CAPITOLO 15

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Pov. Shota

Non mi sono voltato indietro nemmeno una volta altrimenti non sarei riuscito ad andarmene, entro in casa dirigendomi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua dopo aver bevuto ripenso alla  conversazione avuta con Kaito, assorto nei miei pensieri mi accorgo solo in un secondo momento che il bicchiere mi è scivolato dalle mani, finendo sul pavimento riducendosi in frantumi.

Mi abbasso raccogliendo tutti i pezzi di vetro buttandoli nell'apposito cestino, ma con uno mi taglio e sono costretto a fasciare la mano, mentre lo faccio chiudo gli occhi per non guardare la ferita, il sangue mi terrorizza ancora perché non ho dimenticato quindi inizio a tremare e la voce di quell'uomo risuona nella mia testa come un disco rotto, se ci fosse stato Kaito con me adesso mi sarei sentito protetto, sarebbe bastato un suo abbraccio per farmi calmare ma ormai io ho messo la parola fine a questo assurdo tira e molla.
Mia madre entra in cucina sbadigliando «Shota si è rotto qualcosa?»
«Si un bicchiere, ho sistemato tutto io, puoi tornare a dormire» dico con un filo di voce «Non mi importa del bicchiere, fammi controllare la mano piuttosto» sospira dicendo che non è nulla di grave raccomandandomi di stare più attento la prossima volta, mi da un bacio sulla guancia tornandosene a letto.

Il giorno successivo faccio l'esatto opposto di ciò che mi aveva chiesto Kaito, dopo scuola mi fiondo a casa di Nathan il quale mi trascina all'interno della sua abitazione e mi abbraccia, ricambio volentieri il suo gesto «Di cosa volevi parlare ieri sera?»
«Lascia stare era una cosa senza importanza» rispondo staccandomi un po' da lui, appoggia le mani sulle mie guance e mi solleva il volto, ha un espressione seria «Sicuro di stare bene, ti vedo giù di corda ultimamente» perché mi fa una domanda del genere è ovvio che dirò una bugia per non farlo soffrire «Sono una roccia niente può scalfirmi» smettila di chiederlo perché se insisti non piangere per me sarà impossibile «Su questo ho i miei dubbi, comunque sappi che ci sarò sempre per te».

Mi prende in braccio portandomi in camera sua per farmi sdraiare sul materasso e si stende accanto a me «Cosa ti è successo alla mano?» domanda preoccupato «Ho avuto un piccolo incidente domestico» mi cinge la vita avvicinandomi di più al suo corpo, sono girato di spalle e ne approfitta per baciarmi il collo «Nathan sono stanco»
«Tu riposa mi prendo cura io di te»
«Diciamo che è difficile dormire se tu fai così» pronuncio queste parole quasi ridendo.

Si ferma e io mi giro verso di lui «Sono contento di essere la causa delle tue distrazioni» afferma tranquillamente mentre gioca con una ciocca dei miei capelli, mi abbandono completamente al suo tocco lasciandogli fare tutto ciò che vuole, inizia a baciarmi sulla bocca, poso le mani sulla sua schiena attirandolo di più a me, si stacca mostrandomi un magnifico sorriso.

Si è fatto tardi quindi mi preparo per tornare a casa, ma Nathan mi abbraccia da dietro «Devi proprio andare?»
«Si, non farne un dramma possiamo vederci quando vuoi»
«Hai ragione!» esclama lasciandomi andare, gli do un bacio sulla guancia e torno da mia madre per l'ora di cena.

All'improvviso provo un forte malessere come se avessi una specie di rimorso ,ho fatto la mia scelta dovrei esserne soddisfatto invece penso a come mi tratterà Kaito da ora in avanti, di sicuro farà finta che io non esista come ha sempre fatto, scaccio questi pensieri indossando il pigiama poi mi infilo sotto le coperte, chiudo gli occhi e mi addormento con difficoltà.

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