Capitolo 8

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Passò un'altra settimana.

La primavera era ormai sbocciata e le giornate erano sempre più calde.

Una mattina Miriana arrivò a scuola in anticipo, così si fermò fuori al cancello con alcune sue compagne di classe che si stavano godendo il sole.

L'unica con cui andava d'accordo a scuola era Lorenza, la sua compagna di banco che era più grande di lei perché aveva perso un anno quando si era trasferita da un altro istituto.

Era l'unica che le era stata vicino quando sua madre era morta, ma poi si era fidanzata e non si erano più frequentate tanto spesso.

Mentre si aggiornavano sulle ultime novità, il rombo assordante di una moto, che si fermò davanti al cancello, attirò la loro attenzione.

Videro un ragazzo scendere dalla sella: aveva dei pantaloni attillati neri e un giubbotto di pelle.

Senza ritegno si girarono tutte a osservarlo incuriosite.

Quando si tolse il casco, si resero conto che era Marco e quando passò davanti a loro, tutte in coro gli dissero "Buongiorno prof. Bucci!".

Lui rispose in maniera formale senza neanche guardarle.

Dopo che fu entrato, Luisa, che era nel gruppo di ragazze, disse alla sua amica: - Titti, vuoi che ti asciughi la bava?

- Parla per te, Luisa, ti ho vista mentre parlavi con lui l'altro giorno nel corridoio...

Miriana prestò subito attenzione ai loro discorsi.

Luisa scoppiò a ridere dicendo che stava solo cercando di alzarsi la media, ma che lui si era rivelato piuttosto inflessibile, per cui aveva deciso di non rischiare più.

- Quindi sei una gran lecchina, oltre che... - ma Lorenza s'intromise nei loro discorsi dicendo: - Certo che è proprio un gran figo però! Se non fossi fidanzata, ci farei un pensierino anch'io.

Miriana meditò su quelle battute: che fosse un bel ragazzo non c'erano dubbi, ma chissà quanto fosse consapevole dei pensieri proibiti delle sue alunne.

Cominciò a chiedersi cosa avesse trovato in lei tra le tante.

Non gli aveva ancora dato una risposta e non le piaceva tenerlo in sospeso, ma aveva ancora tanti dubbi.

Si erano scambiati i numeri di telefono, ma lui non l'aveva mai chiamata.

Era probabile che le stesse dando il tempo di decidere se continuare o meno a frequentarsi, ma non si sentiva tanto sicura di lui.

Al tempo stesso aveva paura di perderlo.

Accidenti, ma perché si faceva tanti scrupoli? Le sue compagne di classe se fossero state al suo posto, non ci avrebbero pensato due volte.

Di getto prese il cellulare e gli scrisse un messaggio: "Ci vediamo dopo la scuola?".

Dopo pochi secondi, le arrivò la sua risposta: "Ok!".


Marco non vedeva l'ora che le lezioni finissero.

Il messaggio di Miriana l'aveva mandato in tilt, perché ancora non sapeva cosa lei intendesse fare: mancavano poche ore e di sicuro l'avrebbe finalmente saputo.

Quando s'incontrarono lei gli andò incontro con il sorriso e dopo essersi guardata in giro per vedere se nei paraggi ci fosse qualcuno, gli dette un bacio sulla guancia.

Lui le chiese se le andava di andare a mangiare qualcosa e così alla fine, senza neanche rendersene conto, passarono tutto il pomeriggio insieme.

Miriana ogni volta che lui la guardava in maniera interrogativa, si rendeva conto che avrebbe dovuto dirgli il motivo della sua richiesta di vedersi, così quando riuscì a trovare le parole giuste, si decise a dirgli che stava bene con lui e che voleva conoscerlo un po' meglio.

Voleva dirgli quello che provava, ma non essendo ancora certa sul da farsi, pensò che sarebbe stato meglio non incoraggiarlo troppo.

Marco la tranquillizzò dicendole che anche secondo lui era la cosa più giusta da fare e che non voleva andare di fretta, ma da come la guardava, Miriana si sentì avvampare.

Ripensò al loro primo bacio: lui l'aveva guardata allo stesso modo, ma quel pomeriggio il suo sguardo oltre a passione, le trasmetteva anche dolcezza.

Qualcosa era cambiato in lui: si rendeva conto di quanto la desiderasse, ma apprezzava molto il fatto che le stava lasciando il tempo di sentirsi più a suo agio con lui.

Pur a malincuore gli disse che doveva rientrare per studiare, così lui l'accompagnò a casa in moto prendendo strade secondarie per paura di incrociare qualcuno che li riconoscesse.


Quella stessa sera scoppio un temporale all'improvviso.

Dopo una giornata calda di primavera, si fece di colpo freddo e si scatenò una tempesta.

Marco preoccupandosi per lei, pensò di chiamarla per chiederle se andasse tutto bene.

Alla fine, le inviò un semplice messaggio: "Dormi?".

Lei rispose subito: "No... ho paura del temporale!".

A quel punto la chiamò e lei rispose al primo squillo.

- Pronto?

Era la prima volta che parlavano al telefono, ma al di là dell'emozione, Marco sentì più di tutto il panico di lei.

- Sei sola in casa? – le chiese.

Giusto in quel momento un tuono fortissimo scoppiò spaventando entrambi.

Quando lei gli rispose con voce tremante che suo padre era fuori, senza rendersene conto le chiese se potesse andare da lei.

- Vengo solo per accertarmi che stai bene – si giustificò rendendosi conto che quella richiesta superava di gran lunga i limiti.

Non appena lei gli disse ok, in dieci minuti la raggiunse.

Stava piovendo a dirotto e il temporale non accennava a diminuire.

Nel frattempo, era andata via la corrente e così dovette salire le scale a piedi per raggiungere l'appartamento di Miriana.

Arrivò col fiatone e lei lo accolse usando il cellulare come torcia.

- Va tutto bene? – le chiese entrando.

Lei era in pigiama e con i capelli disordinati, ma per prima cosa lui notò i suoi occhi impauriti.

Non si era mai sentito così protettivo nei confronti di una persona e quella sensazione, per quanto insolita, gli piacque.

Un altro fortissimo tuono scoppiò facendo persino tremare i vetri, così Miriana urlò terrorizzata.

- Rimango un po' finché non finisce, ok? – le disse lui e lei lo fece accomodare sul divano.

Accese una candela sul tavolino e poi si sedette accanto a lui senza sapere cosa dire.

Dopo qualche minuto, si calmò.

Lui si accorse che il suo respiro era tornato normale, così le chiese se si sentisse meglio.

Annuì e poi pensò di riempire quel silenzio strano e imbarazzante che si era creato tra loro: - Grazie per essere venuto: ho il terrore dei temporali!

Lui le sorrise e alzandosi per guardare fuori dalla finestra, le disse che la tempesta sembrava cessata.

- Si è fatto tardi! È meglio che vada – disse lui dopo un po', ma Miriana si alzò e porgendogli la mano, gli disse di no.

Lui la guardò sorpreso, prendendole la mano che lei aveva sollevato.

- Rimani qui per favore, non penso di riuscire a dormire e comunque le strade saranno tutte allagate.

Tenendosi per mano, lei lo guidò in camera sua.

Quando succederàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora