Minute By Minute

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L'aria umida di quella sera trapassava il tessuto della felpa e della maglietta che Martino indossava. Aveva piovuto per tutto il pomeriggio, e ora il ragazzo camminava a passo svelto per tornare a casa il prima possibile.
Via della Conciliazione era stranamente deserta, qualche turista si aggirava con occhi curiosi e macchina fotografica alla mano. L'umidità gli penetrava nelle ossa, si sentiva ancora più stanco di quando era uscito da casa di Eva. L'esame di istologia era sempre più vicino e lui insieme a Sana aiutavano la rossa a rispettare il loro programma serrato di studi.
Nonostante il maltempo e la stanchezza, un sorriso spontaneo comparve sulle sue labbra; ogni volta che passava per Via della Conciliazione si ricordava di quella fuga in bici con Nicco. Due ragazzi travestiti per la festa di Halloween, diretti verso una piscina.
Martino prese velocemente il cellulare dalla tasca per cambiare brano, inviò un breve messaggio a Niccolò per avvisarlo del suo rientro. Come sempre aveva internet staccato, ormai Martino ci aveva rinunciato, il suo ragazzo e la tecnologia non erano esattamente fatti l'uno per l'altra.
In un quarto d'ora sarebbe arrivato a casa, rimise il cellulare in tasca e allungó di nuovo il passo, aveva freddo e fame.

Il lampione davanti al portone del palazzo non era ancora stato riparato. La luce a intermittenza che veniva emessa dava un senso di fastidio a Martino. A fatica il ragazzo riusciva a vedere le chiavi che aveva in mano ma per fortuna il portone era aperto. Spingerlo gli era costato uno sforzo enorme e ormai i piedi li trascinava sul pavimento di marmo dell'androne. Quando vide che l'ascensore era occupato mugugnó un "porca troia" a denti stretti.
L'appartamento suo e di Niccolò era al terzo piano e ormai al freddo e alla fame si era aggiunto anche il sonno.
Arrivato davanti alla porta di casa si sentiva come se avesse scalato l'Everest e io rumore che sentiva provenire da dentro casa gli stava facendo venire mal di testa.

<<Sono a casa>>

Ad accoglierlo, come ogni sera, non c'era Niccolò, bensì un mobiletto comprato in un mercatino delle pulci che il suo ragazzo aveva insistito per ridipingere di un rosso scarlatto. Lui aveva tentennato ma Filippo aveva dato corda a Niccolò e quindi Martino si era arreso. Ormai si stava abituando a quel mobiletto rosso scarlatto ma, in fondo, continuava a pensare che fosse un po' troppo.

<<In cucina>> la voce di Niccolò gli arrivò ovattata dalla musica che continuava a risuonare a volume alto.
Martino prima passò dal salotto per lasciarvi felpa e zaino ma dentro la stanza sembrava essere scoppiata una bomba. Dal tavolo al divano, passando per i ripiani della libreria, ogni superficie era invasa da oggetti di ogni sorta; c'erano alcuni vestiti sparsi sul pavimento ma la sua attenzione venne catturata dall'ukulele che sembrava troneggiare nella stanza.

<<Ehy Nicco ma che è successo? >> domandó stranito, raggiungendolo in cucina per avere delle spiegazioni.
<<Mia mamma mi ha chiesto di cercare un paio di cose di mia nonna>> la voce tranquilla del ragazzo riuscì a far passare un po' il mal di testa a Martino, che comunque si premuró di spegnere lo stereo.
<<Sistemo domani mattina, giuro>> lo rassicuró Niccolò, con la sua faccia da cerbiatto. Martino si limitó ad annuire.

<<Ehy tutto ok? Hai avuto problemi tornando?>> ora la voce del suo ragazzo era velata di preoccupazione.
Martino scosse la testa, si lasciò cadere sulla sua sedia e appoggiò i gomiti sul tavolo.
<<No sono solo stanco, studiare con le ragazze non è esattamente semplice. Sana sa anche le virgole del libro mentre Eva si lamenta di non sapere nulla>>
<<E allora ringrazia il tuo chef personale che questa sera ha preparato la carbonara. È quasi pronta, devo solo aggiungere un po' di tabasco>>
<<Mi sembrava di aver deciso di comune accordo che in questa casa è vietato il tabasco>> esclamò Martino, improvvisamente più sveglio di qualche minuto prima.
Niccolò con fare di sfida si avvicinó alla mensola delle spezie, davanti a tutte la bottiglietta incriminata sembrava osservare Martino dritto negli occhi. La mano di Nicco era sempre più vicina alla bottiglia di tabasco e il sorriso furbo sulle sue labbra era sempre più marcato.
Martino si chiese come facesse il suo ragazzo ad essere sempre così attivo. Ultimamente lui si sentiva sempre stanco, appena toccava cona testa il cuscino i suoi occhi si chiudevano in automatico. Le lunghe chiacchierate a letto con il suo Nicco sembravano solo un lontano ricordo. Ormai la sua vita verteva solo intorno agli studi e al caffè, Niccolò riusciva a vederlo solo perché vivevano insieme.
Spesso si sentiva in colpa nei confronti del suo fidanzato per questo, aveva quasi paura che quella che inizialmente credeva solo una fase, potesse prolungarsi per tutta la durata del suo percorso di studi.

Minute By Minute //Rames Where stories live. Discover now