Chapitre 3

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Dopo quasi un pomeriggio passato come ai vecchi tempi, con la mia amata famiglia mi dirigo verso casa mia, ho riposto la lettera nella borsa per andare a casa e dare una risposta ma prima devo avvisare Celia della proposta e che dovrò andare a Parigi. Non sò come la prenderà ma non ci posso fare nulla, dopo di lei devo anche dirlo a Charlotte, James, Samuel e Sophia, anche loro hanno il diritto di sapere. Decido però di non andare là con il taxi. Voglio godermi la città dove sono cresciuta, magari non l'avrei più vista tutti i giorni e ne avrei sentito la mancanza una volta a Parigi. Noto alcuni ragazzi venirmi incontro, parlano di videogiochi, sport e immancabilmente di amore. Sentirli parlare delle loro fidanzate mi crea una strana sensazione, inspiegabile. Come sarebbe la mia vita se ora sarei stata al fianco di qualcuno? Specialmente qualcuno.

Mi avvicino sempre di più al bar e mi riscuoto dai miei pensieri appena sono davanti. Vedo dalla porta in vetro che Celia si stà preparando per tornare a casa, il suo turno è finito già da molto siccome sono le 19:35. Dovrebbe essere a casa ma invece è ancora al bar. Guardo più attentamente e vedo che ci sono altre persone dentro con cui Celia stà tenendo un dialogo. Decido di entrare e al suono del campanellino tutti si girano verso di me, le persone sconosciute di rivelano essere coloro che conosco meglio di tutti, Samuel, Sophia, James e Charlotte《Marinette!》urlano all'unisono, non perdo tempo e saluto tutti quanti《Stavamo giusto parlando di te》mi dice Celia mentre pone un braccio intorno alle mie spalle trascinandomi davanti a tutti i presenti《D-di me?》balbetto. Cosa mai avranno da dire su una come me?《Già!》risponde alla mia domanda Samuel《È da molto che ci stiamo pensando》comincia Charlotte accavalcando le gambe《E abbiamo deciso di partire in vacanza tutti quanti!》esclama Sophia tutta allegra. Sorrido alla loro allegria ma mi rabbuiavo subito. Loro non sanno di dove dovrò andare《Ragazzi》li richiamo, diventano immediatamente più pacati e silenziosi《A me piacerebbe venire con voi ma...》mi blocco. Mi si crea immediatamente un grappo alla gola che mi fa morire le parole《"Ma"cosa?》chiede James curioso《Non posso venire》sussurro《Come non puoi venire?》chiede Celia spalancando gli occhi alzando gradualmente il tono di voce《Colgo l'occasione, siccome siete tutti qua che...beh...io dovrò andare via da qui tra qualche giorno minimo》dico frugando nella borsa alla ricerca della lettera, nel bar cala il silenzio, nessuno si sarebbe mai aspettato di una cosa del genere, sopratutto da parte mia, trovo la lettera e la pongo sul tavolo davanti a me, subito Samuel la prende e l'avvicina maggiormente a loro per poter far leggere a tutti il contenuto, a loro si aggiunge anche Celia che sembra essere davvero incuriosita. A ogni secondo passato in silenzio una sensazione nasce dentro di me, è difficile da spiegare, sono felice per la proposta di lavoro ma non voglio lasciare New York, in fondo sono cresciuta qua, ho studiato qua e ho trovato lavoro qua e posso dire che conduco una vita abbastanza normale. 《Ehm, noi non sappiamo il francese》mi riscuoto dai pensieri grazie a Charlotte《Oh, scusate》dico afferrando la lettera e riponendola in borsa accuratamente per non stropicciarla《Senza fare giri di parole, ho ricevuto una proposta di lavoro dalla Francia, più precisamente a Parigi》spiego, nessuno osa dire qualcosa《E voglio andare la》continui cercando di creare una reazione in loro che presto non tarda ad arrivare《Ma è bellissimo!》esultano Charlotte e Sophia, i ragazzi se ne stanno in silenzio, li guardo e mi fanno intendere che sono felici per me e non hanno problemi riguardo la mia decisione, l'unica che sembra pensierosa è Celia, non deve aver preso bene la mia decisione e posso in parte capirla, come farà a gestire il bar da sola? Lascio un'attimo le altre due e vado ad abbracciare Celia《Mi dispiace》le sussuro. Immaginavo una reazione così da parte sua, è stata difficile per lei gestire tutto da sola, e da quando sono arrivata io per lei sono stata come una salvezza《Cerca di capire la mia decisione》dico dopo essermi staccata dall'abbraccio《Io l'ho già capita, e sono felice per te, ma io non so più cosa fare qui》dice indicandosi intorno《da sola sarà difficile》《Ti aiuteremo noi》dice James interrompendola, mi volto verso gli altri attendendo una spiegazione migliore《Quando avremmo tempo verremo qua, ti aiuteremo con tutto, sarà come se ci fossere quattro Marinette》spiega Samuel, le loro fidanzate annuiscono e sul mio viso spunta un sorriso《Non so come ringraziarvi》dice Celia quasi tra le lacrime per la commozione presumo rivolta ai miei amici, ormai anche suoi.

Usciamo dal bar e dopo aver salutato gli altri mi dirigo finalmente a casa. Dopo questa giornata ho solo bisogno di risposo, sano e meritato riposo. Il sale tramonta alle mie spalle e lascia gli ultimi raggi che illuminano le punte dei grattacieli. Rilascio un piccolo sospiro mentre stringo di più la borsa tra le mani, anche questa è andata, mi rimane solo confermare che accetto, preparare le valige e sperare di atterrare sana e salva sul suolo parigino. Adesso che ci penso non so nemmeno chi mi offre lavoro e dove sopratutto, mio padre ha ragione, magari può essere una presunta presa in giro, chiederò più informazioni direttamente nulla e-mail.

Mi ritrovo sotto l'edificio che ospita il mio appartamento piccolo ma accogliente, entro e mi dirigo verso le scale, vengo tentata sempre di usare l'ascensore ma alla fine non devo neanche fare troppa strada, e poi, facendo così mi tengo persino in forma. Tiro fuori le chiavi ed apro la porta entrando dentro. Poso la borsa sul primo comodino che trovo, vado in camera e mi cambio con i soliti vestiti per la casa, una maglietta di varie taglie in più, dei pantaloncini corti che si nascondono sotto la maglietta, fa ancora caldo quindi me lo posso permettere, raccolgo i capelli in una chignon in modo da non darmi fastidio e parto in quarta cominciando dalle cose importanti. Vado a recuperare la borsa e tiro fuori il cellulare e la lettera. Prendo il computer portatile e mi vado a sedere sul piccolo divano, lo poso un'attimo sul tavolo e lo accendo mentre appoggio il pezzo di carta li vocino, vado in cucina e velocemente mi preparo un bicchiere di aranciata con due cubetti di ghiaccio, lo prendo e ritorno sul divano. Senza rovesciare nulla posso il pc che si sta avviando sulle cosce. Bevo un sorso di aranciata e comincio ad entrare nella e-mail, ne creo una nuova e copio attentamente l'indirizzo scritto sulla lettera, scrivo l'oggetto e comincio a pensare come possa formulare la risposta scrivendo in francese stando attenta a non fare errori:

"Gentile signore/a,
la informo che ho ricevuto la sua lettera e che accetto volentieri la sua proposta, le chiedo cordialmente di potermi inviare alcune informazioni più specifiche riguardo al lavoro che mi offre.
Cordiali saluti, Marinette Dupain-Cheng."

Rileggo il tutto velocemente stando attenta ai possibili errori. Premo "invia" e ora non mi resta che aspettare una risposta. Poso il portatile da una parte e vado a recuperare il telecomando per vedere qualche novità del giorno ma come sempre al telegiornale si parla sempre delle solite cose e le pubblicità dei soliti prodotti non mancano mai.
Si fa tardi, ricontrollo per l'ennesima volta se ci sia una risposta ma nulla, spengo tutto e vado in cucina, devo pur mangiare qualcosa, qualche dolce a casa dei miei non sazia mica. Controllo in frigo, mi sembra di aver qualche avanzo della cena dell'altro giorno, e in effetti trovo un po' di pasta in bianco, me lo faccio andare bene e comincio a scaldarlo.
Ceno da sola come sempre ormai da tempo, lavo quello che ho usato e lo metto a scolare, guardo l'ora sull'orologio e segna le 21:00, possibile sia passato così tanto tempo? Con calma mi dirigo in bagno, mi svesto e butto i vestiti nel cestino, accendo l'acqua della doccia ma prima di mettermi sotto aspetto si scaldi un po', non ho perso mai il vizio di farmi docce bollenti praticamente ma come avrò già detto sono fatta così. Mi godo per bene l'acqua che scorre sulla mia pelle che rimuove i residui della giornata. Anche se non è stata poi tanto impegnativa la stanchezza di fa leggermente sentire.

Esco da lì ormai con il pigiama, guardo fuori dalla finestra mentre preparo il letto per andare a dormire senza distogliere mai lo sguardo. Non riuscirò a dormire nemmeno questa notte, ne sono certa ma devo pur tentare.

Nonostante tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora