I'm not going home, not really

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1972

Il secondo anno a Hogwarts stava scorrendo tranquillamente, proprio come il primo.
Cornelia scriveva quasi ogni settimana una lettera ai suoi genitori per raccontar loro cosa accadeva, cosa imparava di nuovo, cosa faceva nel tempo libero e quali fantastici e incredibili segreti continuava a scoprire sulla storia di Hogwarts. Le sembrava ancora di vivere in un sogno, nonostante fosse passato più di un anno ed era anche strano pensare che sua cugina Beau, della sua stessa età, dovesse frequentare una scuola per babbani mentre lei si trovava a Hogwarts. Nonostante questi pensieri e la sensazione di essere in un fantastico sogno, Cornelia si era ben integrata nei Grifondoro, sentendosi, man mano che il tempo passava, sempre più in linea con i valori della sua Casata, e passava molto tempo libero insieme a Danica e Lily, facendo però amicizia anche con studenti di altre casate. I suoi voti erano buoni, certo non eccelleva come altri studenti decisamente più bravi di lei in ogni materia, ma comunque non aveva mai avuto uno Scadente o, peggio, un Desolante o un Troll: faticava a star dietro a Pozioni e Astronomia, ma amava particolarmente le lezioni di Trasfigurazioni ed Erbologia. Fu proprio durante una lezione di Erbologia del secondo trimestre, però, che il secondo anno di Cornelia divenne decisamente meno tranquillo del primo: la professoressa Sprite aveva appena annunciato che era stata proprio Cornelia la migliore nello svolgere l'ultimo compito in classe, donando ben dieci punti a Grifondoro grazie al suo impegno e alla sua bravura, quando una studentessa dei Corvonero bisbigliò: « Ma tu pensa, la più brava della classe una Sanguesporco! »
Cornelia, che sapeva benissimo cosa significava quella parola poiché glielo avevano spiegato alcune sue compagne mesi prima, fece finta di nulla, limitandosi a lanciare un'occhiataccia alla Corvonero, che di tutta risposta le mostrò un sorriso beffardo. La Grifondoro fermò Lily, prendendole tempestivamente la mano, perché sapeva che l'amica era già pronta a rispondere per le rime alla Cornovero. Cornelia, invece, non voleva che la Sprite intervenisse, in quanto pensava che avrebbe solo peggiorato la situazione. Era la prima volta che qualcuno la chiamava così, quantomeno di fronte a lei e in maniera così sfacciata, e non poteva ancora sapere quanto quella parola, quell'insulto, perché di questo si trattava, sarebbe stato influente nella sua vita. Una situazione del genere, per una bambina di dodici anni, avrebbe potuto scatenare diverse reazioni, ma Cornelia, in quel momento, prese una decisione: figlia di babbani o meno, avrebbe dimostrato di essere una strega alla pari di ogni studente Purosangue presente a Hogwarts. I suoi voti migliorarono notevolmente proprio da quel giorno, persino nelle materie che amava di meno: Cornelia non era fra gli studenti migliori, ma ci mandava molto vicina. La Grifondoro, però, non scrisse mai ai suoi genitori quello che era successo durante quella lezione di Erbologia: non avrebbe mai raccontato loro nulla sui Sanguesporco.

Il secondo anno a Hogwarts, per Sirius, sarebbe potuto andare avanti tranquillamente proprio come il primo, se non fosse stato per l'arrivo di suo fratello minore Regulus nella scuola.
Ovviamente, come aveva immaginato e complice anche la pressione psicologica della sua famiglia, Regulus era stato smistato nei Serpeverde, rendendo Orion e Walburga Black molto, molto, molto orgogliosi e fieri del loro secondogenito, come avevano deciso di sottolineare ogni singolo giorno durante le vacanze di Natale che, per Sirius, erano sembrate infinite.
« Dovevate sentirli! Non facevano altro che lodare Regulus, mentre io ero totalmente invisibile! Ricomparivo davanti ai loro occhi solo quando mi dicevano di togliere lo stendardo dei Grifondoro dalla mia stanza » si lamentò con James, Remus e Peter, i suoi più grandi amici, durante il primo pranzo del nuovo anno.
« E tu l'hai fatto? »
« Pff, ovviamente no! » sogghignò Sirius.
Ma non fu solo l'arrivo di Regulus a cambiare il modo in cui Sirius viveva la sua vita a Hogwarts. Più frequentavano Remus, più i giovani Black e Potter notavano che c'era qualcosa che non andava in lui, in senso buono, naturalmente. Avevano tentato di chiedergli il perché spesso si sentisse poco bene, sparendo improvvisamente e senza che nessuno se ne accorgesse dal dormitorio e non frequentando alcune lezioni, soprattutto quelle del tardo pomeriggio o le prime del mattino, ma Remus sviava il discorso, faceva il vago, o semplicemente rispondeva affermando di aver avuto qualche linea di febbre e di aver passato le notti in infermeria.
Una sera, insieme a Peter, i ragazzini decisero di seguire Remus, intenti ad aiutarlo in ogni modo. Non voleva il loro aiuto con le buone? Bene, lo avrebbe avuto con le cattive! Inutile dire che le cose non andarono bene a causa del Platano Picchiatore, ma i piccoli Grifondoro non demordevano. Riuscirono a capire, nonostante la giovane età, come superare il Platano e, durante il secondo semestre, fecero il loro primo ingresso nella Stamberga Strillante, scoprendo la terribile verità di Remus: era un lupo mannaro. Inutile dire che anche l'incontro con Remus in versione lupo mannaro non andò come avevano pensato, ma Silente, che ne sapeva sempre una più del diavolo, riuscì ad aiutare i giovani studenti prima che capitasse il peggio.
« Non ci punirà? » domandò James, cercando di impietosire, in malo modo, il Preside, mentre Madama Chips si occupava di loro.
« Non io, Potter, non io. Informerò la McGranitt che troverà la giusta, ed ennesima da quel che ho sentito, punizione per voi tre. Tuttavia, ciò che avete fatto è coraggioso, non c'è dubbio. Remus non ricorderà nulla di questa notte e, ovviamente, sta a voi decidere se dirglielo o meno ».
« Lei cosa farebbe, professore? » gli domandò Sirius.
« Non lo so, signor Black. Posso solo dirvi che credo che a Remus servano dei veri amici, che lo comprendano in ogni momento, soprattutto in quelli peggiori ».
E i tre capirono.
Non fu facile convincere Remus del fatto che Sirius, James e Peter gli avrebbero voluto bene lo stesso, in qualunque forma fosse, e lo avrebbero aiutato cercando ogni modo di stargli vicino e coprirlo durante le notti di luna piena, ma alla fine fu proprio il giovane Black ad avere la meglio nella conversazione. Da quel giorno, la loro amicizia divenne ancora più forte, sincera e importante, come poche e rare volte accade. Sirius non disse nulla alla sua famiglia, mantenendo il segreto di Remus per tutti gli anni della loro amicizia.

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