Capitolo 3

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Marco andò verso di loro con tutta la sua sicurezza ritrovata e quando Miriana gli fu presentata, fece finta di non averla mai conosciuta. Le fece un occhiolino e così nessuno dei due accennò al fatto di essere un professore e una alunna, per non mettere in imbarazzo i loro amici.

Ora che le era vicino la guardò meglio: era una ragazza semplice e forse proprio per questo ne era rimasto colpito. I capelli che quella mattina erano raccolti su, ora le scendevano vaporosi sulle spalle, le sue labbra di un rosa naturale, ora erano rese morbide e suadenti dalla tinta tenue di un rossetto che faceva risaltare di più il colore dei suoi occhi. Indossava un tubino nero elasticizzato che si intravedeva sotto il cappotto. Aveva delle belle gambe.

Cercò di distogliere quanto prima il suo sguardo su di lei, ma gli era quasi impossibile.

La serata fu molto entusiasmante e superato l'impatto iniziale, Miriana e Marco alla fine non si sentirono più in imbarazzo.

Era proprio lei che aveva scritto quel foglio come una lettera in cui gli aveva aperto il suo cuore?

Era strano associare a lei quelle parole scritte, mentre l'ascoltava rapito parlare di sé, di quello che pensava, dei suoi progetti di vita: le tremava la voce forse un po' per timidezza, ma le parve una persona generosa e disponibile ad ascoltare.

Le aprì anche lui il suo cuore: non aveva granché in realtà da dirle sul suo conto... Fin da piccolo era fissato con l'astronomia, così si era laureato in fisica, ma proveniva da una piccola città dove sbocchi professionali in quel campo erano del tutto inesistenti.

Figuriamoci se le leggi dell'universo potevano dargli da mangiare: se l'era sentito dire tutti i giorni dai suoi genitori finché aveva cominciato a lavorare per diverse società, adattandosi a fare un po' di tutto, con i capi che anziché credere nelle sue competenze e farlo crescere, l'avevano solo sfruttato per il proprio tornaconto.

Forse non aveva avuto fortuna o l'occasione giusta, così aveva deciso di provare con l'insegnamento, ma non era ancora convinto di aver fatto la scelta giusta.

Tonio, il suo amico, non faceva che prenderlo in giro per ogni volta che s'infervorava a spiegare i fenomeni del cosmo.

- Marco, ti ricordi quel tizio che era convintissimo di aver visto un UFO?

- Come no? Che ridere, ci ho messo un'ora per fargli capire che quella luce bassa e luccicante che si vedeva all'orizzonte fosse Venere. Continuava a sostenere che i pianeti non luccicano.

Miriana intervenne dicendo – Forse era estate? Niente di più facile che l'aria calda facesse scintillare Venere per via dell'atmosfera.

- Esatto! – disse Marco guardandola piacevolmente colpito.

Ma Tonio continuò a prenderlo in giro: - Non lo ascoltate! Anni di studio buttati al vento! Almeno noi medici usiamo la scienza per qualcosa di utile, anziché perdere tempo a studiare lo spazio – disse facendo l'occhiolino all'amica di Miriana.

- Sì, è vero, ma in parte: dobbiamo ringraziare i fisici se negli ospedali ci sono i macchinari per poter fare diagnosi più accurate al giorno d'oggi – continuò Miriana punzecchiando Tonio e la sua amica.

Barbara, così si chiamava, era una studentessa fuori sede appena laureata in medicina. Per qualche anno aveva alloggiato presso casa di Miriana, per cui per quest'ultima era quasi una sorella maggiore. Di tanto in tanto andava ancora a trovarla e spesso e volentieri rimaneva a dormire da lei.

Era stato tramite Barbara che Miriana aveva iniziato il volontariato nella Croce Rossa e alimentato la sua passione per la medicina.

La serata proseguì in chiacchiere allegre e Marco era sempre più convinto di essere completamente affascinato da Miriana. L'aveva difeso di fronte ai loro amici: non gli era mai successo che qualcuno l'ammirasse in quel modo e sostenesse le sue scelte di vita.

Se solo l'avesse conosciuta prima, forse non si sarebbe sentito così spesso inadeguato e incompreso.

Peccato che dieci anni prima, lei facesse ancora le elementari!

Usciti dal locale dove avevano cenato, le due coppie decisero di finire la serata in un piano-bar e Miriana, che non beveva mai, acconsentì a bere qualche bicchiere che l'aiutò a superare le sue inibizioni e le sue timidezze.

Nel giro di qualche ora, perse del tutto la testa e i bicchieri divennero un po' troppi.

- Ancora? - le chiese Marco nell'orecchio, perché iniziava un po' a preoccuparsi.

La musica era così forte che per capirsi dovevano quasi gridare e quando Marco le si era avvicinato al viso per parlarle, Miriana era scoppiata a ridere quasi completamente brilla.

- Dai professore, mi fai ballare? - gli disse.

I due così si persero nella pista e Marco ebbe appena il tempo di vedere Tonio e Barbara fargli cenno che se ne sarebbero andati.

Rimasti soli, mentre ballavano si dimenticò che quella che aveva davanti a sé era una sua alunna e quando la musica si fece più lenta l'abbracciò.

Mentre le note di Trouble dei Coldplay risuonavano nell'aria, la sua coscienza avrebbe dovuto dirgli di non perdere la testa e di fermarsi, ma era così bella. I suoi occhi non si staccavano dai suoi e le sue labbra erano così vicine da sentire il suo respiro caldo su di sé.

Complice la musica e quel contatto fisico tanto desiderato, chinò il capo e la baciò con passione.

Quando succederàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora