nine

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ᴘᴏᴠ ᴊɪᴍɪɴ

l'ennesimo boato rimbomba nella stanza. yoongi dorme accanto a me e il suo volto è illuminato dall luce della luna. gli sposto i capelli dalla fronte guardandolo.

"mi dispiace, tu abbia conosciuto me, hyung"

sorrido lasciandolo dormire e alzandomi. mi metto i boxer e una maglia andando in cucina a bere qualcosa. sono solo le 2 di notte, ma non ho comunue sonno.
mi siedo sulla sedia con la mia tazza di caffè in mano e guardo fuori dalla finestra. il cielo si illumina e dopo qualche secondo un tuono. non sentivo un temporale così dalla sera in cui successe... l'omicidio di mia madre. lo ricordo perfettamente... mio padre sulla porta della cucina, un coltello in mano e mia madre davanti a lui implorate pietà. non ne ha avuta, e le ha tagliato la gola. è stato terribile. provò a prendere pure me quella sera, ma riuscii a correre in camera e prendere la spada che mamma teneva con tanta cura. uccisi mio padre, come lui fece con l'unica donna che amavo davvero. mi manca tanto mia madre. i suoi lunghi capelli e le sue labbra piene e rosee. mi ricordo bene il suo volto. i suoi lineamenti delicati, il suo dolce sorriso e la voce angelica. amavo sentirla cantare e lei amava me, so che è così. mi trattava con un principe, e lei era la mia regina...
scuoto la testa risvegliandomi dai miei pensieri e mi asciugo le lacrime. finisco in fretta il caffè lasciando giù la tazza. torno in camera e mi rimetto nel letto abbracciando il mio ragazzo per poi chiudere gli occhi e addormentarmi.
La mattina dopo sono in piedi davanti al lavandino intento a tamponarmi i capelli con l'asciugamano. finisco di asciugarli con il phon e mi pettino andando poi in camera. prendo il telefono e il portafoglio sul tavolo e vado a vedere se yoongi fosse sveglio.  con mia grande sorpresa ha addosso la sua uniforme e si sta sistemando davanti allo specchio.

"e quella?"
"me la sono portato dietro... immaginavo non mi avresti lasciato andare tanto facilmente"

ridacchio e mi avvicino a lui abbracciandolo da dietro. appoggio la guancia alla sua spalla e chiudo gli occhi.

"dai, jiminie. andiamo o faremo tardi"

si gira nella mia direzione e mi da un bacio sulla fronte. mi alzo sulle punte e lo bacio a stampo, annuendo prendendolo per mano. lo lascio delicatamente andando a prendere la mia giacca e le chiavi. apro la porta e lo guardo vedendolo vicino al tavolo.

"oh- hyung, mi passeresti le cose?"

annuisce prendendole e passandomele. sorrido e le metto in tasca aspettando che esca per fare lo stesso e chiudere la porta. scendiamo e mano nella mano ci avviamo verso il bar. poco dopo siamo dentro a sistemare i tavolini, ha insistito per farmi aiutare e non ha potuto dire no.

"hyung, vuoi qualcosa?"
"mh?... no grazie. è meglio che vada o faccio tardi."

annuisco e lo abbraccio. lo sento sorridere e ricambia per poi staccarsi e uscire. sospiro e mi sistemo il grembiule iniziando a lavorare. che anche sta giornata stressante inizi.

ᴘᴏᴠ ʏᴏᴏɴɢɪ

suonano le 13:00. non so come io abbia fatto a resistere fino a pausa pranzo, ma l'importante è che ci sono arrivato. esco dal mio ufficio e mi avvio all'uscita. oggi io e i miei colleghi avevamo intenzione di andare a pranzo assisme, ma tra tutte le complicazioni del caso e andata a finire che andiamo solo a berci un caffè. abbiamo mangiato, anzi, hanno mangiato qualcosa in ufficio e ci passiamo questa mezz'oretta davanti un buon caffè. so già che non riposeremo e continueremo a parlare del caso, ma almeno stacchiamo gli occhi da quelle pile infinite di carte.
quando ci siamo tutti ci avviamo verso un bar a detta del più anziano tra noi il migliore in città. a giudicare dalla strada so benissimo di che bar si tratta. spero vivamente che jimin non sia di turno, cosa che purtroppo dubito. non so come la prenderebbero i ragazzi, un poliziotto che si innamora, di un ragazzo, che per di più consoce da poco. ne sentirei su di tutti i colori, e non mi va di sentire pareri che non ho chiesto.
arriviamo e vedo dei capelli rosa fin troppo familiari. entriamo e andiamo a sederci in un angolo non troppo visibile per poter parlare tranquilli.

"buongiorno, cosa posso portarvi?"

la voce angelica del rosa interrompe il vociare dei miei colleghi che portano l'attenzione sul ragazzo, cosa che però io non faccio.
ordinano tutti più o meno lo stesso, ma prima che io possa dire qualsiasi cosa vengo preceduto da jimin.

"per lei il solito, signore?"

sento dalla sua voce che sta sorridendo e istintivamente faccio lo stesso abbassando la testa e facendo segno positivo al ragazzo.
rialzo lo sguardo quando sento venir fuori il discorso del caso. parliamo per un po' buttando giù ipotesi strampalate. dopo poco jimin porta le cose al tavolo per poi sparire dietro la clientela seduta al bancone. è davvero dolce quando sorride, resterei a fissarlo per ore. cosa che sto facendo pure ora. riporto l'attenzione ai ragazzi sperando non si siano accorti di nulla, cosa che a quanto vedo è così.
il caso sembra essere passato in secondo piano e grosso modo stanno ridendo tutti di qualche battuta di merda come loro solito. li ascolto distrattamente più concentrato su altro...

"ehy min. devo parlarti, possiamo uscire un attimo?"

annuisco alzandomi seguendo a ruota e il mio collega.

"dimmi"
"chi cazzo è quello?"
"eh?- ma di che parli?"
"sai bene di che parlo"

fa cenno con la testa verso jimin concentrato a servire ai tavoli fuori.

"il barista?"
"eh."

sospiro e mi strofino il ponte del naso. lo sento fare un verso quasi schifato.

"seriamente min? stiamo nella merda con il caso e tu te la spassi con un ragazzetto a caso? minchia sapevo i gay fossero particolari, ma non pesavo fossero pure deficenti"

lo sbatto prepotente alla parete bloccandolo per il collo. ha oltrepassato il limite. ciò che io faccio nella mia vita privata non sono cazzi suoi. soprattuto se mi deve parlare così.

"stammi a sentire testa di cazzo. non so che gay tu abbia conosciuto, fatto sta che se io ho una cazzo di relazione non è affare tuo. ti ricordo che malgrado la differenza di età ed esperienza è il sottoscritto a stare al comando, quindi tappati quella fogna o ti escludo dal caso"

lo mollo li e vado dentro pagando per tutti, mi avvicino al tavolo e noto gli sguardi di tutti abbastanza meravigliati. credo ci abbiano visto, ma poco importa.

"per oggi ho finito. non mi sento bene." non do tempo a nessuno di parlarmi ed esco dal bar. come mi incammino sento la mano di qualcuno attorno al mio polso. sto per mandare a fanculo chiunque sia quando riconosco la sua voce

"scusa hyung... non volevo origliare, ma ero lì in parte e non ho potuto evitarlo..."

sento la sua voce affievolirsi e prendere un tono triste. dove vuole arrivare?

"è colpa mia"

[× ʟᴏᴠᴇ ᴜ ᴍʏ ʟɪᴛᴛʟᴇ ᴋɪʟʟᴇʀ ~ ʏᴏᴏɴᴍɪɴ ×]Where stories live. Discover now