Chapitre 26

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Cammino dietro la segretaria in silenzio, nei corridoi rimbombano solo i nostri passi cosa che mi agita, più di quanto lo sia. Lo sapevo che sarei finita nei guai, essendo nervosa ci vorranno tre secondi per fare due più due, quell'uomo sa il fatto suo e non si fa prendere in giro. Nathalie mi apre la porta dell'ufficio del sig. Gabriel e mi incita con il capo di entrare, deglutisco, prendo un po di coraggio, o almeno è quello che il mio cervello mi fa credere ed entro. La porta alla mie spalle viene chiusa immediatamente appena varcata la soglia, mi sembra di soffocare e non è una bella situazione quando si è in ansia. Una lucina si accenda mostrando di poco l'arredamento dell'ufficio, subito i miei occhi sguizzano da tutte le parti per accertarmi se ci sia qualcuno, la sedia girevole dove di solito il sig. Gabriel siede e girata con lo schienale rivolto verso di me, su una poltrona si intravede una figura. Mi inquieta l'atmosfera. Mi avvicino maggiormente e prendo un respiro profondo ripetendomi nella mente che andrà tutto bene《M-mi voleva v-vedere?》chiedo quasi in un sussuro, la mia voce sta svanendo piano piano così come quella piccola briciola di coraggio che avevo. La sedia di gira lentamente mostrando il famoso stilista con in mano un foglio, presumo il bozzetto che abbia ritoccato, a vederlo mi si gela il sangue, i muscoli si pietrificato e nello stesso tempo sembra che sotto i miei piedi ci siano le sabbia mobili. 《Inanzi tutti buon giorno》dice il signor Gabriel. La sua voce è ferma e fredda, incute quasi paura. Chino il capo per ricambiare il saluto, non ho nemmeno il coraggio di parlare. Sapevo perfettamente che quello che stavo combinando era uno sbaglio, e ora me ne sto rendendo conto ancor di più. Dalla poltrona si alza la figura oscura avvicinandosi alla lucina mostrando il suo volto. Adrien?!
No. No. No.
《Credo che il suo collega con il quale ha stretti rapporti...》comincia il sig. Gabriel, mi sento piccolissima ad ogni parola che dice mentre negli occhi di Adrien, al suono di quale parole è come se si stesse spegnendo una luce《...le abbia informato del motivo per il quale voglia vederla. In caso di no posso pure spiegarle per filo e per segno l'accaduto》il silenzio regna così comincia di nuovo《L'altro giorno mi ero messo a lavorare per la creazione dell'abito della nuova collezione invernale. Essendo a corto di idee decisi di andare a cercare quella vecchia per prendere qualche spunto e lasciai sulla scrivania il bozzetto a cui stavo lavorando. Fu questione di un po' di tempo e quando tornai mi ritrovai proprio lei quì dentro. Ho interrogato tutti i dipendenti e l'unica che è rimasta è lei. E che sospetto fortemente che sappia qualcosa che nessuno sa.》posa il foglio con il bozzetto sulla scrivania vicino a me, alzo lo sguardo e cerco di sembrare il più convincente possibile per dimostrare che non sono stata io《Io ero appena arrivata signore. Mi ero appena avvicinata.》dico con voce ferma. O almeno provo siccome sto tremando. Adrien si avvicina maggiormente a suo padre e sussurra qualcosa. Poi volta lo sguardo verso di me《Mi spiace Marinette, ma devo farlo, è per il tuo bene e per il bene dell'azienda di mio padre.》afferma. Chiudo gli occhi e aspetto che dica qualcosa, tanto lo so che mi licenzieranno lo stesso, qualsiaisi cosa dica non varrà niente e non mi salverà dalla situazione in cui mi sono cacciata《Di certo non posso dimenticare i tuoi bozzetti di anni fa che vidi. E devo dire, che anche se non me ne intendo, erano proprio stupendi. Questo...》comincia Adrien afferrando il foglio e posizionando in modo che sia io, sia il sig. Gabriel lo possiamo vedere《...è opera tua. Posso scommettere qualsiaisi cosa, sei migliorata molto ma la tua mano e inconfondibile ai miei occhi.》dice.
Perfetto. Grazie. Poteva dirmelo che ha cominciato a odiarmi senza dover anche farmi licenziare.《Quindi le mie opinioni non sono errate. È stata lei》afferma lo stilista《Si》biascico《Ma non è come sembra. Io non ho voluto fare nulla, io...》prendo a dire velocemente per cercare di difendermi e giustificarmi ma venendo interrotta《Signorina Dupain-Cheng, non sono qui per sentire i suoi motivi. Mi dica solo una cosa: lei è brava in disegno?》chiede il sig. Gabriel. Ora cosa dico? Osservo Adrien con uno sguardo per niente gentile. Se sto complicando la situazione è solo colpa sua, non può tenere la sua lingua a freno?《Beh...come dire?...più o meno, non sono poi così tanto brava...non ho tempo da dedicare a questo "passatempo". Avevo più tempo anni fa per questo ma ora quasi più. E quindi è successo ch...》《Quindi quello che è capitato si può dire che, avendo trovato tempo e idee ha deciso di disegnare su un bozzetto non suo e senza l'autorizzazione di nessuno per via della mancanza di tenere in mano matita e foglio? Da quanto ho capito dovrebbe andare così》abbasso la testa. Non è proprio così che è andata, o almeno credo, solo che non ho il tempo di trovare una scusa. Annuisco e aspetto quelle tre paroli: "Lei è licenziata!" Ma stranamente non arrivano. 《Signorina, ho una proposta da farle...》comincia Gabriel fermandosi, facendo calare il silenzio in stanza per creare presuppongono suspence, come se non ce ne fosse già abbastanza《...cosa direbbe se passasse a diventare disegner?》spalanco gli occhi e alzo il capo fissando lo stilista mista tra la l'incredulità e la felicità, quella che ti fa scoppiare in poco tempo, mi sembra di diventare matta《COOSAA? Lei sta scherzando spero.》urlo anche senza volerlo. Lui nega con il capo e ho una forte tentativo di saltargli al collo per ringraziarlo. Gabriel si alza in piedi e spalanca le braccia 《Mio figlio ha ragione. L'azienda ha bisogno di cambiamenti, e quale migliore di nuovi capolavori. Ci pensi, potrebbere diventare famosa e ricca se deciderebbe di lavorare insieme a me. La farò diventare persino mia allieva, migliorando sempre di più così che un giorno potrà prendere in mano la mia azienda.》tutto d'un tratto la mai felicità si spegne, per me sarebbe una bella, anzi ottima opportunità ma non voglio farmi prendere dalla fama. Non ho intenzione di diventare famosa solo per quattro scarabocchi sui fogli. Dovrei abbandonare la mia famiglia, i miei amici, non potrei più vederli così come faccio ora. Se mi avessero offerto tutto questo anni fa avrei accettato senza contare nemmeno le conseguenze ma più si diventa grandi più di capisce il legame che ci lega alle persone care, rifiutando persino un cambiamento che ci potrebbe far diventare stelle di Hollywood.《Mi dispiace, vorrei accettare ma non voglio abbandonare le persone che tengo a cuore. Mi capisce? Io non vorrei cambiare il lavoro che ho ora, sarebbe troppo cambiamento in poco tempo per me e prima che me ne possa pentire preferirei non accettare la sua offerta. Vorrei lavorare a contatto con lei, è stato per molto tempo uno dei miei stilisti preferiti ma diventando famosa dovrei abbandonare molte delle abitudini che ho ora, e devo essere sincera, il cambiamento drastico non fa per me.》dico seria. Cala il silenzio. Nessuno ha il coraggio di parlare. Adrien si avvicina a me senza dire nulla《Lei non ragiona...》inizia Gabriel《Lei mette la famiglie e gli amici prima della fama? Quale persona farebbe una pazzia del genere? Chi sprecherebbe il proprio talento così?》 Adrien posa una mano sulla mia spalla, un brivido percorre la mia schiena《Lei padre. Perché lei è una persona meravigliosa, non come le altre. Lei non si fa corrompere da nessuno e te lo posso confermare a pieno. E fa bene. Se sarei io al suo posto non avrei accettato pure io.》prende le mie difese Adrien senza che nessuno glile abbia chieste, ma in questa situazione sono ben gradite《Sebbene fare la stilista sia stato il mio sogno per anni le priorità cambiano con il tempo e le mie sono cambiate in davvero poco tempo, ve lo posso assicurare. In futuro potrei ripensarci ma ora sto bene così, la prego inoltre di non arrabbiarsi per la mai decisione, ma non mi sento pronta per tutto questo.》 Il sig. Gabriel sbuffa e si siede sulla sua sedia《Ho capito. Non posso corromperla. Comunque, a sto punto volevo congratularmi per il suo talento, ne ha da vendere. Volevo inoltre chiederle se posso realizzare la sua opera.》non ci penso nemmeno tanto che acconsento. Avendo perso la possibilità di avere un' aiuto da parte mia devo per scusarmi in qualche modo.
《Se vorrà cambiare idea sa dove trovarmi》dice lo stilista prima che esca dal suo ufficio. Annuisco e saluto prima di chiudermi la porta alle spalle lasciando padre e figlio di nuovo soli, così come gli avevo trovati.

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