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C̷os'è l'αmore Scαrlett?

𐐪𐑂

Mi sento leggera, proprio come una piuma spinta dal vento. Non so dove mi trovo, ma questo letto è così soffice e morbido, mi sembra di stare in mezzo a tanti batuffoli di cotone. Sto troppo bene per poter aprire gli occhi e affrontare una nuova giornata.
O è perché non voglio affrontare qualcuno? Posso anche sembrare una bambina, ma esatto, non voglio affrontarlo. Ho bisogno di stare sola e magari immaginare che tutto questo, per un attimo, non sia successo.

Immagino che Steve sia qui accanto a me che dorme e nel frattempo mi circonda la vita; immagino che mi sveglia accarezzandomi la guancia, mi sposta i capelli dal viso e mi lascia un casto bacio sulla guancia. Immagino me e lui a cena, in un ristorante, a casa, da mia mamma, a lavoro, per strada..
"Scarlett." Ma infatti resta solo un'immaginazione, solo una realtà alternativa.
Forse l'immaginazione è l'unica possibilità a cui posso appigliarmi, per riuscire ad andare avanti. Poiché la capacità di immaginare e trasformare qualcosa che non esiste in qualcosa di concreto è una delle caratteristiche più importanti della nostra specie. L'unica cosa che in teoria può farmi sentire ancora viva, ma allora perché non mi sento proprio così? In realtà mi sento più morta che viva.

"Scarlett" mi richiama Dorian.
Apro gli occhi e la prima cosa che vedo sono i suoi occhi blu che mi fissano, e il cuore, come ormai ogni volta, inizia a battere veloce.
La colpa non è di Dorian, ma è solo di Steve. Dorian non c'entra niente, si è solo trovato in mezzo a tutto questo. Doveva essere Steve a dirmi tutto. Doveva essere lui a fidarsi di me, per confidarmi una cosa del genere. Si parlava del nostro futuro, del nostro lavoro, della nostra intera vita insieme. Se fosse andato storto qualcosa era costretto poi a dirmelo. Lì mi sarei incavolata lo stesso, ma almeno lo avrei saputo da Steve in carne e d'ossa.

"Buongiorno." Sussurra.
Mi alzo a mezzo busto e noto un vassoio accanto al letto.
"Fai colazione con calma, e sistemati un po'. Dopo... è giusto che ti racconti com'è andata." Mi sorride e mi lascia sola con i miei pensieri. Non credevo di riuscire ad andare avanti con Dorian. Prima mi allontanavo sempre, disturbata da ogni tocco, da ogni parola. Mi sentivo in colpa per Steve e adesso... adesso sembra non importarmi più di tanto. Non dopo avermi tenuto nascosto la storia della Barneys New York.
È vero, la notte porta consigli.

La scorsa notte mi ero pentita di essermi fidata di lui. Mi ero pentita di avergli dato una possibilità e lo avevo accusato di avermi coinvolta con parole del tutto calcolate. Ma adesso, questa mattina, mi rimangio tutto. Mi ripeto che la colpa non è di Dorian, ma solo di Steve. Ed è stato invece stupido e sbagliato pensare di volerlo di nuovo accanto a me, come se fosse la soluzione per i miei problemi.

Finisco di fare colazione e non appena mi dirigo nel bagno di quella stanza, vedo degli abiti di fianco all'entrata. E questi?
Si trattano di un paio di jeans da donna e una felpa troppo grande invece per essere da donna. Capisco che sono per me e entrando in bagno cerco di darmi una sistemata, iniziando dallo struccarmi con acqua e sapone, fino a togliermi i vestiti del giorno precedente e mettere quelli portati da Dorian. Esco dalla stanza, cercando di proseguire nella direzione giusta senza perdermi. Entro nel salone e trovo Dorian seduto con la testa piegata sul telefonino. Mi schiarisco la gola e mi avvicino.
Alza la testa e i suoi occhi entrano in contatto con i miei.
"Siediti." Afferma. Faccio quello che mi dice. Prende un respiro.
"Anni fa, la Barneys, per poter essere ai nostri livelli, poiché stava fallendo come casa editrice, chiese una collaborazione con la Penguin Books.                                                                                        Steve promise di dargli ciò che voleva: soldi e pubblicità.
Non ne era convinto all'inizio, ma decise di accettare. Per prima cosa iniziò con la pubblicità. I giornali e il popolo erano esaltati per questa collaborazione, non sapendo se era un bene o un male per la Penguin Books. Io gli avevo detto di lasciar perdere e, solo dopo mi aveva ascoltato. Così decise di non dargli alcun soldo e di finirla con la pubblicità. Scrisse anche a me, non sapendo appunto della nostra amicizia. Ed io gli dissi subito di no e se insistevano li denunciavo. Poi successe la botta finale: Steve non gli aveva dato i soldi e la Barneys si trovò in bancarotta, in pratica fallì. Fece di tutto pur di non chiudere e ricorse al Chapter 11, ma non riuscì ad ottenerla lo stesso come impresa, chiudendo i battenti." Nella mia faccia spicca soltanto incredulità.

"Dopo, ecco che si rifà vivo: dopo la morte di Steve, dopo la collaborazione delle due case editrici e sta continuando anche ora. Ma... ho tutto sotto controllo. Da domani avremmo tutti i conti giusti e la casa editrice riprenderà subito con i lavori come se non fosse successo niente." Mi avvicino di poco, volendo sapere altro.
"Cosa vogliono in cambio?" Si passa una mano in fronte e sospira. "Soldi e anche tanti."
"Di quanto si tratta?"
"Trecentocinquantamila." Spalanco la bocca. Cosa? Da dove li prendiamo questi soldi?
"E dove li prendi tutti questi soldi in nemmeno un giorno?" Domando ovvia. "Già ne ho duecentocinquanta."
"Te ne mancano centomila..." annuisce. "Lo so, sto cercando grazie a George di recuperarli in qualche modo. Uno scandalo del genere non deve venire fuori, per questo sto pagando senza fargli saltare la testa in aria." Annuisco poco convinta.

"Posso darti io il resto." Alza lo sguardo addosso a me. Nega con la testa. "No, non se ne parla." Si alza. Lo seguo con lo sguardo. "Dai. Fatti aiutare, ci siamo dentro entrambi. So già dove prenderli subito." Mi alzo anche io.
"No, non si discute." Rispondo mentre faccio il numero di Bob.
"A chi chiami?" Domanda. Non lo ascolto. "Signorina Scarlett."
"Bob, ciao. Puoi farmi un favore? Mi servirebbero centomila entro oggi, puoi?"
"Certo. So già dove prenderli."
Chiude la chiamata. Sta aprendo un conto che tenevamo per le emergenze io e Steve, magari per un futuro matrimonio, viaggio o qualcos'altro. "Fatto."
"Scarlett... ti avevo detto che ci avrei pensato io. Da dove li stai prendendo adesso? E se ti servono?" Scuoto la testa.
"Tranquillo... in fondo sono anche soldi di Steve. Rimedierà anche lui al suo stesso errore." Sta per ribattere quando entra Lily.
"Zio!" Esclama felice. Dorian sorride e si accovaccia verso di lei per abbracciarla.
"Ciao Scarlett!" Muove la sua manina nella mia direzione.
"Ciao piccolina." Le faccio la linguaccia. Lei sorride.
"Come mai è qui Scarlett? Non entra quasi mai una ragazza come me. Da adesso in poi vivrà con noi?" Domanda innocentemente. Spalanco di poco gli occhi.
"No Lily. Lei è..." mi guarda mentre lo dice "un'amica." Lily si gira verso di me.
"E perché non può stare qui? Non riesco a capire." Dorian le accarezza i capelli. "Perché... non siamo sposati." Viene da me con velocità e mi prende la mano, portandomi da Dorian. "E allora sposatevi!!" Batte le mani felice.
Divento paonazza. Sono soltanto parole dette da una bambina...
Non le ha dette Dorian. Dico subito a me stessa. Lui mi guarda con occhi leggermente spalancati. C'è un certo imbarazzo tra noi adesso.
"Non possiamo. Manca una cosa fondamentale per diventare sposati." Cerca di spiegare in modo semplice e meno complicato possibile. "Cosa manca?" Domanda confusa.
Mi inginocchio alla sua altezza.
Le prendo una mano e lei si gira verso di me. "Manca l'amore. Se non c'è amore due persone non si possono sposare, piccola." Spalanca la bocca. "Cos'è l'amore Scarlett?" Mi trovo in difficoltà di fronte a questa innocente domanda. Guardo velocemente Dorian. Deglutisco. "Hai presente quando vuoi bene ad una persona così tanto che non la vorresti mai perdere?" Annuisce. "Si! Io voglio bene a Dorian!" Sorrido. È molto più complicato l'amore, vorrei dirle, di una banalissima perdita.
Abbraccia di nuovo Dorian. Devono essere molto legati loro due. Io intanto mi alzo. È logico domandare dove siamo finiti i suoi genitori. Dov'è finita la sorella di Dorian, Emily?
E il papà di Lily, chi è?
Come mai non è qui?

"Zio, posso chiederti una cosa?" Mi volto verso la finestra. "Dimmi Lily." Ascolto. "Può essere anche mia amica?" Sorrido per quello che sento. "Certo."
"Quindi può venire quando vuole?" Sento un attimo di silenzio. Deve aver annuito poiché sento la bambina urlare di felicità e venire verso di me abbracciandomi il bacino. È così bella e piena di gioia. Nascono così: pieni di felicità, ingenuità, pieni di pensieri puri e canditi. Ma è un peccato che tutto questo venga infettato dalla sporcizia che regna in questo pianeta. Più crescerà più capirà che la vita è uno schifo, che è piena di colpi bassi. Forse un assaggio l'ha già avuto per via dell'assenza dei suoi genitori. Ma più crescerà e più capirà che, quella che sarà la spensieratezza, il gioire e il fantasticare, non ci saranno più. Almeno non come prima.

Vengo risvegliata dal telefono che squilla. Questo vuol dire solo una cosa: Bob ha trovato i soldi.

*

Spazio autrice:

Salve a tutti!

So che é un capitolo un pochino corto, ma mi rifarò prometto.

Che ve ne pare?

Vi dico solo che nel prossimo capitolo potrebbe succedere qualcosina🤣🔥

Fatemi sapere se vi è piaciuto!
💖Stellinatemi se vi va.💖

Alla prossima, Criss🌻

Hold me while you waitTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang