desert

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Sono le nove e trenta del mattino quando arrivo al dipartimento di polizia e scopro con grande dispiacere che Raley Smith è stato ritrovato morto in uno scantinato della città di Glendale.
L'aguzzino l'ha ucciso nello stesso identico modo di Steven, e sul sacco di plastica che lo avvolgeva ha lasciato un foglio con su scritto "#2". Non ci sono agenti fuori in missione, il che fa sperare che l'aguzzino non metterà le mani su nessun'altro poliziotto, tuttavia i poliziotti che svolgono il loro lavoro quotidiano pattugliando la città sono ugualmente esposti al pericolo.
Non ho il tempo di piangere per la morte di Raley, sono troppo occupato a cercare di scovare il loro maledetto assassino.

Ho appena parlato con il capo della scientifica e con il medico legale. Sui corpi di Steven e Raley non sono state rinvenute impronte digitali né tracce di DNA estraneo al loro. La morte è avvenuta in seguito a un'iniezione letale di Propofol, un forte anestetico che ha causato loro un blocco cardiaco e la conseguente morte. Erano già deceduti quando l'aguzzino ha mozzato loro le mani e i piedi, ma la mancanza di tracce di sangue mi induce a pensare che li ha uccisi e mutilati in un posto e poi li ha scaricati nei luoghi dove sono stati rinvenuti. Ho chiesto di poter analizzare i loro effetti personali.
Sulle loro scarpe ho trovato della sabbia. Una cosa normale, visto che a Los Angeles ci sono le spiagge. Ma a ben guardare, i granelli di sabbia sembrano di origine desertica, non marina.

Steven e Raley stavano lavorando a due casi diversi, entrambi in Nevada. Per arrivarci devi attraversare la statale che si snoda nel mezzo del deserto del Mojave, e a metà strada devi fermarti a fare rifornimento di benzina. Ho annusato i loro vestiti e tra i tanti odori che ho fiutato quello di benzina è il più forte. Deduco che entrambi abbiano fatto una sosta in una stazione di servizio a servizio automatico, e se la pompa gocciolava a causa di una perdita la benzina è possibile che qualche goccia sia caduta sui loro pantaloni, il che spiega l'odore che percepisco. Forse non sono mai arrivati in Nevada.
L'aguzzino li ha catturati li, alla stazione di servizio, li ha uccisi, mutilati e insaccati.

Pasadena e Glendale sono due città a nord di Los Angeles, collocate nelle vicinanze del deserto del Mojave. Inizio a pensare che tutte queste informazioni non siano casuali. I miei due ex colleghi devono aver incontrato l'aguzzino proprio nel deserto, in una stazione di servizio dove hanno fatto sosta per rifornire le volanti di benzina. È solo un'ipotesi, ma posso svolgere delle indagini private senza coinvolgere il dipartimento, in modo da potermi muovere liberamente e cogliere di sorpresa l'aguzzino. Quell'uomo deve marcire in galera, chiunque egli sia, e io sono intenzionato a trovarlo.

Esco dal dipartimento alle undici e venti e salgo in macchina per dirigermi a nord, oltre i confini della città. Un vampiro non dovrebbe mai avvicinarsi al deserto. È pericolosissimo. La temperatura sfiora i quaranta gradi con il bel tempo e il rischio di surriscaldamento corporeo e disidratazione è altissimo. Un essere umano può risolvere questo problema bevendo molta acqua, ma un vampiro no. Nel mio caso l'acqua non serve a nulla, il mio corpo sottoposto ad eccessivo calore brucia in fretta la riserva di sangue disponibile e per reidratarsi ha bisogno di altro sangue, altrimenti il cuore collassa. Sono consapevole che addentrarmi nel deserto è una pessima idea, ma lo faccio per Steven e Raley, per scovare chi li ha privati della loro vita, e per proteggere tutti gli altri agenti. Terrò gli occhi aperti e sarò cauto, non ho intenzione di morire stecchito nel deserto.

Arrivo nella città di Barstow, nei pressi del Mojave, all'una del pomeriggio e affitto una camera al motel El Rancho. Prima di venire fin qui ho fatto un salto a casa per prendere una sacca di sangue. Ne bevo il contenuto seduto sul letto della camera, per avere in corpo una riserva extra di sangue e limitare cosi il rischio di disidratazione. Mentre mi nutro rifletto sul fatto che non ho detto a nessuno che stavo per recarmi nel deserto. Se dovesse succedermi qualcosa, chi diavolo verrà a cercarmi? Esattamente, nessuno. A questo particolare non avevo proprio pensato. Rifletto un istante. Hoseok non può essermi d'aiuto, è confinato nel suo obitorio notte e giorno, è bravo con i cadaveri ma è un disastro in tutto il resto, jungkook non esce di casa da quando è diventato un vampiro, non lascerebbe mai la sua tana per correre in mio soccorso. Non posso coinvolgere l'agente wang, preferisco lasciare fuori dalle mie indagini l'intero dipartimento. L'unica mia ancora di salvezza è yoongi, che può mandare nel deserto i suoi tirapiedi in caso di bisogno. Provo a contattarlo, e resto di sasso quando la telefonata non parte e appare sul display del telefono la scritta Numero Privato. Non posso crederci! yoongi si è talmente arrabbiato con me per la storia di jennie da bloccare il mio numero affinché non potessi chiamarlo, che razza di stronzo. Giuro che questa volta gliela faccio pagare. Scorro la lista dei miei contatti e mi soffermo sul numero di jin. Lo guardo fisso, e mi scorrono davanti agli occhi i meravigliosi istanti della notte che ho trascorso assieme a lui. Rivedo i baci, le carezze, i nostri corpi nudi avvinghiati, l'espressione estatica sul suo viso arrossato dal piacere. Al solo pensiero mi sento invadere dalle mille sensazioni che ho provato facendo sesso con lui.
Ricordo il sapore della sua bocca, l'odore del suo corpo accaldato ed eccitato, la morbidezza della sua carne, i suoi sospiri, i suoi gemiti, il battito del suo cuore, il fruscio del suo sangue, la bellezza di stare dentro di lui e sentirmi un tutt'uno con il suo ventre. E tutto dentro di me. Immagini impresse a fuoco nella mia mente, emozioni che hanno il potere di turbarmi, momenti di gioia euforica che non provavo da decenni. Ci siamo detti che è stato solo sesso, ma è una bugia, Provo un sentimento d'amore vero per lui, e credo che anche jin senta qualcosa per me, solo che non l'ha ammesso perché io l'ho frenato, impedendogli di illudersi che tra noi possa esserci altro oltre l'amicizia e una notte di sesso. Se non fossi ciò che sono sarebbe tutto diverso, potremmo amarci, stare insieme, essere una coppia felice. Ma io non sono umano, e questo mi riporta al presente. Sto cercando un assassino seriale nel cuore del deserto e nessuno lo sa. Posso dire a jin dove mi trovo? Avvertirlo che se non dovesse più avere mie notizie dovrebbe mandare la polizia a cercarmi? L'esitazione dura una manciata di secondi, poi mi decido a comporre il suo numero e attendo che risponda. "Pronto?"
"Jin, sono namjoon". Lo sento sorridere, "non posso credere che mi stai chiamando dopo solo sei ore dalla nostra ultima conversazione, sentivi già la mia mancanza?"
"Ammetto che ti stavo pensando, però ti ho chiamato per un altro motivo. Voglio che tu sappia dove mi trovo".
"Perché? Dove sei in questo momento?"
"Sto facendo delle indagini private lontano da Los Angeles, la polizia non ne sa niente e ho bisogno che almeno una persona sia a conoscenza della mia posizione nel caso dovessi mettermi nei guai".
"Ho capito. Dimmi che non stai indagando da solo sulla morte dei tuoi ex colleghi poliziotti. Ho saputo che Raley Smith è stato ritrovato morto all'alba, ne parlano tutti i notiziari. Non ti sarai messo in testa di fare il giustiziere solitario, oppure si?"
"Come l'hai capito? Sono cosi prevedibile?"
"Diciamo che so come sei fatto. Ti piace fare l'eroe".
"E il mio lavoro dare la caccia ai cattivi".
"Mettendo a rischio la tua incolumità fisica?"
"Non sono ancora in pericolo, non allarmarti".
"Va bene, allora dimmi dove ti trovi".
"In questo momento sono a Barstow, al motel El Rancho. Sto per inoltrarmi nel deserto del Mojave, alla ricerca di una stazione di servizio. Penso che l'omicida possa essere un finto benzinaio, o che sia in qualche modo collegato alla benzina".
"Ho preso nota. Cos'altro devo sapere?"
"Se non dovessi richiamarti in serata avvisa il dipartimento di polizia e fai in modo che vengano a cercarmi".
"Nam, parli seriamente? Mi fai preoccupare".
"Tranquillo è solo una precauzione".
"Quindi posso stare tranquillo?"
"Certo. Non sono un pivellino alla sua prima indagine. So quello che faccio, e so badare a me stesso".
"Okay. Allora aspetterò che tu mi chiami questa sera".
"Perfetto. Mi farò vivo, non temere".
"Mi raccomando, stai attento, Ci tengo a te".
"Anch'io tengo molto a te, jinnie". Interrompo la chiamata. Immagino che starà in pensiero per me per l'intero pomeriggio, ma è l'unica persona - eccetto yoongi – in cui posso riporre la mia fiducia al momento.
So per certo che avviserà il dipartimento di polizia se non dovessi richiamarlo, e non verrà personalmente a cercarmi in mezzo al deserto, dubito che sia tanto spavaldo da compiere un simile gesto.

Blood bound [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora