro - dico indicando Gian e Diego - è già una cosa positiva, no?>>

<<Penso di sì, sono ancora intero>> mi dice ridendo.

<<Abbiamo sbagliato anche noi, solo lui molto di più di noi. Un po' alla volta ritorneremo come prima, almeno spero>> dice Gian.

<<Sono d'accordo. Abbiamo commesso lo stesso errore, sarà dura ma ce la faremo>> dice, invece, Gian.

<<Voi siete diventate mute?>> chiedo a Kekka e Giada.

<<No, semplicemente non sappiamo che dire>> risponde Kekka mentre Giada continua a guardare il nulla, seguo con gli occhi il suo sguardo e noto che sta guardando Tancredi.

<<Giada!>>

<<Eh...>>

<<Allora ce l'hai la voce. Pensavo l'avessi persa a causa delle urla>>

<<Eddai, basta!>>

<<Ma se sono due ore che sei in silenzio a guardare il nulla>> certo, il nulla...

<<Non ho nulla da dire>>

Sentiamo la porta aprirsi ed entrare Costanza e Vale.

<<Ciao>> dicono entrando.

<<Che ci siamo persi?>> chiede Costanza.

I loro occhi notano Tancredi e scatta il caos. Vedo lo sguardo di Valerio infuriarsi moltissimo.

<<Lui che ci fa in questa stanza?>> urla.

<<Valerio, stai calmo>> Diego si alza e cerca di calmarlo.

<<Stai calmo?! Davvero?! Lele sa che è qui?>>

<<Sì, ma ora calmati>> si alza anche Gian.

<<Mi spiegate come fate a stare calmi?!>>

<<Vale, ascoltami. Ha commesso il nostro stesso errore, anche noi abbiamo sbagliato. Ha sbagliato più di noi ma lascialo parlare>> cerca di farlo ragionare Gian.

<<Non ti diciamo di personarlo ora ma di ascoltarlo>> dice Diego.

<<Va bene ma non ora>> si volta e se ne va in camera.

<<Non ho parole>> dice Costanza prima di sedersi accanto a me.

<<Poteva andare peggio, credevo mi picchiasse>> dice Tanc.

<<Se non lo fermavamo, l'avrebbe fatto>> dice Gian.

<<Ok... che facciamo?>> dice Kekka cercando di alleggerire la tensione.

<<Ci godiamo la quiete prima della tempesta aspettando Lele che torni>> dico.

Si ricomincia su quel trenoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang