III

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Louis si risvegliò con gli occhi cerchiati di rosso, forse ignorare la pioggia non era stata l'idea del secolo, ma lui era comunque contento di averlo fatto a giudicare da come si era svolta la serata. Se un po' di congiuntivite era il prezzo da pagare per tutte quelle emozioni avrebbe sopportato senza fiatare.

Si guardò allo specchio, cercando inutilmente di reprimere l'istinto di ridere; la notte scorsa, giunto a casa non aveva fatto altro che buttarsi sul letto, incurante di qualsiasi cosa. Si era completamente dimenticato della coroncina di fiori che portava sul capo, se la tolse e la esaminò, era ancora umida ed un paio di mini girasoli si erano staccati, colpa della pioggia, si disse, prima di appoggiarla sul proprio comodino.

Non aveva alcuna voglia di recarsi in ufficio ma doveva farlo, per disdire ogni impegno di quella giornata. Questa volta non sarebbe rimasto fregato, a costo di scappare via come un ladro.

-Buongiorno Livy, dormito bene?-

-Io... sì, molto a dire la verità-

-Ne sono felice, me lo fai un cappuccino? Grazie-

La segretaria avrebbe giurato di non averlo mai visto tanto contento in quattro anni che lavorava lì, decise quindi di azzardare una domanda indiscreta prima di sparire dietro alla porta che collegava la reception alla caffetteria -Ho sentito, da voci di corridoio, che la scorsa serata avevate un impegno, mi domandavo con chi vi eravate incontrato da essere tanto di buon umore oggi. Forse un affarista rinomato?-

Louis però non rispose alla domanda, si concentrò più che altro su quel "voci di corridoio" -E sentiamo, chi ti avrebbe riferito quest'informazione?-

Livia arrossì, consapevole del fatto che se avesse girato la frase in modo diverso non sarebbe spiccato quel particolare.
-La gente mormora- disse vaga, gesticolando, nell'attesa che l'acqua nella moka bollisse -non fatevene un cruccio Signor Tomlinson, diciamo che ormai tutta l'azienda sa del suo discorso di ieri pomeriggio, ha destato, come dire, non poco scalpore-

Un risolino sommesso lasciò le labbra del suo capo. Davvero, Louis si stupì di sé stesso quando si accorse che di quelle voci non gliene importava niente. Contavano meno di una mosca spiaccicata sotto la suola della sua scarpa, con tutto il rispetto per le mosche.

-Fa nulla Livy, piuttosto, cancella tutti i miei incontri di oggi per favore-

-Non credo ce ne sia bisogno, signore, al mattino non ne avevo segnato alcuno e al pomeriggio aveva chiesto di tenere libera l'agenda perché sarebbe arrivata in città vostra sorella-

Lottie, si era scordato di doverla incontrare, ma in ogni caso non rappresentava un problema siccome al massimo si sarebbero visti verso sera.
-Ti ringrazio- lo disse un po' per le informazioni che gli aveva dato, un po' per il cappuccino che gli aveva servito.

***

-Eccomi perfettamente in...- Louis non riuscì nemmeno a completare la frase che una cascata di ricci biondi gli si fiondarono addosso

Ricambiò volentieri la stretta di Veronica, era una ragazza minuta ed esile ma i suoi abbracci erano decisamente calorosi.

-potresti esserti conquistato la mia simpatia Lewis-

-È Louis-

-Cosa?-

-Louis, non Lewis-

-È uguale- fece, con un gesto della mano come a scacciare quella precisazione. seppure più affettuosa restava pur sempre la solita Veronica, pensò Louis, raggiungendo anche gli altri, attorno alla roulotte.

***

V aveva appena spiegato al direttore il piano di quella mattina per incontrare Noemi, questo ora stava cercando di fare il punto della situazione.
-Quindi, ricapitolando, Greg sta alla roulotte; Harry dice di essere tuo fratello e io sono tuo padre-

A flower crown's better than a gold one [L.S.] Where stories live. Discover now