• Cutie ~ Tsukishima Kei •

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Ed ecco che l'ennesima lacrima lasciava i miei occhi.
Non ce la facevo più.
Tu:-  che giornata di merda....-
Dissi,per poi asciugarmi le lacrime.
I miei stavano litigando. Di nuovo. Ed io ne ero la causa.
"(T/n) non sa fare nulla, è tutta colpa tua!"
"(T/n) ha un carattere di merda, avrà preso sicuramente da te!"
Ecco cosa si dicevano ogni giorno. Ecco cosa dovevo sentire ogni volta che passavo davanti alla cucina.
Tutto ciò mi faceva male. Ma non lo dimostravo. Non riuscivo a dimostrarlo se non con le lacrime.
Avrei potuto prenderli a pugni. Ma mi avrebbero sicuramente lasciata in mezzo alla strada a morire di fame,viste le loro capacità.
Avrei potuto parlarne con qualcuno.
Ma poi questo qualcuno avrebbe riferito tutto e sarei finita comunque nella merda.
Insomma,la mia vita era così. Una merda,proprio come me.
L'unica cosa in grado di tirarmi su il morale era forse la musica.
Ecco perché ero appena uscita di casa,con la musica metal sparata a palla nelle orecchie.
Tenevo lo sguardo basso,in strada non c'era nessuno.
O meglio,quasi.
L'unica persona presente indovinate chi la prese in pieno? Esatto,io.
Andai addosso ad una persona,non so dire se fosse maschio o femmina,e gli chiesi freneticamente scusa facendo un piccolo inchino,cercando di trattenere le nuove lacrime che erano pronte a solcare le mie guance.
Ripresi a camminare,e mi venne in mente una pazzia.
Ormai le lacrime,quelle piccole perle trasparenti, avevano ripreso il loro corso lungo le mie guance,e decisi di mettermi a camminare in mezzo alla strada.
Non sentivo nulla.
Non vedevo davanti a me.
Ma feci appena in tempo a vedere una flebile luce arrivare dietro di me.
Mi girai lentamente.
Una macchina stava suonando il clacson,e sembrava non riuscire a fermarsi.
Rimasi lì ferma dov'ero,fino a quando un paio di possenti braccia non mi avvolsero in vita,trascinandomi sul marciapiede.
X:- si può sapere perché non ti sei spostata??-
Alzai lentamente lo sguardo senza proferire parola.
Vidi le scarpe del ragazzo. Doveva essere lui quello a cui ero andata addosso prima.
Era altissimo,biondo,un paio di occhiali neri che gli incorniciavano gli occhi.
Aveva uno sguardo severo, leggermente distorto dalla preoccupazione.
Tu:- non dovrebbe essere chiaro il motivo?-
Dissi con voce roca e rotta,mentre cercavo di far asciugare le lacrime.
Il ragazzo sospirò.
T:- comunque sono Tsukishima Kei. Ma puoi chiamarmi Tsukki-
Tu:- (t/n) (t/c). Perché hai voluto..."salvarmi"?-
Gli chiesi guardandolo negli occhi.
Sembrò pensarci su,mentre continuava a fissare i miei occhi (c/o).

TSUKKI'S POV

Effettivamente non so perché l'avevo salvata.
Sarà stato un momento di panico..
Oppure semplicemente non volevo assistere ad un omicidio...
Mi soffermai a guardare la ragazza in volto.
Aveva dei lineamenti fini,ma che allo stesso tempo rivelavano una ragazza forte.
Le sue guance,ora solcate dalle lacrime,erano pallide e scarne.
Non vorrei dirlo,ma mi persi in quegli occhi (c/o),anche se in quel momento erano rossi e inondati di lacrime.
Era davvero una tortura vedere una ragazza così bella ridotta così. Allo sfinimento.
Sospirai.
T:- che ti succede? Perché piangi?-
Tu:- nulla, è tutto ok. Grazie per avermi salvata-
Disse,e fece per andarsene,ma io la trattenni.
T:- senti,non sono uno che si interessa particolarmente alle persone. Quindi, cortesemente,vorresti dirmi cosa non va? So di essere uno sconosciuto,e anche un ragazzo particolarmente stronzo. Ma è brutto per tutti vedere una ragazza ridotta così-
Dissi guardandola negli occhi.
Era veramente bella...
Tu:- io....-
Sospirò.
Tu:- faccio schifo. I miei genitori non fanno altro che lamentarsi di me. Ciò non fa che peggiorare la mia situazione,sono un disonore per la mia famiglia. Tutto qui-
Disse,e altre copiose lacrime si allungarono sulle sue guance.
Aspettai un po',e poi mi abbassai alla sua altezza,dandole un bigliettino con il mio numero.
T:- tieni. Scrivimi quando vuoi. Se vuoi possiamo vederci. Ora devo andare. A presto, (t/c)-
Dissi,per poi girarmi e andarmene.
Avevo fatto la cosa giusta?

T/N'S POV

Guardai il bigliettino.
Tsukishima Kei. Se hai bisogno sai dove trovarmi
Come aveva fatto a scrivere così velocemente senza farsi vedere? Bah.
Ripresi a camminare. Sapevo che lì vicino abitava la mia migliore amica.
Quella sera non sarei tornata a casa.

-_-_- qualche settimana dopo-_-_-

Era quasi un mese ormai che scrivevo a Tsukki. C'eravamo anche visti,per mangiare qualcosa,e non era così stronzo come diceva di essere.
Diventammo ottimi amici,e uscivamo sempre più spesso.
Era...era l'unico in grado di farmi sentire bene veramente. L'unico che,nonostante il suo poco entusiasmo,riusciva sempre a farmi spuntare un sorriso sulle labbra.
Col tempo mi accorsi di non provare più che semplice simpatia nei suoi confronti,ma decisi comunque di non dirglielo.
Ero distesa sull'erba ad aspettarlo,quando sentii dei passi e una voce profonda.
T:- ciao,Chibi-chan-
Disse avvicinandosi.
Sorrisi.
Tu:- ciao, Tsukki-
Lo abbracciai,e lui ricambiò,anche se con una leggerissima stretta.
T:- sei qui da tanto?-
Tu:- no,stai tranquillo-
T:- i tuoi hanno litigato di nuovo?-
Sospirai.
Tu:- si capisce tanto?-
T:- ti si legge negli occhi...-
Rimanemmo in silenzio,e questa volta fu lui a parlare per primo.
T:- non te lo meriti-
Tu:- mh?-
T:- non ti meriti di soffrire così tanto. Insomma,sei una ragazza fantastica,gentile,altruista....perché non lasci perdere la tua schifo di famiglia?-
Aveva dannatamente ragione.
Avrei dovuto lasciar perdere tutta quella gente che mi faceva così tanto male.
Ma non avevo nessun altro.
Tu:- Tsukki,sai che non ho nessuno...-
T:- proprio nessuno?-
Tu:- sì...lo sai bene...-
T:- allora credo sia arrivato il momento..-
Lo guardai confusa mentre si avvicinava,e mi cingeva lentamente i fianchi.
Avvicinò il suo viso al mio,e fece sfiorare le nostre labbra.
Fui io ad azzerare le distanze,e venni coinvolta in un bacio lento e casto,senza malizia, solo con un filo di desiderio da parte di entrambi.
T:- senti...e-ehm...i-io.....io ti amo,(t/n)....-
Sorrisi.
Tu:- ti amo anche io,Kei....-
T:- ora hai me. Ce ne andremo insieme. Te lo prometto-
Disse guardandomi negli occhi.
Ricambiai lo sguardo,e lo baciai di nuovo.
Ora potevo essere felice.






Passò il tempo.
Ormai avevamo 21 anni.
Avevo una famiglia tutta mia.
I miei genitori erano stati separati forzatamente e messi in galera,per motivi che non sto a spiegarvi.
Io e Kei vivevamo da soli in una piccola casa a Tokyo,insieme ad una piccola peste di nome Ahari.
T:- vieni qui, cutie....-
Disse Tsukki cercando di prendere la bambina,che rideva e continuava a correre per casa.
Tu:- dai Ahari,vieni qui,dobbiamo fare il bagnetto...- 
Riuscii a prendere la piccola,e a metterla nella vasca.
Dopo circa mezz'ora passata a cercare di lavarla,riuscimmo ad infilarle il pigiama e a metterla a letto.
Si addormentò quasi subito,e io sorrisi guardando il mio futuro marito accarezzare i capelli alla nostra creatura.
Lui notó il mio sguardo,e ricambiò il sorriso,alzandosi.
T:- ti amo, Chibi-chan...-
Lo baciai.
Tu:- ti amo anche io,Kei...-
Ci mettemmo sul letto,e lui cominciò ad accarezzarmi.
Chiusi gli occhi,sorridendo.
Era iniziato tutto come un incubo.
Ma si sa,anche gli incubi hanno una fine,lasciando spazio ai sogni...



Ok raga, è un po'depressa questa storia,ma boh nella mia testa era figa.
Madoi i finali poetici. Mamma mia che Oscar mi merito.
Comunque
Nulla,spero che la storia vi sia piaciuta
Ci si vede

•Roxy🐺☎️•


~ •Haikyuu x Reader• ~ Where stories live. Discover now