Capitolo 17: Il Lago

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-Il Lago-

Èomer aprì lentamente i profondi occhi verdi e si lasciò sfuggire un sospiro.
Sprofondò la testa nel cuscino ed allungò un braccio verso la parte del letto in cui sperava di trovare il suo amante notturno da oramai due settimane a questa parte, insieme a molte altre fanciulle che non desideravano altro che giacere con il Maresciallo.
Ma, come immaginava trovò il letto vuoto.
Socchiuse un occhio e si guardò attorno.
La parte destra del letto era perfettamente in ordine, il morbido cuscino era stato sprimacciato, il coprimaterasso teso all'inverosimile e le lenzuola giacevano piegate ai piedi del letto.
Sospirò nuovamente e nascose il viso contro il cuscino, maledicendo lui e tutta la sua irrefrenabile passione.
Non amava veramente quel singolare individuo, semplicemente lo aveva trovato un'ottima distrazione e, in quel periodo non desiderava altro che pensare a nulla.

"Lanthir, unisciti ai festeggiamenti" Parlò Re Thranduil, sollevando il capo sul suo Guardiano, il cui viso era annoiato.
Troppo superiore per i giochetti dei Mortali, ma non per questo meno divertito delle reazioni dei loro effimeri copri.
Le due creature immortali avevano osservato con interesse e divertimento la gara di bevute che era terminata pochi attimi prima con Legolas come vincitore.
Il nano era caduto a terra svenuto, suscitando grandi risate fra i cavalieri che erano stati così saggi da ritirarsi.
"Credo non riuscire a sopportare tutti questi Mortali, uno è stato sufficiente" Rispose Lanthir, sollevando lo sguardo su Granpasso, il cui passaggio era stato interrotto dalla giovane nipote di Re Theoden.
La fanciulla sembrava essersi invaghita dell'erede di Isildur, ma questo per ovvi motivi non sembrava interessato.
In quel medesimo istante Legolas lasciò la festa in tutta fretta, lasciando il nipote del Re con aria basita.
Il Guardiano osservò il proprio Principe allontanarsi in tutta fretta e qualche istante dopo Aragorn fece altrettanto, inseguendo l'amico in fuga.
"Andrò nelle mie stanze, tutto questo baccano mi sta rendendo irritabile" Disse il sovrano alzandosi in piedi.
La lunga veste scura scivolò lungo le gambe tornite, circondandogli i piedi come fosse una pozza scura.
Thranduil si allontanò lentamente, come se non avesse realmente fretta di raggiungere le proprie stanze e, a conferma di ciò prese la medesima strada percorsa precedentemente dal figlio e subito dopo da Aragorn.
Lanthir scosse il capo divertito.
Il suo sovrano era un elfo curioso e, quando si trattava del figlio lo era in particolar modo.
Il Guardiano sospirò e puntò lo sguardo sul nipote di Theoden, il suo sguardo era ancora fisso sulla porta, come se fosse indeciso sul da farsi.
L'elfo dai lunghi capelli biondi posò il boccale che teneva stretto fra le mani e gli si avvicinò con pass lento e silenzioso, come il cacciatore che si avvicina alla preda e, effettivamente non sarebbe esistita descrizione migliore.
"Non temete giovane Principe. Il mio signore ha bisogno di rimanere solo" Sussurrò direttamente contro il suo padiglione sensibile.
Èomer sobbalzò scosso dai brividi, poi si voltò, incontrando gli occhi azzurri del Guardiano del Reame Boscoso. Il Maresciallo gli porse un debole sorriso.
"Spero di non aver fatto nulla di male" Rispose il cavaliere, appoggiandosi con una spalla alla colonna che stava al suo fianco.
Lanthir lo guardò in viso.
Le gote dell'uomo erano arrossate dall'alcool, gli occhi erano stanchi a causa della lunga battaglia, eppure il suo corpo si reggeva ancora in piedi.
Il Guardiano prese il boccale che Èomer teneva stretto nella mano destra e lo posò sullo spesso bancone in legno.
Gimli russava sonoramente, aveva le labbra spalancate e un rivolo di bava gli colava lungo la guancia barbuta.
"Anche Re Thranduil ha lasciato i festeggiamenti" Disse il Maresciallo, che non aveva potuto non notare l'alta figura allontanarsi indisturbata.
Lanthir annuì, passando un braccio attorno alle spalle del giovane uomo, allontanandolo con delicatezza dalla lunga tavola, guidandolo verso l'uscita, dove l'aria notturna era fresca e profumava di campo.
"I nostri festeggiamenti sono molto più contenuti. L'alcool scorre a fiumi, ma questo..." E passò l'indice contro le labbra ancora umide di Èomer.
"Questo non soddisfarebbe nemmeno un bambino" Terminò portandosi l'indice alle labbra carnose, assaporando il sapore della bevanda.
Il Maresciallo lo guardò esterrefatto, sgranando i grandi occhi verdi, che si persero in quelli azzurri e lussuriosi dell'elfo.
Il Guardiano di Bosco Atro sorrise divertito.
"Di cosa avete discusso con il mio Principe?" Domandò Lanthir sollevando le sopracciglia con fare eloquente.
Èomer scosse il capo, riducendo le proprie parole ad un qualcosa di inutile.
"Semplici domande sull'alcool elfico" Rispose il Maresciallo.
La creatura immortale sorrise e andò a sedersi ai piedi di una grande scalinata.
Il nipote del Re lo guardò con fare interessato, poi replicò i suoi movimenti, sedendosi al fianco del valoroso guerriero.
"In ogni caso dovrei ringraziarti. Il vostro intervento nello scontro è stato cruciale" Disse Èomer chinando il capo.
Lanthir si leccò le labbra, la parola ringraziamento aveva fatto scattare qualcosa nella sua mente perversa.
Appoggiò una mano a terra ed inclinò il capo, lasciando che tutto il peso del corpo gravasse su quel particolare arto.
"Un ringraziamento, eh? E come pensi esattamente di dimostrare la tua gratitudine?" Domandò il Guardiano, sorridendo con fare allusivo.
Sfortunatamente il giovane cavaliere non era abbastanza sobrio per cogliere le sfumature allusive che aveva assunto la voce della creatura immortale.
Èomer arricciò le labbra con fare pensieroso, incrociando le braccia contro al petto imponente rispetto a quello del Guardiano.
"Non saprei... cosa potrei fare per te?" Domandò il Maresciallo del Mark, sollevando lo sguardo verde foglia sul viso di Lanthir.
Il Guardiano accavallò le lunghe gambe e rivolse lo sguardo verso il cielo stellato.
"In questo luogo sono presenti fonti d'acqua? Fiumi o laghi?" Domandò la creatura immortale. Èomer si portò una mano al mento, pensando ad un luogo abbastanza vicino. Vagliò ogni ruscello e stagno, giungendo all'unica soluzione adatta.
"C'è un piccolo lago oltre quella pineta" Rispose il cavaliere, sollevando una mano verso un folto boschetto di sempreverde che si trovava in cima ad una collinetta.
Lanthir batté assieme le mani, alzandosi in piedi con una velocità tale da sorprendere il nipote del Re.
"Eccellente. Selliamo i cavalli e partiamo" Disse la creatura immortale, tendendo una mano verso Èomer, che riluttante l'accettò, trovando la pelle dell'elfo estremamente liscia, paragonabile solamente a quella della sorella Èowyn.

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