Capitolo 1

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"Le giornate dal fresco tepore, limpide, sonore, profumate, strabocchevoli, ridondanti erano simili a coppe di cristallo di sorbetto persiano, piene fino all'orlo, adorne di fiocchi di neve alla rosa."
(Herman Melville, Moby Dick)

Mason Ville, 1858

I giorni passavano, adagio, fin troppo. Io stavo morendo lentamente, ero sempre più cupo, mi chiusi al mondo esterno, immerso a rivangare tra i ricordi che custodivo di Margaret. Mi stavo consumando a poco a poco. Nel mentre, guardavo Margaret passeggiare per i suoi giardini, mano nella mano con il suo promesso sposo: Arnold Mason. Se ne dicevano di ogni sul suo conto, tanti ne erano intimoriti e altrettanti ne erano affascinati. Aveva poco più di vent'anni, capelli neri come la pece e due occhi che facevano gelare il sangue nelle vene ogni volta che si aveva la sfortuna di incrociarli, dalle sfumature dorate decisamente singolari; alle volte sembrava brillassero nell'ombra. Proveniva dalla famiglia più antica della zona, i Mason, difatti furono i suoi antenati ad attribuire il nome al paesino in cui io stesso venni alla luce: Mason Ville. Una cittadina che contava poche anime, in cui le voci giravano veloci e di cui tutti sapevano tutto.

Notai che Margaret iniziò a cambiare, più si allontanava da me e più tempo passava con lui, più il suo aspetto mutava. Mi accorsi che la sua pelle non era più abbronzata come un tempo, immaginai potesse essere dovuto al fatto che non venisse più a passeggiare per le campagne in mia compagnia. Le sue gote non avevano più quel colorito rosato che tanto mi piaceva, era più pallida che mai. Avrei pensato fosse stata colpita da qualche malanno, se non fosse stato per i suoi occhi sempre limpidi e vivi e per le sue labbra rosse, rosse come non le avevo mai viste prima.

Non ebbi più occasione di vederla da vicino, ma i suoi occhi sembravano aver assunto delle sfumature nuove, quasi argentee, ne sentii parlare anche tra gli inservienti. Rimaneva comunque meravigliosa ai miei occhi e lo sarebbe sempre stata, ma ciò non toglieva la mia preoccupazione. Ero sempre più convinto che Arnold le avesse fatto qualcosa per renderla così, il mio istinto mi diceva che le fosse accaduto qualcosa di terribile, qualcosa peggiore di un qualsiasi malanno.

Mia madre notò il mio essere sempre più cupo e furente e non impiegò molto a comprendere che il mio umore nero era dovuto all'allontanamento da Margaret; che i sentimenti che provavo per lei mi stavano consumando, uccidendo lentamente.

Un pomeriggio si avvicinò a me, mi guardò negli occhi e mi disse che il giorno seguente, all'alba, avrei dovuto farmi trovare sotto il grande ciliegio in fondo al giardino se avessi avuto desiderio di rivedere Margaret. Rimasi incredulo, a bocca spalancata, non riuscivo a capire. Accortasi del mio stupore, ella mi spiegò che aveva preso da parte la signorina mentre sbrigava le faccende nella dimora dei padroni e l'aveva pregata di concedermi di vederla almeno un'ultima volta, in memoria dei tempi lontani. Margaret dapprima si rifiutò – mi raccontò mia madre –, però ella le riferì del mio dolore, delle giornate intere che trascorrevo davanti a quella finestra e, in fine, acconsentì all'incontro. Disse che mi voleva ancora bene e che era avvilita e rammaricata nell'avere notizia che ero triste. Mi sentii molto in imbarazzo. Non avrei voluto che Margaret, la mia piccola dolce Maggie, fosse a conoscenza del dolore che affliggeva la mia anima.

Mi svegliai prima dell'alba, molto prima, e mi preparai a quell'incontro. Mi lavai e indossai il mio completo migliore, quello che mia madre mi faceva conservare per la messa della domenica e per le grandi occasioni. E si trattava, senz'ombra di dubbio, di una grandissima occasione!

Era ancora buio pesto, se non fosse stato per la grande luna piena e splendente. Non avrei comunque avuto bisogno di più luminosità, mi bastava quel flebile fascio che proveniva da quel così maestoso corpo celeste; la strada la conoscevo già, era impressa a fuoco nella mia mente. I miei piedi sapevano esattamente dove poggiarsi su quell'arrido terreno.

Biografia di un Vampiro - L'amoreWhere stories live. Discover now