Capitolo 18°: Follemente reale.

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Capitolo 18°: Follemente reale.

 

In quell’istante, il sole tramontava lentamente, illuminando ogni cosa attraverso la sua luce aranciata e profonda; la furia di Alexander, invece, tramontava velocemente, mentre si emozionava a fissare quel firmamento che pareva aver scaldato quella parte di lui che si era nascosta nei meandri retrostanti di una maschera di sofferenza e dolore.

Se ne stava dietro quella finestra, con una mano appoggiata sul vetro e osservava come questo si appannava sempre di più a ogni suo respiro. Su quel piccolo spazio avrebbe voluto abbandonare tutto il male che aveva commesso a esseri indifesi e rimanere l’uomo che era diventato; un uomo migliore e con una coscienza pulita.

Appoggiò la testa tra le sue mani e cercò con tutte le forze di non cadere in quel pianto tanto desiderato. Quegli occhi incantevoli si erano spenti e brillavano solo a causa delle lacrime amare che li bagnavano ogni istante.

Alexander Brown era solo un uomo sfortunato; un uomo nato sotto delle stelle che dissipavano ogni fonte di bene.

Sentì il forte odore di chiuso che proveniva dal completo nero elegante che indossava e immediatamente si ricordò di quello che avrebbe dovuto fare. La regina Vittoria aveva organizzato un ballo in maschera a cui lui avrebbe dovuto partecipare. Questa era, in realtà, solo una scusa per poter passare del tempo con il suo amante, ma lui non si sarebbe recato in quel luogo per lei; bensì per poter vedere ancora una volta Miriam.

Più volte si era soffermato a pensare a lei e alla sua reazione se avesse scoperto delle sue malefatte, ma nulla aveva più importanza. Lui era cambiato ed era pronto ad amarla e onorarla più della sua stessa vita.

Si guardò allo specchio che aveva fatto prontamente riparare e si asciugò quelle lacrime che erano già cadute su quelle gote bianche. Non doveva più pensare al passato, bensì doveva essere fiero di ciò che era diventato.

Dopo gli ultimi accorgimenti, si recò al piano inferiore e varcò l’uscio, assaporando l’aria fresca riempire i suoi polmoni. La primavera era ormai arrivata e poteva udire gli ultimi uccellini cinguettare canti gioiosi prima che il buio travolgesse ogni cosa con la sua potenza. Si sentiva terribilmente bene come non lo era mai stato; gli sembrava di essere rinato, ma soprattutto di essere riemerso da acque gelide e torbide.

Camminò lungo la strada, strisciando quelle scarpe sul suolo, le quali un tempo erano state nuove; non gl’importava di vedere quella suola consumata, ma non più perché sapeva che con la sua ricchezza avrebbe potuto comprarsene un altro paio più costoso, come aveva pensato precedentemente.

Proprio su quella strada che sembrava al quanto facile, vide un pover’uomo che indossava abiti leggeri e stracciati; era infreddolito e tremava accasciato su quella strada. Nessuno osava soffermarsi a guardarlo; anzi gli lanciavano puri sguardi intrisi d’indifferenza, ma pareva quasi un miracolo che era riuscito ad attirare l’attenzione proprio di Alexander Brown, l’aristocratico egoista.

Lui si avvicinò al nulla tenente e gli regalò la sua giacca. In seguito, gli lasciò parecchi soldi nella speranza che l’uomo potesse farne buon uso. In quel momento il ragazzo aveva freddo, ma non aveva importanza perché dentro era colmo di gioia e di soddisfazione.

Salì sulla prima carrozza che riuscì a fermare e si voltò l’ultimo istante per osservare quell’uomo che era stato degno della sua attenzione. Lui gli era fortemente riconoscente e aveva gli occhi lucidi dalla commozione. Alexander gli rivolse un sorriso e rimase a osservare il panorama da dietro il finestrino di quella carrozza che tanto lo rattristava.

Avrebbe voluto correre e camminare tra la folla; per la prima volta avrebbe voluto sentirsi libero da oppressioni e atrocità, ma nonostante ciò, ogni volta era un tentativo vano.

Il Collezionista Di CapelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora