Ti prego...

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"Uccidere le persone? Anche no!"

Era questa la frase che rimbombava nelle orecchie di Viola.
La frase che aveva detto pochi mesi prima a Numero cinque, quando ancora non c'era il problema di un'imminente apocalisse e quando l'unico problema era quello di non fallire la missione assegnata dal padre.

"Perché no?" rispose lui a quello che la sua fidanzata aveva appena detto.

"Ecco...perché..."

Sinceramente nemmeno lei lo sapeva.
Non aveva mai perso nessuno fino a quel momento.
Non era mai stata ad un funerale.
Non aveva mai pianto in un cimitero.
E per questo doveva ritenersi più che fortunata.
Ma era sempre cresciuta con l'idea che l'omicidio fosse una cosa sbagliata.

"Ecco...l'omicidio ti fa diventare un assassino" rispose lei, una volta aver trovato la risposta più adatta.

Cinque si avvicinò a lei e le accarezzò dolcemente la guancia.

"Alcune volte...una persona uccide perché non ha altra scelta, o perché la seconda scelta è ripugnante. Gli assassini non sono cattive persone.
Non esistono buone o cattive persone, solo persone che scelgono di vivere la propria vita"

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Camminava quatta quatta per il lungo corridoio delle stanze.
Controllava ogni singola camera da letto, ogni singolo angolo, ogni singolo armadio.
Saliva le scale prestando attenzione a non far rumore e cercava di camminare il più lentamente possibile.
Non poteva fare rumore, doveva coglierla di sorpesa.
Doveva ucciderla ed era chiaro.
Aveva già ucciso miliardi di persone, una in più non avrebbe fatto la differenza.

"Ti stavo aspettando, Viola"

Numero otto si girò: non c'era nessuno.
Forse se l'era solo immaginato o forse la frustrazione del momento glielo aveva fatto credere.

"Dove sei? Voglio giocare"

Si girò nuovamente: era ancora sola.
Forse la mente le stava giocando un brutto scherzo!

"Coraggio, vieni qui!"

Ancora una volta questa voce la stava chiamando.
Ma non era la sua immaginazione, l'aveva capito.
Era lei.
Era Cha-Cha.

Viola iniziò a correre nella direzione della sua voce.
Saliva le scale di fretta, attraversava corridoi correndo, entrando in ogni stanza per poi uscire il più velocemente possibile.

Arrivò nella stanza di Cinque.
Aprì la porta.

E lui medesimo bloccato da Cha-Cha che gli puntava una pistola alla tempia.

Aveva lo sguardo corrucciato, il labbro e il naso insanguinati.
Doveva avergli fatto del male...
E lei non se ne era accorta.

Forse era come Diego.
Voleva fare l'eroe ma, come lui, aveva avuto l'effetto contrario.

Aveva lasciato che Cha-Cha gli facesse del male.

Viola stava quasi per cadere a terra dallo spavento. Non poteva lasciare che morisse.

"Ti avevo detto che l'avrei ucciso, Viola" disse la donna che lo teneva stretto a sé.

A quanto pare le due si conoscevano già.

"Ti prego..." la supplicò lei. "Non farlo..."

"Devi scegliere" rispose la donna. "O tu o lui"

"Non uccidere lui, piuttosto uccidi me"

"Che ne dici, Cinque? Chi faccio fuori?"

Cinque non parlò. Non poteva. Era ancora bloccato.
Non poteva muoversi.
Non poteva contestare.
Non poteva parlare.

Cha-Cha fece di testa sua.
Puntò la pistola contro Viola e, pochi secondi dopo, questa era a terra, sanguinante, ferita.

Viola era morta per salvare Cinque.
E forse ce l'aveva fatta.

Il ragazzo controllò l'orologio.
Erano le 18:34

"Piccoli passi, Numero Cinque. Balza a piccoli passi"

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Cinque si teletrasportò in cucina.
Viola stava leggendo un libro, mentre sorseggiava una tazza di caffè e sembrava quasi non essersi accorta di lui, era troppo concentrata. O forse faceva solo finta perché non voleva conversare con lui.

"I tuoi fratelli sono in missione e mi hanno detto di rimanere qui in caso Cha-Cha irrompesse e ti facesse del male" disse di nuovo.

"Che ore sono? Voglio l'ora precisa" chiese lui, frettolosamente.

Viola prima lo guardò, poi controllò l'orologio.

"Dimmelo, sbrigati!"

"Sono le 18:28, come mai?"

"Sei minuti prima..." calcolò il ragazzo.

"Che succede?"

"Cha-Cha...arriverà qui tra sei minuti a partire da adesso. Sono ritornato indietro nel tempo di sei minuti..." disse, facendo il giro del tavolo per pensare.

"E che cosa è successo?"

Cinque la guardò per qualche secondo.
Guardò il suo sguardo preoccupato, pronto a dare una mano.
Non poteva commettere lo stesso errore.
Quello di farla morire di nuovo.

"Tu sei morta. Ti ha uccisa"

"Cosa?"

"Hai capito bene..."

I due iniziarono a sentire sempre più dei passi che si stavano avvicinando a loro.
Cinque si teletrasportò accanto alla porta della cucina, mentre Viola prese un coltello.

Ma la persona che stava entrando non era Cha-Cha ma...

"KLAUS?!" gridò Numero cinque.

"Cristo che spavento! Che cosa ci fai qui?!"

"I ragazzi mi hanno cacciato dalla missione. Dicono che da sbronzo sono inutile" spiegò barcollando per la cucina.
Aveva bevuto.

"Dobbiamo portarlo via di qui. È pericoloso, Cha-Cha può..." incominciò a dire Viola, ma venne bloccata da Cinque, che la scosse mettendo le mani sulle sue spalle.

"Ascoltami bene" disse, con voce tremante e preoccupata "con Cha-Cha me la devo vedere io. Tu non sei adatta per questo tipo di missione"

"Che cosa?"

"Devi andartene. Vai dagli altri, aiutali. Porta Klaus al sicuro. Devi andartene"

"Devi prima spiegarmi il perché"

"Perché è la cosa giusta da fare. Perché ti sei innamorata di me"

"Che stai dicendo?!"

"Uuu" disse Klaus. "La bambina è innamorata!"

"Zitto Klaus!" risposero Viola e Cinque nello stesso momento.

"Prima, quando Cha-Cha era qui, tu ti sei interposta tra noi. Ha ucciso te, non me. Ti sei sacrificata perché tu mi ami, ma io no"

Con forza Numero otto si allontanò da lui, quasi spingendolo.

"Per quanto tempo devo stare via?"

"Fino a quando l'amore per me non sarà passato del tutto. Aiuta gli altri e vattene"

Numero otto uscì quindi dall'edificio, lasciando Numero cinque e Klaus soli con Cha-Cha.

I still love you || Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora