Rose

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Prima ancora che il putiferio si scatenasse, Rose stava avendo una pessima giornata

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Prima ancora che il putiferio si scatenasse, Rose stava avendo una pessima giornata.

Era nell'autobus che l'avrebbe portata a una stupida gita, ovviamente organizzata dal Coach Hedge, la loro "guida" nella Scuola della Natura.

Cos'era la scuola della Natura? Semplice.

Uno stupido collage per giovani delinquenti in fase di riabilitazione, cosa di cui Rose non aveva bisogno, insomma, non era di certo colpa sua se aveva, non sapeva nemmeno lei come, riuscita a convincere, parlando un po', il tipo del negozio a vendergli uno specchio di 10.000 dollari, gratis.

Lei nemmeno si ricordava che parole aveva usato per richiederlo!

Ma suo padre, André Bianchi, aveva insistito e alla fine l'aveva costretta, contro sua volontà, ad andare alla Scuola della Natura.

"Collage serio e professionale, ti aiuterà molto" diceva, ma lei non credeva tanto a quelle parole, era più una prigione in cui ti facevano uscire solo una volta al mese, se non di meno.

Quando aprì gli occhi si rese conto di avere la mano stretta in quella di Leo Valdez.

Subito la ritirò.

Leo Valdez era il ragazzo più sbruffone e troppo ironico che avesse mai conosciuto, per questo si limitava a non voler avere nessun contatto diretto con lui, così come con Piper McLean, una ragazza che le sembrava troppo gelosa e lagnosa, solo Jason Grace era sopportabile, ma non voleva scatenare l'ira di Piper quindi si teneva alla larga.

I due, infatti, stavano da poco assieme e Valdez era...il terzo incomodo, diciamo. 

Cosa realmente stava tormentando la rossa da giorni? 

Suo padre.

Aveva sempre avuto un buon rapporto con suo padre, o almeno prima dell'arrivo della sua matrigna, Dolores Lynom.

Dire che aveva stregato suo padre, era poco!

Andrè, infatti, aveva iniziato a stare sempre meno con Rose e non le donava nemmeno più un sorriso, tantomeno la sua fiducia.
Rose non era più sua figlia, ma un estranea sotto il suo stesso tetto.

Come successe a Ned Stark con Jon Snow, se vogliamo fare qualche esempio. 

Suo padre era tutto ciò che aveva, come famiglia, essendo che sua madre se ne era andata dopo la sua nascita, o almeno queste erano le parole di suo padre.

Ora stava perdendo anche lui e questo il suo cervello non riusciva a metabolizzarlo, o forse non voleva farlo. 

Sentì un movimento dietro di lei, e quando si voltò Jason Grace stava alzando la testa dal sedile, confuso.

—Tutto bene, Jason?— chiese, Piper, stringendo ancora di più la mano del ragazzo.

Jason si guardò intorno, spaesato, poi il suo sguardo si posò sulla sua mano intrecciata a quella della ragazza e la lasciò, ancor più confuso. 

—Grace sicuro di non aver sbattuto la testa?— chiese, ironica, Rose mentre Piper la guardava un pochino male con quei suoi maledetti occhi impauriti per il suo ragazzo.

Insomma! Era un umano non una sfera di vetro da tenere rinchiusa.

—Dove mi trovo? Chi siete?— ci guardò allarmato mentre la risata fastidiosa di Valdez riempiva l'aria.

—Spero che uno di voi abbiate il foglio degli esercizi, perché io ho usato il mio per farci dei proiettili da cerbottana giorni fa— disse Valdez —Perché mi guardi in quel modo? Mi hanno scarabocchiato in faccia?— chiese Leo, notando lo sguardo tagliente che Rose gli stava riservando.

Rose sperò che le sue orecchie si trasformassero in pietra per non sentire nulla.

—Io non ti conosco— fece Jason.

Leo gli rivolse un ghigno che irritò molto Rose. —Ah, già. Certo. E io non sono il tuo migliore amico. Sono il suo clone malvagio.

—Piantala Valdez!— esclamò Rose —Sei irritante quando avere i capelli sciolti.

Rose odiava terribilmente quando la sua dolce chioma rossa liscia non era stretta in una coda bella alta e lunga, essendo che i suoi capelli le arrivavano alla vita.

Prima che Leo potesse rispondere, un altra voce lo richiamò.

—Leo Valdez!— strillò io coach. —C'è qualche problema laggiù?

Leo fece l'occhiolino alla rossa, irritandola solo di più.
—Sta a guardare.— si rivolse all'allenatore. —Mi scusi, coach! Non la sento bene. Potrebbe usare il megafono, per favore?

Hedge sbuffò come se fosse contento di avere una scusa per farlo. Si staccò il megafono dalla cintura e continuò a sbraitare ordini, solo che gli uscì una voce identica a quella di Dart Fener. I ragazzi scoppiarono a ridere. Il choach ci provò di nuovo, ma stavolta il megafono strombazzò a tutto volume: —La mucca fa muuu!
Boato di risate.
Hedge sbatté giù il megafono. —Valdez!

Rose roteò gli occhi. —Sei un'idiota, Valdez— gli mormorò, cercando di nascondere un sorriso divertito.

Sarebbe stato un lungo viaggio, già lo sapeva.

Angolo me
Alcune parti sono state prese dal libro!
Scusate il ritardo per il primo capitolo ma volevo fosse perfetto.
Ditemi che ne pensate.
Forse aggiorno anche la FF su Jason Grace!
—Annie⚡

Amore infuocato// A Leo Valdez FanfictionWhere stories live. Discover now